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Il personaggio

La chef stellata Patrizia Di Benedetto: “La mia Panarea. E la mia cucina al Raya”

12 Settembre 2019
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(Patrizia Di Benedetto e il suo staff a Panarea)

Una stagione in quell’isola eoliana, Panarea, da cui assorbire energia, emozioni, asprezza e dolcezza. 

E una stella, quella Michelin della chef palermitana Patrizia Di Benedetto, che ha fatto brillare la cucina del Raya, l’hotel più amato dai vip. Ecco il suo racconto, raccolto da Francesca Landolina, fatto di suggestioni, sapori, senso del lavoro e passione, che guarda già con un pizzico di nostalgia la fine dell’estate, anche se l’esperienza da chef di Patrizia al Raya proseguirà fino al 10 ottobre.

di Patrizia Di Benedetto*

Panarea è svegliarsi al mattino, aprire la finestra della tua stanza e guardare il mare con Basiluzzo da una parte e Stromboli dall’altra. È non sentire i rumori della città, delle auto, il suono dei clacson e l’odore di smog. È andare, appena sveglia, al bar di Carola, giù al porto e mangiare una delle sue meravigliose granite di frutta con una brioche appena sfornata. Panarea è passeggiare tra le sue stradine e sentire il profumo dei fichi che crescono sugli alberi e delle piante di capperi. Tutto questo me lo porterò dentro insieme ad una dolce malinconia per l’estate che sta finendo. Ho cominciato così, quest’estate, l’esperienza di cucina al Raya Hotel, un luogo che non ha bisogno di molte parole per descriverne la bellezza. Fulcro della gioia di vivere eoliana, tra silenzi e ritmo di musica, terra e mare sconfinato, albe e tramonti che tolgono il fiato.

Lavorare nell’isola è faticoso, senza dubbi, ci sono limiti per uno chef che deve pensare alla spesa, gestire gli ordini, farsi arrivare le materie prime, da Lipari per il pesce, da Milazzo per il resto delle cose, perché sull’isola trovi solo un po’ di capperi e frutta. Lavorarci richiede tanta energia; il lavoro è incessante e può essere portato avanti solo se spinti da una forte passione, perché le ore che scorrono in cucina alla fine se provi a contarle, ti perdi. Ma bastano il fruscio del vento e la frescura del mattino, l’odore del mare, un meraviglioso tramonto a ridarti la carica, insieme, soprattutto, alla gratificazione che ricevi dai clienti. Già mi porto dentro ricordi memorabili, momenti unici condivisi con la mia grande squadra di cucina. Tutti ragazzi, giovani e motivati. Ma anche in sala, dove a gestire la clientela, in modo magistrale, ci sono stati mio marito, Tony Barraco, insieme alla bravissima sommelier, Francesca Bacile. Il merito dell’ottima riuscita della stagione va a tutta la squadra. Poi, di cose da raccontare ce ne sono parecchie. Il Raya è meta di vip e di gente milionaria, ed è facile ritrovarsi a tavola Briatore ed altri. Un giorno è arrivato un russo con una super barca e ha cenato da noi, ma ha portato con sé tutta la squadra dei suoi camerieri perché servissero loro i piatti a tavola. Sembrano cose bizzarre, ma accadono al Raya. 


(Patrizia Di Benedetto)

Personalmente, ho avuto tanti stimoli dall’isola e anche la ma cucina ne ha assorbito l’essenza. Il menù l’ho ideato insieme allo chef Marco Piraino che ci ha affiancato e supportato, collaborando in modo impeccabile con noi al successo di questa esperienza professionale e umana. Ogni piatto è stato creato per esaltare i profumi eoliani. Tra gli antipasti non è mancato un mio must, il carpaccio di gamberi e maionese di bottarga, presente da tantissimi anni nel menù del mio ristorante a Mondello, la borgata marinara di Palermo, il Bye Bye Blues. Immancabili, gli spaghetti all’eoliana, che sono stati apprezzati tantissimo dai clienti, perché racchiudono tutti i sapori delle isole Eolie, con i loro ingredienti semplici, essenziali, gustosi: capperi, pomodori, pesce e origano. Tra i secondi, molto amato il pesce principe di Panarea, lo scorfano, che abbiamo preparato in tantissimi modi, lasciando che il suo profumo lasciasse dentro i clienti il ricordo di un’estate saporita e intensa. Il dessert che ha fatto impazzire tutti, e pensato da Marco, è stato chiamato “regno delle due Sicilie”, racchiude in sé tutti i profumi del Sud, spuma di babà, crumble di cioccolato e sorbetto al limone. Fuori dalla cucina poi ci sono sempre tanti stimoli da assorbire, quando sei a Panarea. Penso che la nostra squadra abbia dato al Raya quel tocco in più che mancava, completando l’offerta gastronomica, con una forte professionalità, ma il merito è di tutti. Uno chef è felice e soddisfatto quando ha una squadra che funziona, che si motiva, che lavora col sorriso e tanta energia. Sento che tutto questo me lo porterò dentro insieme ad una dolce malinconia per l’estate che sta finendo. Malinconia d’estate che, a settembre si fa sentire, ma che ti aiuta a conservare emozioni forti da trasmettere nei suoi piatti. Uno chef vive di questi momenti. Soprattutto se donna, sensibile a ciò che le accade, ad ogni singolo momento, ad ogni particolare che può ricevere dalla natura così dolce e selvaggia di Panarea.
 

*chef Bye Bye Blues