Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La provocazione

Il frigorifero di un gourmet

20 Giugno 2011
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L’idea mi è venuta sfogliando le pagine palermitane di Repubblica. Ogni tanto spunta un personaggio famoso (famoso?) che apre lo sportello del suo frigorifero e fa vedere cosa c’è dentro.

L’idea non è originale, il magazine di Repubblica lo faceva alcun anni fa ma suggerisce qualche spunto sull’argomento frigorifero. Premesso che a leggere e vedere cosa contengono i frigoriferi di questi vip palermitani c’è da restare delusi. Conserve di basso profilo, vini discutibilissimi, latte a lunga conservazione, bevande gasate, pochissima fantasia, creatività assente, curiosità – non dico da gourmet ma da persona attenta verso il mondo – zero. E meno male che gli intervistati sanno che il cronista designato per l’articolo gli chiederà di aprire il frigorifero. Altrimenti non oso pensare cosa troveremmo.

E allora, il frigorifero di un gourmet cosa deve contenere? Non ci sono regole fisse ma alcuni fondamenti sono indiscutibili. Cosa non ci deve essere, per esempio? Margarine di qualsiasi genere, la negazione del volersi bene; pane surgelato, un’altra aberrazione dell’uomo moderno, meglio stare a stecchetto e mangiare altro se non si è bravi o capaci a comprare il pane fresco; le sottilette o le imitazioni di questo prodotto industriale che è un’offesa per chi ama i formaggi. Ovviamente a queste aggiungiamo tutte le forme di formaggi spalmabili industriali (Nomi? Philadelphia, Jocca…) che col formaggio non c’entrano nulla; poi, lo so di attirare improperi, ma io non ci vedrei neanche bibite gassate, la Coca Cola per esempio.

Meglio se proprio deve essere gasata, un bel Chinotto, bevanda un po’ vintage, italiana, antica. Anche se gli effetti di un bicchiere di coca cola o di un chinotto sono più o meno uguali su nostro organismo. Ma quanto meno la punta di amaro del chinotto la rende più intrigante. Surgelati? Non ammessi, tipo quelli quattro salti in padella, anche lì siamo davanti a casi di aberrazione. Una pentola con un po’ di acqua bollente e un po’ di spaghetti tirati fuori al dente con un po’ di olio extravergine e una spruzzata di parmigiano grattugiato sul momento vale molto ma molto di più di un pasto surgelato più costoso che è tutto ed il contrario di tutto. Niente formaggi, frutta e ortaggi ma non perché non meritino di essere inseriti nel frigorifero di un gourmet ma solo perché a parte i mesi estivi, quelli veramente caldi, possono stare benissimo a temperatura ambiente o sul balcone di casa. Il sapore ne avrà un beneficio. Ve lo assicuro. Insaccati, no problem. Ma perché, per esempio, la bresaola? Ormai è certissimo: la producono in Valtellina ma la materia prima viene dal Brasile. È carne di zebù, un pacifico ruminante che vive nel Sud America.

Ma con tutto il ben di Dio che abbiamo in Italia (Crudo di Parma, San Daniele, Suino nero ecc. ecc.) a che serve mangiare una sorta di prosciutto che finisce in Italia dopo aver percorso migliaia e migliaia di chilometri?
Gli yogurt vanno bene sempre. Il latte, bocciato quello a lunga conservazione? Di gran lunga meglio quello fresco. Trovarlo ormai è facilissimo. Serve solo un po’ di buona volontà. Vino? Perché no, ma un gourmet, per esempio, non beve quello in brik. E sta attento anche alle etichette. Non è una questione economica ma solo culturale perché spesso per alcuni prodotti spendiamo molti soldi, le industrie cercano profitti, il nostro palato cerca invece sapori genuini e salubri. O almeno dovrebbe. La testa va usata anche per mangiare. E nei vostri frigoriferi cosa non mettereste mai?

F. C.