Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'azienda

“La mia vita al confine tra Italia e Slovenia” Kmetija Stekar racconta il Collio Sloveno

10 Ottobre 2017
stekar_3 stekar_3


(Kmetija Stekar)

di Maria Casiere

Quando si degusta un vino che ti regala un'emozione, non puoi far altro che andare a trovare il produttore per conoscere il suo lavoro. Ci siamo diretti verso il Collio sloveno a Snezatno, a 200 metri di altezza non lontani dal mare. Abbiamo incontrato Kmetija Stekar un uomo devoto alla propria terra e al suo lavoro da contadino. 

Andando in azienda ti rendi conto che esistono davvero pochi produttori come lui. Tradizione è la parola che più lo rappresenta essendo la decima generazione di famiglia a portar avanti la produzione. 1672 sono le cifre che risaltano maggiormente sulle loro bottiglie, rappresentano l'inizio della loro esperienza vitivinicola. “Noi facciamo vino da sempre” sottolinea. Non dimentica però gli errori fatti nel passato, cerca di ritornare a lavorare come facevano i suoi bisnonni. La loro tradizione è un miscuglio di culture diverse anche dal punto di vista agricolo: “Abbiamo sempre avuto vitigni locali e non, specialmente quelli friulani per esempio il Picolit, Verduzzo, Malvasia – dice – mi sono sempre messo alla prova sperimentando nuove tecniche e varietà di vitigni diversi senza mai porre nessun limite”. L'unico limite per Stekar è stato quello geografico, in quanto si è sempre dovuto scontrare con questo problema: “Ho vissuto da sempre in confine e mi ha sempre dato fastidio questo limite. Il confine ha solo limitato le nostri menti. Oggi noi produttori dovremmo collaborare di più tra di noi, ma purtroppo c'è ancora tanto lavoro da fare”.

Vigneti a terrazzamento che si sporgono su un panorama maestoso; colline morbide immerse nel verde con i colori dell'autunno. Ci sono ancora uve non vendemmiate, come il merlot. Negli anni '90 quando c'era la moda dei vini bianchi, Stekar iniziò a lasciar maturare l'uva merlot fino a novembre, volendo ottenere proprio un passito.

“La prima esperienza è stata molto scioccante perché era un vino molto diverso a tal punto che provavo vergogna a venderlo – dice – Alle persone piaceva il vino, ma non aveva un bel colore, molto più chiaro, un colore già di un vino vecchio. Ovviamente è dovuto alla vendemmia tardiva ed erano già presenti i sentori terziari. Tanti italiani dicevano che assomigliava all’amarone”. 

Viticultura sana grazie anche alla posizione geografica della vite, essendo più ventilato quindi con minore umidita è bassa la possibilità che nascano le malattie. “Non ho un certificato che dichiara la coltivazione biologica anche se la pratico. Preferisco che i miei importatori, i compratori mi vengano a trovare in azienda per assaporare i nostri vini e vedere con i propri occhi il lavoro che svolgiamo ogni giorno sulle nostre terre”. 

Dal terreno Ponca crescono otto varietà diverse di vitigni (riesling, chardonnay, ribolla gialla, malvasia, merlot, etc) che non vengono commercializzate ogni anni, ma vengono vendute solo se l'annata è ottimale. Iniziano a degustare il suo chardonnay 2016. Un vino già complesso con sentori di fiori, vaniglia ed una spiccata freschezza. Poi malvasia 2014. “Un'annata davvero difficile. Questo vino l'ha fatto mia moglie”. Aromi di marmellata di albicocca, frutta tropicale e minerale. Infine abbiamo degustato un blend di merlot e cabernet 2003. Vino straordinario, con una morbidezza che avvolge il palato ed è molto equilibrato. “È un arte che va in simbiosi con la natura e l'uomo. La natura da il ritmo e noi siamo lì ad ascoltare la musica di questo ciclo”, conclude Stekar. 

Kmetija Stekar
Snežatno 31a, 5211 Kojsko, Slovenia
+386 40 221 413
www.kmetijastekar.si