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Il premio

Mundus Vini, un solo vino siciliano premiato con la Gran Medaglia d’Oro

28 Marzo 2017
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Il riconoscimento a Lusirà 2014 di Baglio del Cristo di Campobello


(Carmelo Bonetta)

Non c’è nulla di inaspettato. Baglio del Cristo di Campobello accresce il numeroso elenco di premi e riconoscimenti al Gran Premio Internazionale Mundus Vini: Medaglia d’Oro per Lu Patri 2014 e Gran Medaglia d’Oro per Lusirà 2014, che ha ricevuto anche la speciale menzione “Best of Show Sicilia Red”. 

Alla degustazione di Mundus Vini. (leggi qui tutti i premi), 200 esperti di vino provenienti da 44 paesi, dopo aver assaggiato e giudicato 6.200 vini, hanno conferito 33 Gran Medaglie d’Oro nel mondo. Baglio del Cristo di Campobello è l’unica azienda siciliana ad aver ricevuto una delle 7 Gran Medaglie d’Oro assegnate all’Italia. La cerimonia di premiazione è avvenuta alla ProWein di Düsseldorf e non si può certo dire che il risultato sorprenda per una cantina che porta alto il nome della Sicilia nel mondo.

Il perché del successo è sotto gli occhi di tutti e non sfugge al consumatore, che al di là dei premi, è il giudice più severo di chi questo lavoro lo fa con passione. “Siamo profondamente attaccati alla nostra terra e il nostro quotidiano impegno è nella costante ricerca di vini che abbiano sempre più un forte carattere e una spiccata personalità, che siano espressione del nostro territorio e trovino l'apprezzamento di chi li beve”, afferma Carmelo Bonetta, patron dell’azienda. Piedi ben saldi per terra, vignaiolo e artigiano del vino dalla nascita, Carmelo parla con la consapevolezza di chi sa bene che occorrono sacrifici e passione per dare il meglio.

Nei 30 ettari di vigne dai terreni calcarei e gessosi, le viti a 300 metri di altezza dal livello del mare e circa 8 chilometri dalla costa, godono di un privilegio unico dato dal clima, dal suolo e dalle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Eppure qualcosa fa la differenza in quella contrada agrigentina che la gente del luogo ha sempre chiamato Contrada du Cristo per il grande Crocifisso piantato nella terra e venerato, a Campobello di Licata: il religioso rispetto per la terra. Vocazione, cura della vigna centimetro dopo centimetro e cura umana sono i veri ingredienti del successo che alla cantina è stato  riconosciuto fin dal primo vino immesso nel mercato. “Nel 2009 comincia la commercializzazione di Lu Patri, il nostro Nero d’Avola in purezza ed è subito un successo insperato; entravamo nel mercato in un periodo di crisi, ma sapevamo bene con quanta esperienza e sacrifici avevamo prodotto l'uva e con quanta cura l’avevamo trasformato in vino – racconta – e quell’inizio ci ha dato e continua a darci la spinta per fare meglio. Oggi i riconoscimenti servono, ma è l’apprezzamento di chi ci sceglie a darci forza, perché è un mestiere duro quello del vignaiolo e niente altro può dare sostegno, se non questo: avere passo dopo passo la conferma di essere sulla buona strada”.

Vigneti selezionati, attenti diradamenti, basse produzioni, vendemmie precise, raccolta delicata, pressature soffici, lunghe macerazioni, affinamenti sulle fecce fini, controllo delle temperature e dell'evoluzione sia nelle botti che nell'acciaio, ma specialmente l'aver saputo interpretare le caratteristiche della terra sono i motivi del successo dei Bonetta. “Profeti in patria” così parla della sua famiglia Bonetta, “perché da sempre abbiamo scelto di essere presenti nella nostra terra”. Le circa 300 mila bottiglie prodotte infatti vengono vendute soprattutto in Sicilia per il 35 per cento dei casi. Al resto d’Italia va un 35 per cento e il resto all’estero. Ma oltre i confini c’è una precisazione da fare. “Sebbene siamo presenti in circa 20 Paesi, a noi importa curare le relazioni con i nostri importatori, scegliere persone che si innamorino dell’azienda e che sappiamo trasferire il significato di tanti sacrifici. L’onore di venire rappresentati al mondo da chi può e vuole dare valore al nostro impegno è più soddisfacente di qualche bottiglia in più venduta”.

Le bottiglie Baglio del Cristo di Campobello del resto non faticano affatto a vendersi. Nove etichette per un totale di 300 mila bottiglie vanno a ruba ancor prima che termini l’anno. Adesso l’azienda presenterà le nuove annate al prossimo Vinitaly e, stando alle parole del produttore, l’annata 2016 sarà da non dimenticare. “Consapevoli delle esperienze passate, quest’annata è sorprendente per noi stessi. La vendemmia 2016 è stata una delle migliori e i vini hanno trovato un equilibrio perfetto. Bianchi caratterizzati da spiccati profumi e rossi pieni di frutto  ed eleganti”.

Al termine della nostra chiacchierata, chiediamo al produttore quale progetto vorrebbe realizzare per la sua azienda. Il ricordo va al fratello con cui si costruiva un sogno, oggi da continuare. “Con mio fratello Mimmo immaginavamo quel baglio ristrutturato col vecchio palmento, per ospitare chi ha voglia di conoscere e vivere l’azienda a 360 gradi. Riprenderò quei progetti e con il tempo e la giusta “adenzia”, così si dice ad Agrigento, per dire pazienza e cura meticolosa, darò vita al sogno. Non certo per fare commercio, ma perché è nostra gioia poter condividere il senso di questo lavoro con chi beve i nostri vini. C’è tanto dietro un calice di vino. C’è un territorio con le sue specialità. C’è la gente. Ci sono le vigne che per noi sono persone. Ed è questo il valore di Baglio del Cristo di Campobello. Il consumatore ci apprezza già ma vogliamo che viva con noi l’essenza del nostro lavoro, tanto difficile quanto gratificante perché fatto con passione e impegno senza sosta”. 

F.L.