Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La manifestazione

Genova Wine Festival, buona la prima: tra grandi classici e micro-produzioni

06 Marzo 2019
genova_wine_festival_1 genova_wine_festival_1

Camminando davanti al Palazzo Ducale di Genova, sabato pomeriggio, non passava inosservata una lunghissima fila di avventori in paziente attesa. 

Questa volta, tuttavia, non per ammirare le tele di Picasso o ascoltare la conferenza di un premio Nobel – eventi che il museo è solito ospitare nelle imponenti sale affrescate – bensì per un’insolita missione: scoprire e degustare i vini ospitati dalla prima edizione del Genova Wine Festival. Il Genova Wine Festival nasce dal sodalizio tra l’Associazione culturale Papille Clandestine, attivissima nella diffusione della cultura enogastronomica genovese, e il wine blog Intravino. Il Genova Wine Festival ha selezionato (ma selezionato davvero, con la S maiuscola, dietro rigidissimo invito, si dice) cinquantuno cantine italiane, prestando ovviamente una grande attenzione al territorio ligure (rappresentato da sedici produttori), ma non solo: si spazia infatti dall’Alto Adige alla Basilicata, si degusta dall’Oltrepò al Collio, si beve pugliese ma pure sardo, senza mai negarsi i piaceri dei grandi classici toscani, piemontesi e veneti. 

Laddove secoli addietro il Maggior Consiglio della Repubblica eleggeva il proprio doge, ci si imbatte oggi in giganti del vino come il friulano Gravner ed in microproduzioni locali come il Val Polcevera Coronata Doc di Bruzzone, si può incontrare la rockstar del Sangiovese Sean O’Callaghan e l’acclamato “conte del Syrah” Stefano Amerighi, ma al contempo si sorseggiano il “vino naturale del popolo” (una Barbera in bottiglia da un litro con tappo a corona, dalle Langhe con furore grazie a Poderi Cellario), i blasonati rossi dei Produttori del Barbaresco o gli autoctoni saluzzesi di Cascina Melognis. Mentre ci aggiriamo gaudenti tra i banchi di degustazione, non possiamo non chiederci quale criterio sia stato adottato per questa tanto eterogenea quanto riuscita selezione, vero punto di forza del festival. E se continuando il percorso, tra cantine così diverse, il nostro smarrimento non fa che aumentare, decidiamo finalmente di chiedere lumi ad uno degli organizzatori, che ci confida, sornione “li abbiamo scelti, semplicemente, divertendoci!”. 

F. P.