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La curiosità

Ecco cosa è piaciuto della Sicilia ai master of wine

21 Maggio 2012


I MW in visita in Sicilia tra i vigneti

Il territorio dell’Etna con i suoi Nerello Mascalese, Carricante, ma anche  Nero d’Avola, Grillo e Insolia  le varietà più apprezzate, specie se in blend.

Queste le prime impressioni di alcuni dei 22 Master of Wine che hanno visitato la Sicilia del vino in un viaggio studio, durato una settimana, promosso da Michele Sah srl e dall’Irvos. Sono state carpite durante la cena di chiusura del tour organizzata dall’Istituto alle Terrazze dell’Hotel Centrale, in Corso Vittorio Emanuele a Palermo.


I Master of Wine mentre degustano in una cantina durante il loro tour in Sicilia

Certo è che ritrovarsi a un tavolo con alcuni dei massimi esperti del settore e sentirli parlare della nostra terra con grande entusiasmo, fa un certo effetto. La loro presenza sull’Isola, evento unico che ha visto anche la delegazione accompagnata dal presidente Lynn Sheriff, rappresenta “un passo importante per la promozione del brand Sicilia all’estero”, proprio come ha affermato il direttore generale dell’Irvos Dario Cartabellotta alla presentazione della cena.

Secondo i Master of Wine John Hoskins, Jane Boyce, Tim Atkin, Christy Canterbury and Pedro Ballesteros Torres, sarebbe riduttivo considerare la Sicilia una regione in ragione della biodiversità dei suoi terroir, la cosa che li ha più impressionati. Per loro l’Isola che si sono trovati davanti è un vero e proprio continente. Torres parla a nome dei colleghi e punta l’accento su tutte quelle caratteristiche che variano da una provincia all’altra e che rendono la Sicilia un territorio unico. In generale, secondo il loro modo di interpretare e considerare un vino, non esprimono una preferenza in particolare, bensì apprezzano quelle caratteristiche che secondo loro deve avere un vino pensato per  incontrare un gusto internazionale e che quindi si avvicini a quegli standard o caratteristiche che possono esprimere varietà come il Pinot Grigio o lo Chardonnay. Deve essere fresco, fruttato, con sentori floreali. I bianchi possono essere anche in blend, purché ben bilanciati e anche tra varietà autoctone ed internazionali, come il Grecanico, lo Chardonnat, Insolia e lo Chardonnay. 


Foto di gruppo dei MW alla cantina sperimentale G. Dalmasso di Marsala

Nel giudizio sui vini, durante la chiacchierata, si è riscontrata molta coerenza, pareri unanimi. Ed è emerso il grande interesse nel volere scoprire i tesori della nostra Isola. Non solo i vini ma tutto ciò che gravita attorno ad essi, dalla ristorazione all’hotellerie. 

*Foto di Giuseppe Nasca

 

Maria Antonietta Pioppo