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Il caso

“No” alla mozzarella di bufala Dop congelata: bocciata la proposta del consorzio

27 Dicembre 2019
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La richiesta è stata bocciata dal ministero. Per il consorzio il prodotto congelato senza liquido di governo avrebbe fatto risparmiare soldi sulle spedizioni. Intanto nel 2020 aumenterà il prezzo del prodotto finito


(Domenico Raimondo)

L’idea era tanto semplice quanto ingombrante. Modificare il disciplinare per consentire la vendita di mozzarella di bufala a marchio Dop congelata. 

Per consentire lunghi viaggi e un utilizzo lontano dal luogo di produzione. Ma il ministero ha detto “no”. No alla modifica del disciplinare. E quindi no alla vendita della mozzarella di bufala Dop congelata. È un no che pesa sebbene di mozzarella di bufala congelata in giro ce ne sia parecchia. Ma senza il marchio Dop. E quel cerchietto colorato fa la differenza. A presentare il progetto due anni fa era stato il presidente del consorzio Domenico Raimondo, ai tempi fresco di rinnovo alla carica di numero 1 del consorzio. L'idea del congelamento (in etichetta sarebbe spuntata la dicitura “frozen”) era stata proposta prima alle quattro regioni che fanno parte del consorzio (Campania, Lazio, Puglia e Molise) e aveva come scopo quello di ridurre i costi delle esportazioni, che così potrebbero avvenire anche via nave e non obbligatoriamente via aereo. Ma le modifiche in realtà erano anche altre: dall’eliminazione dell’attuale limite di peso fissato in 3 chili al permesso di variare le forme oltre a quella tradizionale. Raimondo spiegava che il congelamento avrebbe evitato di trasportare il liquido di governo, che influisce e tanto sui costi di spedizione. Ma proprio il liquido di governo, caratteristica fondamentale della mozzarella di bufala Dop, ha fatto pendere la bilancia, secondo fonti bene informate del ministero, a dire “no” alla richiesta del consorzio.

Una sconfitta, dunque, per il consorzio che precisava che a finire in congelatore sarebbe stata solo la mozzarella e non il latte, che dovrebbe continuare ad essere prodotto in zona e utilizzato entro 60 ore dalla mungitura. Una questione che ai tempi aveva suscitato parecchio clamore, tanto che anche il Parlamento italiano si era occupato della vicenda. Negli ultimi dieci anni la mozzarella di bufala Dop sta vivento una vera e propria “golden age”. La produzione è aumentata di quasi 40 punti percentuali, mentre l'export ha fatto segnare un aumento record del 150 per cento e rappresenta oggi il 30 per cento del totale del fatturato. Francia e Germania i paesi che comprano più mozzarella di bufala Dop. Ad aggiudicarsi il primato nell'export è la provincia di Caserta con quasi il 75% del prodotto esportato, fanalino di coda Napoli e Foggia, con il 2,5 % e l'1% di export. Altri dati interessanti sono: l'incremento di fatturato rispetto all'area Nord Ovest, Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta, dove si è registrato un +3%, e il segno +6% per il canale discount. Nel 2018 il fatturato alla produzione è stato pari a 400 milioni di euro, quello al consumo è di 745 milioni di euro con 100 caseifici certificati, quasi 1.500 allevamenti, 350 mila capi di bestiame e oltre 11.200 addetti ai lavori, indotto compreso. Secondo i dati del Consorzio di tutela nel 2018 si sono prodotte 49.398 tonnellate di mozzarella nelle 5 province dell'area Dop, (Caserta, Basso Lazio, Foggia, Salerno e Napoli), di cui il 67% per il mercato italiano e 33% all'export. Una produzione che ha visto un aumento del 5% rispetto al 2017. Mentre per il 2019 tra gennaio e ottobre le consegne di latte di bufala hanno superato quota 235.464 tonnellate, in crescita dell'1,5% rispetto allo stesso periodo del 2018. La lavorazione ha portato, invece, a una produzione di 43.338 tonnellate di mozzarella di bufala campana Dop, con un incremento dell'1,4% in più su base tendenziale. Anche il latte di bufala ha beneficiato di questo successo.

In 4 anni il prezzo di un litro di latte è passato da 1,23 euro al litro a oltre 1,70 euro al litro. Cifra strabiliante, se si pensa che il latte bovino ha una quotazione di 40-42 centesimi al chilogrammo. E il 2020 porterà l'aumento dei prezzi della mozzarella di bufala Dop per quanto riguarda il prodotto finito di circa 70-80 centesimi al chilo. Tutto nasce dall'incremento del prezzo del latte di 40 centesimi e da aumenti su altri componeneti della filiera. La mozzarella fino ad oggi non aveva subito ritocchi poichè la differenza era stata totalmente assorbita delle aziende casearie. I trasformatori però mantenendo costante il prezzo di vendita al dettaglio – in Campania è intorno ai 10 euro al chilo, nel resto di Italia può arrivare anche a 20 euro al chilo- hanno visto ridursi troppo il proprio margine. Da qui la decisione delle nuove tariffe che dovrebbero scattare con il nuovo anno. L’aumento sarà più sentito dai consumatori nella vendita al dettaglio nei piccoli caseifici, mentre le grandi catene verrà ammortizzato a 50 centesimi. Una novità che non sembra però preoccupare i produttori poichè la vendita della mozzarella Dop non subisce rallentamenti.

C.d.G.