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L'azienda

“Io viticoltore grazie al nonno Fausto Coppi. Ora punto tutto sul Timorasso”

10 Luglio 2019
Francesco_Bellocchio Francesco_Bellocchio


(Francesco Bellocchio)

di Fabiola Pulieri, Castellania (Al)

“Caro nonno Fausto, nel momento in cui un uomo sente il desiderio di riportarsi ad un luogo e di riscoprire una tradizione, in quello stesso momento si stabilisce il legame storico fra lui e suoi predecessori. Proprio questo è successo a me, il mio sogno di diventare viticoltore mi ha riportato in collina, a Castellania, terra dove avevano vissuto i miei avi agricoltori e dove, nel 1919 eri nato tu. Oggi in quello stesso luogo è in atto la sfida della mia vita, certo di poter ottenere da quelle terre e da quei vigneti, che un tempo diedero i frutti migliori, un’uva straordinaria”. 

Con queste parole il giovane Francesco Bellocchio, nipote del grande ciclista Fausto Coppi, racconta di come, dalla città dove è cresciuto e ha studiato, ha deciso di trasferirsi a Castellania, in provincia di Alessandria, per tornare a vivere la collina e il paese a cui tanto diede lustro il nonno, con le sue imprese ciclistiche. L'azienda agricola Vigne Marina Coppi, nata nel 2003, è una realtà familiare che punta alla qualità, partendo dalla coltivazione diretta, dall'utilizzo di pochi trattamenti antiparassitari (ridotti al minimo) e dalla messa al bando di concimi chimici. “Il rispetto dell’ambiente naturale e dei nostri frutti è il primo pensiero nella gestione delle vigne. Non utilizziamo diserbanti, ma conteniamo le erbe infestanti in prossimità delle piante con mezzi meccanici. Applichiamo la lotta integrata, che con opportune strategie e grazie alle previsioni meteorologiche sempre più attendibili, ci consente di ridurre al minimo i trattamenti antiparassitari. Non utilizziamo concimi chimici, ma preferiamo apportare le sostanze organiche attraverso l’utilizzo di letame ben maturo” racconta Francesco.


(Fausto Coppi con la figlia Marina)

E prosegue: “Pratichiamo la tecnica del sovescio che consiste nello sfalcio e successivo interramento di piante opportunamente seminate tra i filari come il favino, il trifoglio e la vecia che oltre a fissare l’azoto contribuiscono alla formazione dell’humus”. Per Francesco Bellocchio ciò che ha determinato la scelta dei vitigni per dare importanza all’unicità dei vini è proprio il legame con la tradizione. Ed è il Timorasso, con la sua storia radicata in queste terre a partire dal medioevo, la varietà d’uva bianca che più rappresenta questa zona del Piemonte, il vitigno sul quale Francesco ha puntato per l'azienda che porta il nome della mamma Marina. Le caratteristiche uniche del timorasso lo hanno portato ad essere considerato, negli ultimi anni, un grande vino bianco capace di tener testa ai rossi del Piemonte da cui si ottiene un vino di buona struttura, bevibile da subito, ma che ben si presta all'invecchiamento. Un vitigno che ha rischiato l'estinzione e che dopo la nascita nel 2005 della Doc “Colli Tortonesi Timorasso” oggi ha raggiunto circa 70 ettari vitati e un sempre maggior interesse nei suoi confronti.


(Francesco Bellocchio in vigna)

E poi c'è la Barbera, indiscussa regina tra le uve a bacca nera, da sempre presente nel Tortonese. Tra i vini dell'azienda Coppi, degni di nota sono sicuramente il “Fausto 2015” (costo € 32) vino di carattere e di grande personalità, ottenuto da uve Timorasso e dedicato al nonno di Francesco, il campione Fausto Coppi. Un vino dai profumi complessi ed eleganti, con un'anima da rosso nel corpo di un vino bianco che ha mineralità, sapidità, calore e freschezza. Con una acidità sorprendente nonostante il grado alcolico sia di 14,5 e che mostra capacità di crescita col passare degli anni. Poi un omaggio ai francesi con il “Grand Fostò”, come veniva chiamato in Francia il campione di ciclismo italiano. Il vino è elegante e fresco, fa fermentazione in tonneau e un passaggio in botte prima dell'affinamento in bottiglia. Ottimo anche il Cru “I Grop” che prende il nome dal termine dialettale con cui si indicavano le formazioni calcaree ricche di fossili e lastroni che caratterizzano un tratto della collina coltivata a Barbera. Questo vino, ottenuto da uve Barbera in purezza selezionate in “vigna vecchia”, è un vino importante che unisce struttura ed eleganza, matura in botte grande di rovere proprio come vuole la tradizione piemontese per mantenerne tutti i profumi, resta tre anni in cantina e poi è immesso sul mercato.


(I vini dell'azienda)

Il vino invece più innovativo, se così lo si vuole definire, è il “Francesca 2018” (costo € 16) che ha l'obiettivo di far conoscere il vitigno timorasso a tutti, anche a chi ancora non lo apprezza fino in fondo e ritrova in questa bottiglia, che porta il nome di una delle figlie di Francesco nata nel 2012, un vino che risponda alle esigenze di pronta beva, che sia piacevole e facilmente degustabile. Questo vino infatti non è stato pensato per l'invecchiamento, è nato da un vigneto giovane ed è entrato in produzione solo nel 2015. Ha un gusto meno complesso del timorasso invecchiato pur mantenendone sapidità e mineralità tipiche. La produzione aziendale si aggira intorno alle 25 mila bottiglie l’anno, il sistema di allevamento è il guyot e la densità di impianto sfiora i 5000 ceppi per ettaro. La vendemmia viene effettuata al raggiungimento della maturazione ottimale e solo dopo un’attenta selezione le uve sono raccolte a mano e in cassetta. I terreni sono composti da marne argillose calcaree sedimentarie mescolate ad arenarie chiamate Marne di Sant’Agata. 


(Grand Fostò)

Lo stesso Francesco asserisce: “La memoria storica degli anziani ci ha guidato nella scelta dei vitigni e dei luoghi che da sempre, grazie al terreno e all’esposizione soleggiata, sono i più vocati ad una viticoltura di pregio. Le nuove conoscenze agronomiche e genetiche poi ci hanno permesso di individuare i cloni e i portinnesti che meglio si adattano a produrre uve di qualità, seppur privilegiando la raccolta delle gemme nei vecchi vigneti presenti nelle nostre terre per far riprodurre in vivaio viti che si sono ambientate nei decenni e che ci garantiscono una maggiore variabilità”. Il tutto avviene su una superficie vitata di pochi ettari, quelli di un contesto familiare dove il ruolo delle persone è fondamentale per il valore dell'azienda vitivinicola, dove Francesco è un vero viticoltore e vive il suo lavoro con estrema cura e passione e Anna, sua moglie e mamma delle loro tre figlie, è presente dalla prima vendemmia nel 2005 e condivide con lui la gestione dell’azienda. E forse anche nonno Fausto, amante del buon cibo e del buon vino, aiuta Francesco nel suo lavoro infondendogli tenacia e determinazione nel raggiungimento dei suoi obiettivi. “Talvolta, quando mi trovo a Castellania al lavoro nella vigna o a passeggio nei boschi e sono immerso nel silenzio, circondato dalla bellezza delle colline, catturato dagli scorci delle Alpi lontane oltre la pianura penso a te, nonno, e ti chiedo di trasmettermi almeno un po’ del tuo impegno e della tua volontà, della tua costanza e della tua resistenza alla fatica, della tua capacità di sognare e di guardare in alto e un pizzico della fortuna che ti si è generosamente mostrata e troppo presto nascosta”. Così scrive Francesco Bellocchio.

Vigne Marina Coppi
via Sant'Andrea, 5 – Castellania (Al)
T. 333 4924595