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Famiglie dell'Amarone vs consorzio Valpolicella: il caso finisce alla corte di cassazione
Le Famiglie dell'Amarone continuano la loro battaglia legale e trascinano il consorzio all'ultimo grado di giudizio
(Alberto Zenato ed Andrea Sartori)
di Emanuele Scarci
Il vino va in Cassazione. Forse il primo caso nel complicato mondo del vino.
Le ex famiglie dell'Amarone d'Arte ricorrono al vertice della giurisdizione ordinaria italiana per dirimere una questione sulla quale i primi due giudizi hanno dato ragione al Consorzio di tutela della Valpolicella. Non si conoscono le motivazioni del ricorrente. Comunque un bagno di sangue per entrambi i contendenti che dovranno sostenere ulteriori spese giudiziarie, oltre che un danno d'immagine prolungato per la Valpolicella. Intanto il 23 gennaio le Famiglie storiche, probabilmente in sede conciliativa, presenteranno una proposta presso la Camera di commercio di Verona per chiedere la chiusura del contenzioso.
Lo scorso ottobre la sentenza della Corte d'appello di Venezia, respingendo il ricorso delle Famiglie storiche, ha ravvisato gli estremi della concorrenza sleale e ha vietato l'utilizzo del nome "Famiglie dell’Amarone d’Arte" (leggi questo articolo). Ha quindi disposto la nullità del marchio e del Manifesto dell’Amarone d’Arte. L'associazione Famiglie Storiche è nata nel 2009 e conta 13 soci: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato. Alcuni nomi hanno scritto un pezzo di storia della Valpolicella. Oggi presidente dell'associazione è Alberto Zenato.
Sulle ragioni della rottura tra Consorzio e Famiglie storiche ci sarebbe, secondo quest'ultime, il ruolo preponderante svolto dalle cooperative: i voti delle cooperative sarebbero alla base di politiche della qualità inaccettabili. Inoltre negli ultimi anni il Consorzio avrebbe favorito l'estensione dei vigneti fino agli oltre 8 mila ettari attuali, +30% nell'ultimo decennio. Oggi i soci del Consorzio sono 2.300, di cui 300 aziende imbottigliatrici. Il Consorzio respinge gli addebiti sul fronte della qualità dell'Amarone, mentre nel 2019 il presidente Andrea Sartori ha varato una serie di restrizioni produttive, anche con un nuovo disciplinare, che dovrebbero consentire di venire a capo dell'iper-produzione. Allo scorso dicembre, Cantina Italia segnalava in fase di affinamento 462 mila ettolitri (+15% in un anno) di Amarone, pari a 57 milioni di bottiglie di Amarone, più o meno corrispondenti a quattro annate. L'Amarone è business lucroso: si producono ogni anno circa 13 milioni di bottiglie con un giro d’affari al consumo di 334 milioni di euro (prezzo medio 25 euro a bottiglia). Il 65% è destinato all'export.
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