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Francesca Curto e la Sicilia del vino che cresce: "Mantenere la qualità è la vera sfida"
(Francesca Curto - Ph Vincenzo Ganci)
Vendemmia 2016, nuovi progetti, la Doc Sicilia e le Fiere. Francesca Curto, dell’azienda Curto di Ispica in provincia di Ragusa fa il punto della situazione.
“Vendemmia quasi finita ormai – dice – ormai sono più tranquilla e rilassata. Perché, anche se adesso dovesse piovere, il più è fatto”. Sette referenze in azienda, qualità elevatissima, ma testa proiettata a migliorarsi ogni giorno. “Ogni giorno cerco un tassellino per elevarci ancora di più – spiega la Curto – Adesso sono contenta che la nostra azienda viene riconosciuta come simbolo di qualità ed eccellenza. Tutti i nostri sacrifici sono stati ripagati”. L’azienda Curto produce vini in una zona della Sicilia che sta pian piano “uscendo fuori”, anche se si trova all’ombra dell’Etna, uno dei territori enologici siciliani più apprezzati nel mondo. “Loro sono bravissimi – dice la Curto – E’ da 10 anni che ormai l’Etna è famoso. Ma credo che tutta la Sicilia dovrebbe fare brand. Serve però la collaborazione di tutti. Bisogna fare squadra”.
Perplessità sulla Doc “che serve solo se saputa sfruttare, ma è necessario puntare sulla qualità, altrimenti rimane una parola aggiunta in etichetta”. I vini siciliani vincono per il rapporto qualità/prezzo, “ma spesso questi prezzi sono troppo bassi – dice la Curto – e adesso è complicato tentare di alzare l’asticella del valore verso l’alto. Ci dobbiamo provare. Bisogna fare come i francesi. Lo so che sembra una frase fatta. Ma nei fatti è così. Loro magari si odiano, ma quando c’è d compattarsi per il bene del loro vino, lo fanno. Noi no. Qui c’è la differenza principale. Il vino siciliano sta bene “e me ne accorgo alle fiere – dice la Curto – La mia azienda sta crescendo tantissimo dal punto di vista qualitativo e i winelover se ne sono accorti. Produciamo dalle 70 alle 100 mila bottiglie, in base alle annate”.
Ama i vini rossi “m quelli corposi”, non rinuncia alle bollicine “soprattutto siciliane o gli champagne” e rivela un segreto: “Adoro i vini del Nord”. Dopo quelli di casa sua, però. Ora il suo obiettivo: “Mantenere gli standard raggiunti, che sembra una cosa scontata, ma per chi lavora in mezzo alla Natura tanto scontato non è”.
C.d.G.
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