Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Le cinque arancine al burro più buone di Palermo

12 Dicembre 2011
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Partiamo da un assunto. Quello che abbiamo assaggiato non ci ha esaltato. Il livello medio tende al basso e la cosa non ci fa piacere. Tuttavia riteniamo di dare un contributo di conoscenza a tutti i nostri lettori e speriamo che questa nostra iniziativa funga da stimolo per migliorare uno dei simboli del cibo di strada palermitano.

Con questa premessa vi raccontiamo di aver degustato le arancine al burro di dieci bar palermitani e di aver fatto un confronto per decretare quelle più buone. Alla vigilia – non vi sfugga il dettaglio – del giorno in cui i palermitani ingollano arancine a sfinirsi, ovvero il 13 dicembre, Santa Lucia, giorno che la religione cattolica nel capoluogo siciliano vorrebbe di digiuno dalla pasta e dal pane e che invece è diventato il giorno di una grandissima abbuffata di riso e patate. E quindi soprattutto di arancine. Sulla falsa riga dei ben più tecnici e rigorosi criteri di analisi sensoriale utilizzati per valutare il vino, abbiamo tentato un approccio simil/scientifico, almeno per quanto possa essere concesso visto la tipologia della pietanza. Così procedendo: all’esame olfattivo considerando il colore, la forma, l’impanatura, la compattezza; all’esame olfattivo la “finezza” della frittura; al gusto la croccantezza dell’impanatura e la sua consistenza, la qualità del riso, la sua cottura e il sapore. Per quanto riguarda il condimento abbiamo analizzato la qualità del prosciutto e il tipo di taglio, quella del formaggio utilizzato, la gradevolezza della besciamella e del burro. Nel giudizio finale si è tenuto conto della bontà complessiva. Alla degustazione ospite come guest star ha partecipato Roberto Puglisi, giornalista, curatore del sito www.livesicilia.it, e grande divoratore di arancine.

Andiamo quindi subito alle arancine dei cinque bar che ci sono piaciute di più:


Arancine del bar Bristol

Le arancine del Bristol di via Emerico Amari, 28. Belle alla vista, dalla forma compatta e invitanti. Ci è piaciuta sia all’olfatto, per una buon fragranza che sprigiona dall’interno, che al gusto dove ha riconfermato le sensazioni piacevoli. Appetitosa. Croccante la panatura. Gradevolissimi i chicchi al giusto grado di cottura e ben separati tra di loro. Ottima cornice per il condimento, saporito, equilibrato nel complesso con una buona qualità degli ingredienti. Buone per il sapore del burro e della mozzarella.
Prezzo: 1,70 €


Arancine del bar Gardenia

Le arancine del bar Gardenia di via Tommaso Natale, 87. Ci è piaciuta la doratura e all’olfatto sapeva di buona frittura. Il riso, leggermente insaporito con lo zafferano, ben si lega al condimento dove risalta la dolcezza soprattutto della mozzarella. Ottimo il prosciutto.
Prezzo: 2 €


Arancine del bar Spinnato

Le arancine di Spinnato di via Principe di Belmonte, 111. Buono l’odore di frittura e il colore dell’impanatura giallo dorata. Compatta e croccante. Al gusto prevale il burro, buono il prosciutto sfilacciato. Buono anche il retrogusto dolce del burro.
Prezzo: 1,80 €

  
Arancine del bar Massaro

Le arancine di Massaro di via Ernesto Basile 8. Hanno una buona impanatura, consistente e croccante. Molto saporita nel complesso.
Prezzo: 1,50 €


Arancine del bar Alba

Le arancine del Bar Alba di Piazza Don Bosco. Perfette nella doratura. Buona la compattezza dell’impanatura. Molto gustoso il ripieno.
Prezzo: 1,80 €

 
Da sinistra Maria Antonietta Pioppo, Massimiliano Montes, Roberto Puglisi

 
Roberto Puglisi in un momento della degustazione

Citiamo anche le arancine degli altri bar selezionati: quelle del bar Recupero, di Oscar, di New Paradise, di Matranga e del bar Marchese. 
Se i metodi di lavorazione sono differenti, comune a tutti purtroppo è un solo fattore, la nota dolente di questa degustazione: la qualità dell’olio usato. Abbiamo riscontrato odori che ci hanno fatto sospettare di un olio usato parecchie volte o addirittura scadente. Una pecca, da non sottovalutare, che denota poca attenzione all’ingrediente, alle materie prime, diffusa in particolare in questo settore della rosticceria. A conclusione dell’assaggio ci siamo lasciati quindi con questa considerazione. Partendo dal fatto che non hanno mai fatto male a nessuno e che dinnanzi alla loro appetibilità si è disposti a sorvolare su determinate cose, questo in fondo ne costituisce il fascino gastronomico, con qualche piccolo accorgimento in più si potrebbero pensare le regine della rosticceria anche come specialità importanti dal punto di vista nutrizionale, e non di massa o poco salubri. Cosa che nulla toglierebbe alla veracità del gusto che tanto ce le fa amare.
  
Hanno partecipato alla degustazione:  
Roberto Puglisi 
Salvo Giusino
Massimiliano Montes
Roberto Carnevale
Maria Antonietta Pioppo
Manuela Laiacona