Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

Contrade dell’Etna, quest’anno 14 e 15 aprile Ed ogni cantina dovrà pagare una quota

08 Gennaio 2019
contrade_delletna_2018_1 contrade_delletna_2018_1

Rivoluzione per l’evento ideato e organizzato da Andrea Franchetti, patron dell’azienda Passopisciaro. Per la prima volta la manifestazione durerà due giorni. Le aziende dovranno versare 400 euro più Iva e potranno portare anche le vecchie annate 

Contrade dell’Etna. Fissata la data per l’edizione 2019 con importanti novità. I giorni dedicati all’evento saranno domenica 14 aprile e lunedì 15 aprile sempre al Castello Romeo di Randazzo. 

Per la prima volta l’evento durerà due giorni. Ed inoltre le cantine partecipanti dovranno pagare una quota di 400 euro più Iva. Soldi che serviranno a pagare le spese principali degli organizzatori,  ovvero il costo della sede e la fornitura di gazebo, tavoli, sedie e di tutto quanto è necessario per la logistica di un evento che accoglie in un solo giorno almeno duemila persone. Non è l’unica novità perché da quest’anno, la dodicesima edizione di Contrade, oltre a prevedere il pagamento di una quota per le cantine partecipanti, sarà possibile pure mangiare. Dai Pennisi, l’apprezzata macelleria con cucina di Linguaglossa, Le Delizie dell’hotel Scrivano titolare dello stesso Castello Romeo e il ristorante Veneziano entrambi di Randazzo saranno chiamati a preparare le pietanze per le persone. Pranzi a pagamento, ovviamente. C’è dell’altro. Le cantine dovranno presentarsi con le annate più recenti del vino prodotto, ma saranno liberi di portare anche le annate meno recenti. Nel dettaglio: la domenica 14 sarà dato spazio alle anteprime, lunedì 15 invece si potranno degustare le vecchie annate. Non ci sarà limite alle annate né alle referenze. È possibile che alcuni aspetti organizzativi saranno destinati a subire modifiche. 


(Andrea Franchetti)

Nel 2018 parteciparono a Contrade dell’Etna oltre 100 cantine. Quest’anno si prevede un calo, per effetto della richiesta di un fee, spiegano gli organizzatori. Ma a quanto pare era inevitabile che si introducesse la richiesta di un contributo viste le dimensioni di evento che è cresciuto negli anni in modo sensibile, a conferma di un territorio molto piccolo ma con una progressione di incremento del numero di realtà produttive senza eguali nel resto d’Italia e forse del mondo. Basti riflettere sul fatto che nel 2000, quasi venti anni fa, le aziende produttrici di vino si contavano sulle dita delle mani. Ed oggi sono più di cento. E non smettono di nascere.

C.d.G.