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L'azienda

Le contaminazioni sarde e toscane per produrre grandi formaggi: i segreti di Radichino

10 Maggio 2019
Gianni_mamma_Giuliana_e_Tonino_Pira Gianni_mamma_Giuliana_e_Tonino_Pira


(Gianni, Giuliana e Tonino Pira)

di Marco Sciarrini

Nel cuore della Tuscia Viterbese e a breve distanza dal confine toscano siamo andati a visitare questa Azienda durante la “festa” annuale come la chiamano i proprietari degli amici che collaborano con loro. 

Gianni e Tonino coordinati da mamma Giuliana sono orgogliosi di aver ereditato l’esperienza e i valori dei genitori e con il loro esempio hanno ampliato l’attività di famiglia. Oggi l’Azienda Agricola Radichino comprende, oltre alla iniziale attività di allevamento, un proprio caseificio e un punto di agriristoro attrezzato per ricevere circa 100 persone, dove servono i prodotti fatti in casa tipici della tradizione sarda e toscana. Si Sarda, perché la famiglia Pira negli anni 50 con il papà Carmelo si è trasferita dall’isola ed hanno iniziato la loro storia, portando l’antica arte pastorizia prima e della produzione casearia poi. L’azienda è composta da 400 ettari dove le circa 1.500 pecore sarde e 100 capre, ed un imprecisato numero di maiali “contaminati” anche da qualche cinghiale anche di cinta senese, spazia allo stato brado nella proprietà. 

Il caseificio è situato in un luogo di straordinaria suggestione naturalistica e di grande valore storico, nel cuore dell’Etruria, lambito dal fiume Fiora che arriva dal Monte Amiata, racchiuso fra il lago di Bolsena, sulle cui sponde passa l’antica via Francigena e il mar Tirreno. Il territorio è ricco di necropoli, eremi, vie cave e acque termali sulfuree. Vi troviamo infatti la riserva naturale Selva del Lamone, un’area protetta di circa 2.300 ettari a cui si aggiungono 1.450 ettari di area contigua, che conserva uno dei più rilevanti ecosistemi forestali di pianura dell’intero settore medio-tirrenico, così da formare un vasto complesso territoriale dalle valenze naturalistiche e culturali di eccezionale rilevanza. Una riserva naturale composta da colate laviche di basalto chiamate “murce”, che va dal neolitico al medioevo inoltrato, e che è entrata nella leggenda perché qui i briganti di fine '800 la facevano da padroni, esemplare il mito di Domenico Tiburzi che, insieme a quello dell’impenetrabilità della selva, era noto come il “Re del Lamone”. Da notare che per le produzioni più particolari il latte raccolto è ricercato anche dalle aziende fuori provincia per le sue peculiari caratteristiche chimico-fisiche, che permettono di utilizzare questo pregiatissimo latte anche per le lavorazioni a “latte crudo”. Il latte infatti è munto e lavorato fresco direttamente nel caseificio. 

Il latte viene impiegato per la produzione di più di 20 tipi di formaggio, e il nuovo caseificio all’avanguardia della tecnologia aiuta ad esaltare i prodotti senza trascurare le ricette tradizionali ormai famose in tutto il centro Italia. L’azienda Agricola Radichino può anche vantare la certificazione BioAgricert gli ovini, il latte e tutte le coltivazioni di foraggi e cereali sono 100% biologici. A contorno dell’attività è stato creato un agriristoro dove tutto viene preparato a mano, dai dolci alla pasta fresca, portando avanti antichissime tradizioni che uniscono Sardegna e Tuscia, un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi dei piatti tradizionali e degli ingredienti genuini che questo territorio offre. Nel grande buffet la possibilità di assaggiare tutti i prodotti della loro produzione, dai formaggi  stagionati, semistagionati, freschi e di capra ai salumi, le verdure e tutto concertato dalle sapienti mani di mamma Giuliana.

Azienda agricola Radichino
Località Le Chiuse – Ischia di Castro (Vt)
t. 328 6373125
www.caseificioagricolaradichino.it
Orari Apertura Punto Vendita: dalle ore 9 alle ore 13; dalle ore 15 alle ore 19
Agriristoro: aperto il Venerdi sera, il sabato a pranzo e cena, la domenica a pranzo e in tutti i giorni festivi.
Carte di credito: tutte tranne American Express
Parcheggio: sì