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L'iniziativa

Una sera a cena con le verdure selvatiche: “In Sicilia ne abbiamo 253 tutte commestibili”

14 Dicembre 2017
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Successo di partecipanti all'iniziativa di Ozio Gastronomico con Cronache di Gusto. In abbinamento i vini umani di Salvo Foti


(Rosario Schicchi, Clara Minissale e Salvo Foti)

di Francesca Landolina, Palermo

Sapori genuini del passato che ritornano. È stato questo il fil rouge della serata dal titolo “cultura contadina”, che si è tenuta da Ozio Gastronomico, il locale di Dario Genova a Palermo in via Di Blasi in collaborazione con Cronache di Gusto

Protagoniste indiscusse le materie prime, le verdure spesso dimenticate, e i vini umani de I Vigneri, il consorzio dell’enologo Salvo Foti che raggruppa al suo interno alcune aziende unite da una comune filosofia di produzione.”I vini sono umani, frutto dell’impegno dell’uomo nel mantenere e salvaguardare ciò che la natura offre, con la coscienza di offrire quella onestà di produzione che li rende unici e distintivi”. Alla cena si è anche parlato di verdure selvatiche con il professore Rosario Schicchi, autore del libro “Verdure spontanee di Sicilia. Guida al riconoscimento, alla raccolta e alla preparazione” (edito da Idimed), insieme ad Anna Geraci.

“Più passa il tempo – ha affermato il professore Schicchi nel corso della serata – minore è il numero di persone che conoscono le verdure spontanee. In Sicilia sono circa 253 quelle consumate. Una quantità incredibili, un patrimonio da salvaguardare anche per gli enormi benefici che offre alla nostra salute”. Ma come riconoscerle? “E’ un gioco, basta prenderci l’occhio. Come si fa per i funghi, bisogna passeggiare e osservare”. Le verdure raccolte in giornata per l’evento sono state le protagoniste dei piatti preparati durante la cena. Si è spaziato dai cardi selvatici in pastella alla borragine alle frittelle di finocchietto selvatico, accompagnati da Aurora 2015, vino da uve Carricante coltivato da Salvo Foti sulla zona Est dell’Etna in un vigneto a 750 metri di altezza che guarda il mare. Le verdure, tra l'altro, danno un apporto benefico alla salute perché in molti casi sono cibo-medicina: ade esempio i cavolicelli sono antitumorali; la cardella e la cicoria sono depurative; i cardi selvatici sono alleati del fegato; la borragine ha un'azione emolliente e favorisce la cicatrizzazione delle ossa in caso di fratture.

Immancabili le ormai note pizze e paste cresciute di Dario Genova, arricchite da verdure, come l’ottima pizza con “cavolicelli e sasizza”, in abbinamento a Vinujancu 2014 de I custodi delle Vigne dell’Etna, al Suber dell’azienda Daino di Caltagirone, al Frappato 2014 di Guglielmo Manenti, coltivato nella zona dell’unica Docg siciliana, il Cerasuolo di Vittoria. Tra vari assaggi, un ottimo secondo, il brasato al vino rosso, accompagnato da Aetneus 2010 I Custodi delle vigne dell’Etna, coltivato nei vigneti collocati a Castiglione di Sicilia sul versante Nord dell’Etna; anche in questo caso un vino senza compromessi, fedele interprete del territorio e del faticoso lavoro in vigna. Ciò che accomuna le aziende del consorzio I Vigneri sono infatti alcuni imprescindibili fattori: la storica coltivazione ad alberello, i vitigni autoctoni, il lavoro umano, la maestranza tramandata da padre in figlio, il rispetto dell’ambiente. “Il percorso dei Vigneri è un percorso di Vini Umani che parla di cultura e civiltà – ha detto Salvo Foti – Consumando un'erba spontanea o un vino si compie un gesto umano e di salvaguardia della storia. In definitiva il percorso dei Vigneri è un percorso di vitigni, vini e persone”

La cena si è conclusa con un dessert contadino a base di cachi e ricotta. Una semplice nota finale che ha suggellato la serata dai toni contadini, dai sapori genuini, proprio come quelli di un tempo.