Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Oltre 50 anni di storia del Chianti Rufina: Fattoria Selvapiana svela i suoi tesori

26 Aprile 2019
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(Franceco Giuntini e Gaetano Saccoccio)

di Marco Sciarrini, Roma

La Rimessa Roscioli a Roma è stata il palcoscenico privilegiato di una verticale unica, che ha visto la Fattoria Selvapiana aprire lo scrigno delle proprie riserve e deliziare il pubblico presente ripercorrendo 44 anni di storia dell’azienda a partire dal 1965 per arrivare al 2009.

Le colline del Chianti Rufina sono situate alle pendici degli ultimi contrafforti dell’Appennino. I vigneti portano i nomi dei vecchi poderi d'epoca mezzadrile: Vigneto Bucerchiale, Vigneto Fornace, Vigneto Casanova, Vigneto Pesalova, Vigneto Al Pino. L’Azienda è a conduzione biologica fin dal 1990. Selvapiana nasce nel medioevo come torre di avvistamento e difesa della città di Firenze a nord, lungo la valle del fiume Sieve, trasformata in Villa, nel periodo rinascimentale fu la residenza estiva di nobili famiglie fiorentine e dei vescovi di Firenze. Fu acquistata nel 1826 da Michele Giuntini, banchiere fiorentino di successo e avo dell’attuale proprietario Francesco Giuntini, che ha condotto l’azienda dal 1957 al 1997. Francesco è stato tra i primi in Toscana a produrre vino da solo uve Sangiovese e a legare il vino bandiera dell’azienda ad uno specifico singolo vigneto, Bucerchiale. Nel 1979 ha prodotto la prima annata di Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale. Primo, nel 1978, a dare fiducia, intuendone le grandi capacità, a Franco Bernabei, consulente enologo ormai di fama internazionale, oggi la proprietà è gestita da Silvia e Federico, figli di Franco Masseti, fattore a Selvapiana dal 1953 al 1990. Selvapiana ha attualmente un estensione di circa 250 ettari di cui 58 ettari a vigneto, 36 ettari a oliveto e 140 a bosco. I terreni di proprietà sono dislocati su tre comuni, Rufina, Pelago e Pontassieve.


(Le bottiglie in degustazione)

Prima della verticale abbiamo chiesto a Federico Giuntini, proprietario dell’Azienda quali sono i progetti della Cantina e dei proprietari della zona: “Intanto bolle in pentola la modifica del disciplinare con la nuova denominazione Chianti Rufina Gran Selezione, che è in fase di discussione agli organi di controllo.  Dal 1932, quando il territorio è rientrato nel disciplinare del Chianti e i produttori hanno avuto sempre in testa quello di poter avere un vestito diverso tale da poter essere riconosciuto per le proprie caratteristiche e qualità”. Ad accompagnarci anche Gaetano Saccoccio event organizer, wine and food selection, nonché filosofo “di nulla accademia”, sempre in cerca di locande, vigne, vignaioli, artigiani o storie degne d’essere vissute e raccontate.

La verticale ha avuto inizio con
Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Docg 2009
Un anno in barrique e un anno di affinamento in bottiglia, la vinificazione è stata fatta in cemento. I toni ferruginosi lasciati in eredità dal tempo, sono evidenti, nota sanguigna, ma anche mentolata balsamica. Al palato grande pulizia, con tannini importanti, e solida spina dorsale di acidità, molto persistente. 

Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Docg 1999
Annata buona, è una pietra miliare nella storia dell’azienda, il colore rubino granato, al naso terra bagnata, humus, foglie bagnate, nota salmastra, liquirizia, ma anche fluide note balsamiche, rabarbaro e sentori di erbe mediterranee. In bocca sorprendente freschezza. Bocca  sanguigna e ampia. Tannino e acidità in completo equilibrio. 

Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Docg 1990
Colore granato, al naso sentore di caffè, radici, genziana, e una nota ferrosa di ruggine. Aperto, cedevole e di frutto. Un vino pronto, quasi grasso nel suo percorso gustativo. Il 1990 è l’annata del  presagio, anno in cui il calore benedetto per la maturazioni del sangiovese in Rufina annunciava le caratteristiche del vino futuro. Austerità, nerbo, e tenacia tannica. 


(La bottiglia del 1965)

Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Doc 1980
Annata difficile e fresca, nella quale la malolattica è stata fatta in bottiglia, al naso note di scatola di sigaro, in bocca una lama di acidità e sapidità e con tannini presenti ma non evidenti. Per molti di difficile interpretazione, il 1980 è l’annata del Rinascimento per la toscana del vino, la vendemmia dopo il 10 di ottobre, controllo della temperatura, sostituzione dei contenitori per la maturazione, che fino a quel momento erano cemento e legno di castagno. Nel giro di boa dei quasi 40 anni si mostra ancora fragrante e fresca in tutta la sua ravvivante acidità quasi a far sembrare i decenni del ‘90 meno giovani a confronto. Per dire come un problema al tempo della gioventù del vino possa divenire un suo pregio durante la maturità.

Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Doc 1978
Il colore inizia a diventare aranciato, al naso note affumicate ferro e ruggine, accompagnato da note balsamiche di zenzero, liquirizia e carruba. In bocca si ritrovano le sensazioni olfattive. 

Chianti Rufina Riserva vigneto Bucerchiale Doc 1965
Colore aranciato, ma al naso una sorprendente nota fresca balsamica, con polvere di caffè e ruggine, ed anche una nota eterea, in bocca si ritrovano le sensazioni olfattive.