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L'azienda

Settesoli, Diego Planeta non sarà più il presidente

06 Dicembre 2011
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Gli addetti ai lavori lo sanno già da tempo. Ma ora la notizia – clamorosa – si ammanta di ufficialità.

Diego Planeta non sarà più il presidente della cantina Settesoli di Menfi, la più importante realtà cooperativistica del Sud Italia e tra le più importanti del paese. Il nome di Diego Planeta, 71 anni compiuti, nume tutelare del vino siciliano con un ricchissimo cursus honorum – nella lista dei candidati al nuovo cda della Settesoli che gli oltre duemila soci voteranno il prossimo 18 dicembre – non c’è. Ed è la prima volta dopo 40 anni. Planeta infatti fu eletto nel cda per la prima volta nel ’71 e due anni dopo è stato eletto presidente, carica che di fatto manterrà fino all’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione. Domani, 7 dicembre, si presenta la lista dei candidati al cda: in tutto 14 nomi da cui il 18 dicembre – con voto segreto – usciranno i nuovi nove componenti. E in questo elenco Planeta, per l’appunto, non c’è. Inutile dire che Menfi è sotto choc. Ed è inutile cercare dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. Bocche cucite sebbene la notizia ormai sia stata comunicata anche ai dipendenti della cantina. Quel che si sa è che Diego Planeta da tempo coltivava nella sua mente l’idea di lasciare l’incarico. Pochi mesi fa non si è ricandidato neanche nel direttivo di Assovini, l’associazione che raggruppa le cantine siciliane più rappresentative, affermando in quell’occasione che era necessario dare spazio ai giovani. E probabilmente è la stessa motivazione che lo ha portato a lasciare la presidenza di Settesoli. Agli amici più vicini li ha liquidati con una battuta: «Da Menfi io non scappo». E probabilmente sarà propenso a fare «un passo accanto» piuttosto che «un passo indietro». Ed è già caccia ai nomi per i successori sebbene i più informati dicano che il papabile per il dopo-Planeta è solo uno.

Settesoli oggi è una realtà con oltre seimila ettari di vigneto e oltre duemila e 500 soci. Imponente la svolta sul versante della qualità e della propensione all’export tanto che oggi il brand conquista con alcune etichette i premi delle guide enologiche ed è molto presente nei mercati del Regno Unito. I soci conferitori nell’ultima vendemmia sono stati 1.609 con le uve provenienti da 5.500 ettari. Il fatturato dell’azienda è di 45 milioni ed oggi la Settesoli è tra le cantine sociali più remunerative per i viticoltori siciliani.

C.D.G.