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L'azienda

Rocca di Frassinello celebra 10 anni: “Come Renzo Piano ci ha cambiato la vita”

21 Settembre 2017
barricaia barricaia


(La celebre Barricaia di Rocca di Frassinello)

di Alma Torretta

Tre compleanni d’eccezione sono stati festeggiati a Rocca di Frassinello, in Maremma: innanzitutto i dieci anni della cantina, l’unica costruita dal famoso architetto Renzo Piano; il compleanno dello stesso architetto che ha compiuto ottant’anni lo scorso 14 settembre; ed i quarant’anni di un’altra delle sue più celebri realizzazioni, il Beaubourg – Centro Pompidou a Parigi. 

Per celebrare l’evento è stata presentata una bottiglia edizione speciale da collezione “Rocca Beaubourg” con doppia etichetta, da una parte lo schizzo di Piano per la cantina nel grossetano, dall’altra il disegno del museo francese, nell’ambito di una degustazione tecnica in cui si sono presentate annate en primeur o particolarmente significative delle etichette più rappresentative delle quattro tenute di proprietà dell’editore Paolo Panerai: oltre a Rocca di Frassinello, Castellare di Castellina in Chianti e le due siciliane Feudo del Pisciotto e Gurra di Mare. (in coda all’articolo le note di degustazione)

Una sequenza di 24 scatti del designer milanese Italo Rota, che resteranno esposti a Rocca di Frassinello sino alla fine dell’anno, mostra particolari delle due realizzazioni di Piano apparentemente così diverse –  una un po’ folle, di giovani insofferenti ai canoni consolidati, frutto della collaborazione con l’amico Richard Rogers, che ha lanciato l’allora sconosciuto Piano come star nel firmamento dell’architettura mondiale; l’altra più matura, essenziale e funzionale, ma non meno innovativa e suggestiva, un ritorno alle radici per Renzo Piano la cui famiglia genovese possedeva delle vigne a Ovada – contribuendo a far meglio assaporare il percorso professionale, artistico e umano, del grande architetto. 


(La torretta della cantina)

Rocca di Frassinello, una tenuta di 500 ettari con soli 90 ettari coltivati a vigneto, è nata dalla volontà di replicare in altri territori, altrettanto vocati alla viticoltura, il modello d’eccellenza di Castellare di Castellina in Chianti ed è una joint venture con i Domaines Barons de Rothschild, tra cui Chateau Lafite. Un progetto di tale livello non poteva che essere realizzato da una firma internazionale. “Siamo venuti qui nel 1993 con Piano quasi di nascosto, perché per il mio socio Rothschild nella vita si può fare a meno degli architetti” ha ricordato divertito Paolo Panerai, orgoglioso di essere stato lui il promotore della realizzazione di una cantina poi tanto ammirata, ma anche colui che ha superato tutte le difficoltà burocratiche ed urbanistiche per realizzarla. “Ci siamo riusciti – ha aggiunto l’editore-vignaiolo – ottenendo di averla riconosciuta come edificio di interesse pubblico”.  In effetti, oggi se l’altopiano di Gavorrano, in provincia di Grosseto, è famoso nel mondo è grazie proprio alla cantina di Panerai-Piano. “Ho chiesto di vedere innanzitutto i luoghi, perché trovo che sia immorale pensare ad un edificio senza visitare il posto – ha ricordato invece l’architetto, non presente di persona alla cerimonia ma con un contributo video – vedendo la bellezza del paesaggio qui intorno ho pensato subito ad una terrazza affacciata sulla Maremma, solo boschi e vigneti. Una terrazza capace di trasmettere un senso metafisico di infinito,  ma con la funzionalità di un sagrato, dove arriva l’uva e con un procedimento che si sviluppa in verticale verso il basso, sfruttando la forza di gravità, conduce alla barricaia, che è così come deve essere, scavata nella roccia, là dove deve essere, nel cuore della cantina”.  

Una barricaia che è già entrata nella storia dell’architettura, un grande quadrato di 40 metri per 40, con il solaio che si regge senza alcuna colonna e che contiene, disposte ad anfiteatro 2.500 barrique, nella penombra, solo un raggio di luce che penetra dall’alto, al centro, come in una chiesa, le barrique in osservanza silenziosa. “Un’idea teatrale, ma anche funzionale, è una fabbrica, anche se nobile, qui si lavora e produce” ha tenuto ancora a ribadire Piano. Perfetta anche per concerti, grazie ad accorgimenti che ne hanno messo a punto l’acustica. 

Arrivando dall’Aurelia si scorge solo la snella torretta che svetta sulla cantina ed indica la strada. L’impatto ambientale è minimo:  in una conca tutta circondata da colline dove non si scorge nessuna altra costruzione, la grande terrazza-sagrato ha al centro solo un padiglione dalle pareti tutte vetrate, tutto il resto si sviluppa su più livelli nel sottosuolo scistoso, facile da scavare. Compreso il piccolissimo, ma davvero bello, museo etrusco dove sono esposti i ritrovamenti provenienti dalla necropoli di San Germano che si trova all’interno della proprietà, uno spazio espositivo curato pure da Italo Rota con una narrazione, in particolare, della cultura del vino in età etrusca. In assaggio il vino conciato “alla maniera etrusca” arricchito con miele, fiori, formaggio (per renderlo meno acido) e pepe. 

Appunti di degustazione: 

Rocca di Frassinello – Poggio alla Guardia 2015
Il vino più semplice della serie, dalle vigne più giovani, l’unico che non affina in barrique, ancora piuttosto ribelle per tannini e astringenza. E’ un blend di 45% di Merlot, 40% di Cabernet sauvignon e 15% di Sangioveto, il nome del clone di sangiovese impiantato in Maremma dalla casa madre in Castellina.  

Rocca di Frassinello  – Le Sughere di Frassinello 2015
Qui la proporzione tra vitigni italiani e francesi è assolutamente paritaria – 50% di Sangioveto, 25% di Cabernet sauvignon e 25% di Merlot – e si può dire che rispecchi il perfetto connubio italo-francese della joint venture che ha dato vita alla cantina. Bel colore rubino pieno e brillante, è il classico supertuscan di stoffa elegante, tanta frutta, vaniglia e pepe, affinato un anno in barrique. 

Rocca di Frassinello – Rocca di Frassinello 2015
Qui il Sangioveto prende il sopravvento (60%) sul Merlot e il Cabernet presenti questi ultimi ciascuno al 20%, ma l’affinamento in barrique è più lungo e , sopratutto, le uve sono quelle delle vigne più vecchie piantate tra il 1999 e il 2000. Il risultato è un vino dall’accattivante color rubino carico che conquista immediatamente al naso per la finissima speziatura, all’assaggio per acidità e tannicità perfettamente equilibrate, forte ed elegante insieme, e per la sua piacevole persistenza. 

Rocca di Frassinello – Baffonero 2015
Baffonero prende il nome dall’omonima vigna di Merlot, tra le prime piantate a Rocca di Frassinello. E’ un Merlot in purezza molto varietale e riconoscibile, con perfetta corrispondenza naso-bocca, di grande complessità ed intensità, con toni che spaziano dal vegetale grasso ai piccoli frutti neri del sottobosco al fungo e al tabacco, concentrato ma elegantissimo. Imperdibile per chi ama il Merlot. 

Castellare – Chianti classico 2015
Un autentico Chianti classico, senza alcuna “correzione” di Cabernet o Merlot, solo Sangioveto con circa un 5% di Canaiolo, quindi con il color rubino vivo non particolarmente concentrato tipico del Sangiovese, l’altrettanta tipica piacevolissima ciliegia in primo piano, affinato solo per qualche mese in barrique di secondo passaggio per non alterarne le caratteristiche tipiche ma solo per dargli un tocco di eleganza in più che si nota.

Castellare – I Sodi di San Nicolò 2013
Una conferma, indiscutibilmente buonissimo, il vino più premiato di Castellare, il suo portabandiera, il suo orgoglio per avere dimostrato che si poteva fare un supertuscan anche solo con i vitigni tradizionali toscani, in questo caso Sangioveto con un 15% di Malvasia nera, dalle vigne più vecchie della Tenuta. Affina sino a 30 mesi in barrique, il risultato è una seta fine e persistente che non si finirebbe mai di bere. Espressione autentica del terroir, quando è nato era però fuori dalla Doc e, anche se oggi potrebbe esserlo , si è deciso di farlo restare Igt Toscana in onore della sua storia. 

Feudi del Pisciotto – Versace, Nero D’Avola 2014
Dalla Tenuta comprata nel 2002 da Panerai in Sicilia a Niscemi, nel nisseno,a 5 chilometri dal mare, e nella linea che porta la firma di grandi stilisti, un Nero d’Avola affinato in barrique, più rappresentativo del vitigno rispetto alla prime annate prodotte ma che, alla ricerca dell’essenza elegante del vitigno, ha per il momento perso anche un po’ di densità di frutto e pienezza. 

Feudi del Pisciotto – Missoni, Cabernet Sauvignon 2014
Un classico esempio di Cabernet sauvignon coltivato nel sole di Sicilia, molto potente, concentrato, tipicamente vegetale e fortemente speziato.  

Feudi del Pisciotto – L’Eterno 2013
In etichetta la mano dell’Eterno, la scultura del Serpotta che è stata la prima opera restaurata grazie ai fondi raccolti dalla cantina con le etichette firmate dagli stilisti di fama. Ma un omaggio anche a Giacomo Tachis che credeva nelle possibilità di ottenere grandi Pinot Noir in alcune zone della Sicilia quali l’Etna. Riflessi aranciati, profumi di sottobosco e fungo, nella persistenza emerge tutto il suo stretto rapporto con il legno in cui affina.

Rocca di Frassinello – Rocca-Beaubourg 2013 edizione limitata
La selezione creata per l’occasione, per la prima volta in degustazione, solo 2.000 bottiglie in tre formati speciali, 60% Sangioveto con 20% di Merlot, quello del Baffonero, e 20% di Cabernet Sauvignon. Naso di fresca ma complessa eleganza, con un fondo speziato che incornicia e slancia con grazia un corpo ben strutturato dalla tessitura forte ma morbida che resta a lungo anche in memoria.

Rocca di Frassinello  
Domini Castellare
Località Giuncarico Scalo
Gavorrano GR
0566 88400
www.castellare.it