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Il caso

Basta ai “recensori folli” di Trip Advisor. Ecco il logo da esporre negli alberghi e nei ristoranti

05 Ottobre 2015
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(Il logo contro Trip Advisor)

Da qualche tempo si vedono sempre di più nei ristoranti e negli alberghi adesivi con il simbolo di Trip Advisor (il gufo, ndr) sbarrato. Una sorta di divieto di accesso ai “recensori folli”.

La mente geniale di questa novità si chiama Roberto Peschiera. Lui è un Hotel Quality Advisor e per anni è stato uno dei responsabili della Guida Michelin. Insomma le recensioni sono il suo pane. E come tanti, si incuriosì al mondo di Trip Advisor. “E circa 4 anni fa – racconta – mi affidai per la prima volta a Trip Advisor per scegliere un albergo nel sud della Francia dove trascorrere l’anniversario di matrimonio insieme a mia moglie”.
L’albergo era descritto in maniera eccelsa, decantato come il migliore della zona. Eppure per Peschiera e la moglie le cose non andarono così bene: “Era una stamberga ed infatti fuggimmo il giorno dopo”.

Da quel giorno Peschiera cominciò a chiedersi come funzionava il mondo di Trip Advisor. Inviò una recensione negativa sull’albergo francese nel quale era stato. Ma non fu mai pubblicata: “E nessuno rispose mai alle mie mail di richiesta di spiegazioni”.
La goccia che fece traboccare il vaso si verificò circa venti giorni dopo la sua disavventura in Francia: “Un mio collega mi disse che aveva letto le mie due recensioni positive su un parco acquatico: “Figurarsi io, in un parco acquatico – dice -. Non solo non c’ero mai stato, ma non avevo mai scritto alcuna recensione”.


(Roberto Peschiera)

Peschiera, insomma, comprese che il sistema faceva acqua da tutte le parti. E creò un gruppo su facebook (Gufo? No grazie) che oggi raccoglie 3.200 iscritti. “Partì un po’ per caso – racconta Peschiera – cercando di trovare persone che avessero avuto esperienze simili alle mie. E oggi siamo più di tremila”.
Con l’aiuto di alcuni amici, nel tempo ha creato falsi ristoranti ed alberghi che, in poco tempo, sono diventati i migliori nelle città di riferimento. “C’è un albergo in Costa d’Avorio che abbiamo chiamato “Cascia Bal” (in milanese vuol dire caccia balle, insomma uno che racconta frottole, ndr) diventato il migliore in poco tempo, oppure il Buffetti, il ristorante che nel menu aveva matite, penne e carta carbone, o la fontanella del comune di Dolceacqua, in Liguria, diventata in pochissimo tempo la numero uno dei ristoranti del comune ligure”.
Insomma qualcosa non quadra: “Mancano i controlli di base – spiega Peschiera – nonostante mi abbiano detto che ci sono più di 20 controlli su ogni recensione”.

Entrare nel mondo Trip Advisor è facilissimo, uscirne no: “È praticamente impossibile – spiega Peschiera –, il tuo ristorante o il tuo locale o il tuo albergo non saranno mai cancellati. Mentre è possibile trovarsi recensiti e quindi avere una pagina dedicata senza averlo mai chiesto”.
Le malelingue parlano di alcuni accordi in denaro per cancellare le recensioni negative, ma è un fatto tutto da dimostrare. “Noi abbiamo sollevato il problema – conclude Peschiera -. La cara vecchia guida cartacea rimane sempre la migliore da utilizzare. Trip Advisor da chiudere? Se deve essere un mondo dove tutti per dispetto possono scagliarsi contro qualcuno che gli fa antipatia, sì. Quantomeno va rivisto”.

Giorgio Vaiana