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L'azienda

A caccia di tartufi nell’Appennino tosco-emiliano. Vi sveliamo (quasi tutti) i nostri segreti

24 Giugno 2019
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Oggi Cronache di gusto vi porta nell’appennino tosco-emiliano, sui colli di Savigno, piccola cittadina vicino a Bologna dove siamo stati accolti in tartufaia da Luigi Dattilo, fondatore di “Appennino Food Group”.

Iniziamo infatti nella parte più importante di questa azienda che anno dopo anno si sta facendo strada nel business del tartufo, vantando oggi il terzo posto nel mercato italiano come produzione. Appennino Food Group è inoltre l’unica società quotata in Italia e con grande attenzione all’export, tanti infatti sono i prodotti destinati a mercati esteri, con un’attenzione sempre maggiore alla qualità e alla lavorazione di un ingrediente tanto straordinario quanto delicato come il tartufo.


(Luigi Dattilo)

L’azienda nasce più di trent’anni fa dalla passione di Luigi Dattilo, che preferisce l’acquisto di un cane da tartufo a quello di un’automobile; scelta che si rivela vincente considerata oggi la crescita che ha avuto la società. La svolta arriva però alla fine degli anni '90, dove con il coinvolgimento del fratello si decide di dare una sferzata ai ritmi produttivi coinvolgendo gran parte del territorio, connotazione fondamentale per tutti i prodotti commercializzati in seguito dall’azienda.


(Angelo Dattilo)

Successivamente partirà anche una collaborazione con il ristorante stellato “Amerigo”, che dà vita a prodotti pronti di alta gastronomia, venduti oggi nelle migliori boutique e ricercati dai gourmet di tutta Italia. Altre partnership recenti, ma non meno importanti sono quelle con Selecta, Metro e con Rinascente, che propone i prodotti del gruppo anche in piazze molto importanti come quella di Milano. 


(Il tartufaio Adriano e il cane Macchia)

In tartufaia dal lato nostro ci rendiamo conto della genuinità della famiglia: Luigi Dattilo ci presenta Adriano, indissolubilmente legato al suo cane da tartufo Macchia con la quale vanta un raccolto annuo che supera il quintale. Due nasi d’autore, ci viene da dire. Con loro iniziamo a toccare con mano cosa significhi cercare il tartufo, un atto d’amore che permette di unirsi a natura, boschi e ai meravigliosi luoghi di questo appennino a molti è sconosciuto, ma che nasconde tesori inestimabili.


(A caccia di tartufi)

Ci uniamo anche noi alla raccolta, con Luigi che nel frattempo ci racconta che diversi sono gli alberi che possono dar vita a grandi tartufi. Il più famoso è quello del nocciolo, il suo preferito è quello della quercia, che dà vita a sfumature odorose a suo dire incomparabili. In effetti, quello che troveremo gli darà ragione. Anche noi riusciamo a divertirci e scegliamo di metterci in gioco, portando a casa un lauto bottino. La nostra esperienza, dopo un aperitivo, prosegue nel cuore produttivo dell’azienda. 


(Un tartufo trovato)

Guidati da Angelo Dattilo ci addentriamo nello stabilimento, dove ci vengono illustrate tecniche di lavorazione e di produzione dei preparati a base di tartufo. L’attenzione, la pulizia e la meticolosità che troviamo giustificano la qualità del prodotto finito. Tante poi sono le tecniche innovative che con gli anni sono state introdotte nella produzione, una su tutte la cottura a bassa temperatura, che permette ai profumi di sprigionarsi al meglio senza temperature troppo alte che deteriorerebbero il prodotto.  L’attenzione al marketing è molto forte, una cosa che ci colpisce è la proposta del “BtoB”, un’app che consente (da casa, seduti comodamente) di entrare dentro le celle frigorifere dello stabilimento e selezionare il proprio tartufo secondo estetica, grandezza e forma. Un servizio per chi con il tartufo ci lavora, vedi chef e addetti al settore. Curiosi di assaggiare le specialità a base di tartufo e ormai affamati, ci rechiamo all’agriturismo “Mastrosasso”, per degustare un pranzo con le materie prime del territorio e i vini dell’azienda.


(Tosone e friggione)

Dopo il recente addio di Irina Steccanella, un nuovo giovane chef ci delizia con varie portate che rappresentano la terra dei prodotti da cui sono composte. Le lavorazioni sono semplici ed esaltano la qualità dei prodotti. I primi tre piatti infatti, ne sono un esempio emblematico: Tosone e friggione, una crocchetta prodotta con un parmigiano stagionato tre giorni accompagnata da un concentratissimo sugo di pomodori e cipolle; l’insalata di carciofo violetto di San Luca, recentissimo presidio Slow Food e l’insalata di porcini, sono tre piatti che personalmente avrei piacere di trovare in alcuni ristoranti stellati. Gusto e territorio, in poche parole, il cibo. 


(Uovo montato)

Successivamente assaggiamo le tagliatelle al ragu di manzo e l’uovo montato con crema di formaggio, dove l’abbinamento col tartufo è assolutamente ben riuscito: sinuosità e grasso del formaggio, oltre al sempreverde uovo, producono il matrimonio perfetto tra questi prodotti. Menzione particolare anche ai vini degustati, che rispecchiano fedelmente un territorio che ha ancora tanto da dare e sul quale si potrà e si dovrà ancora investire. Il Sabio bianco frizzante merita l’assaggio, veramente ben riuscito. Con i dolci si concluderà poi questa giornata, tanto divertente quanto gustosa, che ci ha permesso di conoscere un’azienda di cui si sentirà parlare, che finalmente coniuga la passione più verace dei suoi proprietari alla consapevolezza nell’investire sul prodotto e sul marketing dello stesso.

Gianluca Rossetti

Appennino Food Group
Via del Lavoro, 14 – Savigno (Bo)
T. 051 960984
www.afoodgroup.it
Orari:  Dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17