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La novità

Solo vitigni autoctoni, come 100 anni fa: rivoluzione per la Doc Contea di Sclafani

02 Settembre 2016
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Ne dà notizia il presidente Giuseppe Tasca d'Almerita: “Un passo importante”. Autorizzati solo Catarratto, Nero d'Avola e Perricone. Nel nome si aggiunge la dicitura Valledolmo


(Giuseppe Tasca d'Almerita)

“Nella Gazzetta Ufficiale numero 203, serie generale, è stata pubblicata la proposta di modifica del nome della Doc “Contea di Sclafani” in “Contea di Sclafani” o “Valledolmo – Contea di Sclafani” e modifica del relativo disciplinare di produzione dei vini”.

Una rivoluzione dunque per una mini Doc dell’entroterra siciliano che produce vini sempre piùinteressanti. A darne notizia è il presidente del consorzio Giuseppe Tasca d’Almerita, titolare insieme ai fratelli dell’omonima azienda che si trova proprio in piena Doc. Si guarda al futuro, ma senza dimenticare il passato. Perché il cambio più importante per la nuova Doc sarà la scelta dei vitigni consentiti: saranno gli autoctoni e solo 3. Si tratta del Catarratto per i bianchi e del Nero d’Avola e Perricone per i rossi. “Una modifica radicale – spiega il presidente – La nostra Doc nasce nel 1997 quando non esisteva la Doc Sicilia e qui ci divertivamo a fare sperimentazioni, studiando il territorio e cercando di capirne le potenzialità. Oggi, con il nuovo disciplinare facciamo un balzo indietro di 100 anni, quando qui si coltivavano solo autoctoni, ma lo facciamo pensando al futuro, cercando di valorizzare i nostri vitigni, il nostro territorio e queste zone”.
Un atteggiamento che Tasca d’Almerita definisce “stile Bordeaux”, visto che i 4 soci del consorzio (lo stesso Tasca, Castellucci Miano, Feudo Montoni e Fontanarossa) potranno scegliere le percentuali di uve da utilizzare nella produzione di rossi, mentre il bianco sarà in purezza (al 95 per cento, per una fisiologica presenza, visto il fatto che si tratta di vigneti molto antichi, di uve zibibbo).

“Credo che sia un passo molto importante per il nostro consorzio – dice Tasca d’Almerita – In realtà volevamo puntare tutto sul nome Valledolmo, vero epicentro della produzione enologica della zona, ma in giro non c’erano tante etichette con il nome Valledolmo scritto. Ci riproveremo fra 2 anni, perché ritengo che Valledolmo sia più rappresentativo del territorio, più conosciuto dal punto di vista geografico e foneticamente più semplice”.
Nel frattempo i soci potranno scegliere se in etichetta inserire la dicitura “Contea di Sclafani”, “Valledolmo – Contea di Sclafani”, “Contea di Sclafani – Sicilia” o “Valledolmo – Contea di Sclafani – Sicilia”.

“Non siamo assolutamente in competizione con la Doc Sicilia – precisa Tasca d’Almerita – anzi. È grazie alla Doc Sicilia che abbiamo iniziato ed oggi portato a termine questo progetto di rivoluzione della nostra Doc. Con loro c’è un progetto comune di valorizzazione dei nostri vini”.
Le rese per ettaro saranno 100 quintali per ettaro per il Nero d'Avola e il Perricone, 120 quintali per ettaro per il Catarratto. E gli ettari di vigneto, ovviamente, si sono ridotti: al termine dei conteggi dovrebbero essere circa 300.

Adesso bisognerà attendere 60 giorni per l'eventuale arrivo di ricorsi, poi la nuova Doc sarà realtà.

G.V.