Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il prodotto

Un assaggio dell’ultimo nato in casa Portinari

11 Febbraio 2013
taihp taihp

di Massimiliano Montes

Il Tai rosso di Daniele Portinari è uno dei vini che più mi ha sorpreso ultimamente.

Assaggiato a Villa Favorita l'anno scorso, riassaggiato a Fornovo di Taro, e finalmente bevuto come si deve ultimamente.


Daniele Portinari

Dal 2007 per disposizione della Comunità Europea non è più possibile usare in Italia il nome Tocai, in quanto simile al nome ungherese Tokaji, che identifica sia una città che un vino. Tai è il nome che da allora è stato dato a questo autoctono veneto. Ma Tai in lingua friulana significa anche “bicchiere” di vino. Un Tai di rosso è un calice di vino rosso.
I miei quattro lettori conosceranno sicuramente questo vitigno, forse con altri nomi: grenache, alicante, cannonau. Oppure guarnaccia in Campania e Sicilia. Analisi genetiche e molecolari, nel 1990, hanno confermato che si tratta proprio della stessa uva, chiamata diversamente dalle popolazioni locali, e probabilmente dispersa nel bacino del Mediterraneo da francesi e spagnoli.

Nel vicentino ci sono tracce di quest'uva nelle leggende locali, che la vogliono introdotta dai Canonici di Barbarano nel XIII secolo. Storicamente, la prima descrizione del tocai rosso risale agli anni '40, con la denominazione di Tocai di Barbarano. Oggi è uno dei vitigni più diffusi in Veneto e Friuli.

Il Tai rosso è l'ultimo arrivato in casa Portinari. Da un vigneto di recente impianto, Daniele dal 2009 vendemmia questo Tai in purezza. L'azienda Portinari coltiva anche merlot, cabernet sauvignon, pinot bianco e tai bianco, impiantati tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, nel comune di Alonte, in provincia di Vicenza, a ovest dei Colli Berici.
Daniele è un convinto assertore della naturalità nei processi produttivi, dalla vigna alla cantina. In vigna usa solo piccole quantità di rame e zolfo. In cantina fermenta spontaneamente, senza inoculare lieviti selezionati, non usa additivi chimici o coadiuvanti, e non filtra.


Vigneto di Portinari

La prima volta che ho assaggiato questo vino è stato l'anno scorso a Villa Favorita, ed era proprio la prima vendemmia, il 2009. Recentemente ho invece bevuto la seconda annata di Daniele, il 2010. Nonostante la gioventù delle viti, il risultato è eccellente.

Rosso rubino, di un bel colore intenso, trasparente sull'unghia, è un vino vivo. Il profilo aromatico ha una naturale evoluzione dopo l'apertura della bottiglia. All'inizio intriga con aromi di gelsi neri e di confettura di gelsi, mora e confettura di mora, petali di rosa in essiccamento, radici di liquirizia. Col passare del tempo gli aromi si approfondiscono, diventano più seriosi. La componente fruttata e floreale viene affiancata da cuoio e pelle, un leggero goudron, sottobosco e corteccia d'albero. Il finale si allunga e la persistenza raggiunge tempi rimarchevoli.

È proprio buono questo Tai, riesce a coniugare la piacevolezza di un frutto scuro e passionale con una mineralità e una profondità che emergono nei tempi e nei modi giusti. Credo che in futuro, con la maturazione dei vigneti e l'approfondimento dell'apparato radicolare, questo vino ci riserverà ulteriori sorprese.

Azienda Agricola di Daniele Portinari
Via Colombello  Alonte – Vicenza 
tel. 0444 830182
www.viniportinari.it
danieleportinari@gmail.com info@viniportinari.it