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L'azienda

“I Dedicati”, gli innovativi oli extravergine di Olitalia per l’abbinamento perfetto

18 Ottobre 2019
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Si chiamano “I Dedicati” e sono i nuovi innovativi prodotti dell’azienda Olitalia, realtà italiana specializzata in oli e aceti, guidata da Angelo, Elisabetta e Camillo Cremonini, figli del co-fondatore di Inalca Giuseppe Cremonini – che in oltre 50 anni di eccellenza nel settore alimentare, è diventato simbolo di qualità e tradizione della gastronomia italiana nel mondo. 

Olitalia è legata all’Emilia Romagna, ha sede a Forlì e grazie ad una crescita esponenziale oggi ha più di 130 dipendenti. Ma torniamo alla novità di prodotto. La linea esclusiva de “I Dedicati”, oli extra vergini di oliva specifici per pesce, carne, pasta o verdure, è stata pensata dall’azienda per innovare un settore ancora molto tradizionalista. “Abbiamo iniziato un processo di innovazione in un mercato molto tradizionale, con un nuovo approccio agli oli che parte dal concetto della funzionalità del prodotto. Siamo partiti dal dialogo con chef e assaggiatori esperti per arrivare ai nostri 4 profili, che saranno presentati anche a Taormina Gourmet 2019”, afferma Anna Baccarani, trade marketing manager dell’azienda. Nella fase di studio, ricerca e sperimentazione, la perfetta selezione di sentori aromatici ha permesso di definire le caratteristiche proprie di ciascun olio extra vergine dedicato alla carne, al pesce, alle verdure e alla pasta in un tripudio di sentori sapientemente armonizzati. Fondamentale per la definizione finale di questi prodotti è stata la collaborazione con gli chef di Jre, una delle realtà gastronomiche più rilevanti a livello europeo.

Tra i progetti innovativi dell’azienda, sempre più sensibile ai temi della sostenibilità ambientale, c’è anche il progetto “Plastic no more”. “È un progetto lanciato nel 2017 con l’obiettivo di abbattere del 30 % il consumo di plastiche entro il 2020 grazie alla riduzione delle quantità impiegate (alleggerendo contenitori e i materiali d’imballaggio), al riciclo e tramite l’utilizzo di materiali sostenibili e completamente compostabili alternativi alle plastiche”, afferma Anna Baccarani. Olitalia è oggi una realtà italiana specializzata in oli e aceti, offre un’ampia gamma di prodotti sia attraverso il canale della distribuzione al dettaglio, sia nel settore della ristorazione, in cui è il leader di mercato in Italia. La proficua relazione con il mondo della ristorazione e la presenza in mercati di tutti i continenti (129 Paesi nel mondo) ne fanno un punto di riferimento per i consumatori di culture differenti, permettendo di rispondere alle esigenze di un mercato complesso e in costante mutamento.

Grazie all’esperienza nella produzione di alimenti simbolo dell’italianità nel mondo, quali l’olio extra vergine di oliva e l’aceto balsamico di Modena, il marchio Olitalia è sempre più riconosciuto e apprezzato come ambasciatore del gusto italiano a livello internazionale. Tra i mercati esteri, il Giappone, la Corea e tutto il Sud Est asiatico, gli tati Uniti e il Brasile, ma si guarda già a nuovi potenziali paesi in cui esportare: il Nord e il Sud dell’Africa per esempio. La vendita oggi è distribuita per il 50 per cento all’estero e per il 50 per cento in Italia (70 per cento Horeca e 30 per cento Gdo). Gli obiettivi futuri? “Sicuramente andare avanti col processo di innovazione, ricerca e sviluppo, per un mercato poco incline all’innovazione. All’interno del Gruppo c’è anche un’acetaia e seppur agli esordi stiamo cercando di innovare anche quel tipo di prodotto. Intendiamo sviluppare il business, incrementando la presenza in Europa e nel Nord Africa e Sud Africa.  In più portiamo avanti i nostri progetti con orgoglio, come il “Pastic no more”. Stiamo lavorando in sinergia con Slow Food e abbiamo già abolito l’uso della plastica nel nostro uso quotidiano all’interno dell’azienda, mentre portiamo avanti parallelamente lo stesso obiettivo nella produzione, con ritmi più lenti perché sappiamo bene che la conservazione dell’olio ha le sue regole. Siamo però sensibili al tema della sostenibilità perché anche questo è innovazione”, conclude. 

C.d.G.