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L'azienda

Aleks Klinec e l’arte di fare i vini: “Qui ho ricostruito tutto quello che era stato distrutto”

22 Settembre 2017
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(Aleks Klinec)

di Maria Casiere

“Il vino è la mia massima espressione, la mia vita. Tramite il mio lavoro trasmetto emozioni e riesco a soddisfare mente e anima dei degustatori. È come osservare un quadro, ascoltare una poesia e sentire la musica”.

Così inizia a raccontare Aleks Klinec. Una lunga storia vitivinicola. Il prossimo anno festeggeranno ben cento anni di lavoro tra i vigneti. Un secolo di sacrifici e passione. “Il mio bisnonno è arrivato qui dopo la prima guerra mondiale ed erano distrutti vigneti e case. Ha ricostruito tutto. In questo secolo abbiamo cambiato quattro bandiere  – spiega con orgoglio – Mio nonno era austriaco, mio padre italiano, io jugoslavo e i miei figli sloveni. Nella stessa casa siamo nati quattro generazioni diverse”, sorride.

Questa volta ci troviamo a Medana, sul collio sloveno. In queste aree, durante il comunismo, la legge proibiva la vendita ai privati. Solo i vini sfusi, con un basso profitto, erano acquistabili. Alla fine degli anni ’80 la Slovena ha iniziato ad avere leggi proprie e finalmente i produttori hanno potuto imbottigliare e vendere i loro vini. Oggi Klinec possiede sei ettari e mezzo di vigneto e non solo. Grazie ad un clima mediterraneo riesce a coltivare alberi di ulivi, fichi e agrumi. La posizione geografica è strategica. Situato a dieci chilometri dal mare e sotto le Alpi Giulie si crea un flusso marino con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte che fan si che si sviluppano aromi nell’uva. Alex sottolinea l'importanza del terreno in questa zona: “Marna Arenaria, ricca di sali minerali”, continua a raccontare mostrandoci un pezzo di terreno conservato. “Questa terra è stata ricavata da un crollo di una taverna – dice – composta da diversi strati di terreno; sabbia schiacciata, ricca di fossili chiamati Silina Medanica tipici di quest’area. Le radici riescono ad andare in profondità fino a otto metri. Se lavori bene in superficie, la pianta riesce a tirar su tutto questa bontà che si trova in profondità”.


In passato e tutt'ora la famiglia Klinec fa coltivazione biologica. Ora biodinamica. Dal 2005 la coltivazione biologica è certificata sull’etichetta, così i consumatori di tutto il mondo si sentono più tutelati. “Bisogna lavorare con la testa. Rispettare l'ambiente – continua a spiegare – I pesticidi inquinano il terreno. Così nascono le malattie e crolla tutto l'equilibrio naturale”. In vigna troviamo le sue amate varietà autoctone: Ribolla Gialla, Sauvignonasse (Friulano), Malvasia, Pinot Grigio e Verduzzo Friulano. Ottanta per cento della sua produzione è concentrata sui bianchi. Merlot e Cabernet Franc per i rossi, usati solo come blend. “Questi due vitigni per noi sono autoctoni, arrivati a Madena nell’epoca napoleonica, dando ottimi risultati”, dice presentandoci le sue bottiglie. E ci fa notare che su ogni etichetta compare una tabella. Una classificazione dei suoi territori vitivinicoli di Gorizia e Gradisca datata 1787. “Qualità di vini prodotti in zone tra Cividale e Trieste dove Medana risulta in prima fascia. Ottanta anni prima della famosa classificazione dei gran cru francesi”, conclude.

Incuriositi iniziamo la degustazione con il vino Jakot 2012. Vitigno Friulano con solo quattro giorni di macerazione riesce ad essere ben strutturato, agrumi, freschezza e con una spiccata mineralita. Proseguiamo con il suo Pinot Grigio 2012. Frutta secca, marmellata di fragole, miele. Sapido che ricorda l'acqua di mare però super equilibrato. Successivamente una bellissima Malvasia della stessa annata. Iniziamo a percepire tannini e spezie. Un vino smoothie e minerale. Proviamo l'Ortodox 2006, un blend dei suoi vitigni bianchi. Lo abbiniamo con i suoi meravigliosi salumi: lonza, ossocollo, lardo e pancetta che stagionano nella sua cantina. Un food pairing perfetto. In fine Verduzzo 2003 “quattordici anni e non ancora stanco”, specifica Klinec.

Si riesce a percepire quanta fede mettono ogni giorno nel loro lavoro. Quella fede religiosa che si fa notare anche in cantina. Quella fede che poi si trasforma in arte. Con vari dipinti, molto dei quali fatti con i sali minerali, sparsi in tutta la cantina. Si riesce a catturare il valore dell’arte e quanto tutto ciò sia intrecciato. In una giornata di autunno, la pioggia bagna quei pochi grappoli rimasti sulla vite che aspettano di essere vendemmiati. Andare da lui è un'esperienza. Un'emozione passo dopo passo che riesce a riscaldare lo spirito anche in una giornata grigia.

Aleks & Simona Klinec  
Medana 20, 5212 Dobrovo V Brdih, Slovenia
+386 40 663 322
www.klinec.si