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La degustazione

Non solo Chianti: Campo del Monte rivela a Milano i suoi “calici” migliori

22 Luglio 2019
Mauro_Bertolli_e_Stefano_Mantellini Mauro_Bertolli_e_Stefano_Mantellini


(Mauro Bertolli e Stefano Mantellini)

di Michele Pizzillo

Seguendo gli incontri “chiacchierando con il produttore” che Mauro Giacomo Bertolli – che possiamo definire giornalista talent-scout per le sue continue scoperte – organizza presso il “Milano Tasting Room” si è sicuri di fare “incontri” interessanti. 

E’ il caso di Campo del Monte, l’azienda, con annesso agriturismo, portata avanti dagli eredi di Benito Mantellini – Stefano, Paola, Giovanna, Anna – a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo. A Milano, all’incontro presso l’accogliente ed attrezzato concept allestito da due giovani esperti sommelier come Elisa Castaldo e Roberto Lo Russo che in poco tempo ha conquistato l’attenzione di produttori, esperti e appassionati di vino e di tutto quello che gira attorno alla cucina, a rispondere alle domande di Bertolli, è stato Stefano, che pur non facendo il viticoltore a tempo pieno, ha raccontato con forbita competenza i vini della Doc “Valdarno di Sopra” che produce nell’azienda di 30 ettari (9, però, gli ettari vitati) che si trova lungo la strada “Terre da vino di Arezzo”, a metà strada tra Firenze e Siena, che attraversa un’area di grande interesse artistico e paesaggistico.

Qui la famiglia Mantellini produce Chianti, Vinsanto e bianchi da Chardonnay e Malvasia, per un totale di 15.000 bottiglie – le potenzialità, però, sono per 55.000 bottiglie, confida Stefano -, che a Milano, a fare da corollario alla chiacchierata con Bertolli, al duo Castaldo-Lo Russo ha affidato 6 vini – tutti ottenuti da uve coltivate con i metodi dell’agricoltura biologica – da degustare con i piatti preparati da Chiara Guenzi, chef della “Milano Tasting Room” che ad ogni incontro studia il menù più adatto per esaltare al meglio le caratteristiche dei vini che a mano a mano vengono raccontati da Bertolli e il produttore ospite. E, così, tra una domanda del giornalista, la risposta di Mantellini, la partecipazione alla chiacchierata del pubblico presente alla serata, Chiara sciorina i suoi piatti, Elisa e Roberto versano i vini in degustazione, commentati con gli abbinamenti di Chiara. 

Questi i vini della serata:

Baltea Chardonnay Valdarno di Sopra Doc 2018
Bianco vinificato in acciaio che si presenta con un intenso e persistente profumo di frutta esotica e sentori di frutta secca. In bocca è un vino fresco, sapido, con una buona acidità, una consistenza interessante e una persistenza tendenzialmente fruttata.

Chianti riserva Docg 2015
A secondo dell’esito della vendemmia, in questo vino può esserci la presenza di Cabernet Sauvignon. Per il millesimo 2015, che al recente Concours mondiale di Bruxelles ha conquistato la medaglia d’oro, invece, c’è solo Sangiovese in purezza che affina sei mesi in barrique e un anno in bottiglia. Il colore è rosso rubino, i profumi sono quelli della frutta a bacca rossa un fondo speziato. In bocca è un vino elegante, caldo, abbastanza tannico e leggermente speziato.

Isei Valdarno di Sopra Pratomagno rosso riserva Doc 2015
Questo è un super Tuscany ottenuto da un uvaggio di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrh prodotto per la prima volta nel 2003. E’ un vino di colore rosso rubino intenso con profumi prevalentemente di frutta a bacca rossa, supportata da belle note di spezie. Sapido, fruttato, fresco e tannico, giusto per un ottimo vino affinato un anno in barrique di rovere e un altro anno in bottiglia.

Rodos Rosso di Toscana 2015
Uve di Cabernet sauvignon vinificate in purezza, con il vino affinato un anno in barrique di rovere francese e un altro anno in bottiglia. Alla degustazione rivela un colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, profumi di frutti a bacca rossa sostenuti da belle nuance di vaniglia e spezie. Che, poi, si ritrovano in bocca insieme ad una tannicità abbastanza accentuata ma, nel complesso, equilibrata tra freschezza e persistenti note fruttate.  

Bucapentoli Valdarno di Sopra Doc 2017
L’etichetta è di ispirazione leonardesca e bucapentoli è il soprannome del contadino che facendo la classica scarpetta quasi buca la pentola per recuperare tutta l’essenza del ragù. E’ un vino ottenuto da Sangiovese (cloni di Biondi Santi 1) in purezza affinato un anno in bottiglia con bei profumi di bacca rossa e sapore abbastanza tannico e, comunque, sapido, fresco e un ottimo sorso caldo.

Il Conio Vin Santo del Chianti Doc 2005
Ottenuto da Malvasia bianca lunga del Chianti, appassita per 4 mesi e maturato, secondo la vendemmia, all’incirca 8 anni in caratelli di varie tipologie di legno e un anno di affinamento in bottiglie. Di colore ambrato con riflessi violacei e profumo intenso di frutta secca e frutti maturi a polpa gialla con sentori abbastanza speziati. In bocca è caldo, fruttato, speziato con prevalenza di sentori di pepe bianco e una persistenza delicatamente fruttata.