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L'iniziativa

Se lo chef “cura”: ora una Scuola di Alta formazione con medici, cuochi e tecnici

29 Maggio 2018
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Presentato all'università di Catania il progetto “Healing Chef”, la cucina che aiuta a guarire, e il corso di “Medicina Culinaria. Applicazioni scientifiche alla base della dieta mediterranea”

di Federica Genovese, Catania

E' stato presentato ieri, presso il Dipartimento di Alimentazione, Agricoltura e Ambiente dell’Università di Catania, il progetto “Healing Chef”, la cucina che aiuta a guarire, e il corso di “Medicina Culinaria. Applicazioni scientifiche alla base della dieta mediterranea”. 

Ideato e curato da Carla Savoca, con il supporto di Carmelo Pagano, curatore della guida “Sicilia da Gustare”, il corso di “Medicina Culinaria: applicazioni scientifiche alla base della dieta mediterranea”, ha coinvolto 17 chef provenienti da tutta la Sicilia, tra i quali alcuni chef stellati. Avviato lo scorso 9 aprile presso l'Università di Catania, il corso “Healing Chef” è frutto della collaborazione fra il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (D3A) e il Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche. Al tavolo dei relatori, moderato dalla giornalista Lorena Dolci, Carla Savoca spiega che il progetto Healing Chef nasce da studi di filogenesi gastronomica, dalla semplicità nell’antico uso degli alimenti: “L’industrializzazione da una parte e la ricerca puramente gastronomica dall’altra, ci hanno un po’ fatto dimenticare le proprietà anche terapeutiche contenute nei cibi. Healing Chef, che significa “lo chef che cura”, intende diffondere la cultura di un’alimentazione corretta e preparata ad arte, affinché i principi curativi contenuti in moltissimi alimenti possano essere utilizzati al massimo, sia in sede di prevenzione sia nel caso di cura di determinate patologie”. 

Interviene poi Filippo Drago, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell'Università di Catania: “Rimango convinto che la terapia delle malattie dell’uomo si basi e si baserà sempre sull’uso dei farmaci, ma in una visione più globale del benessere umano, non c’è dubbio che il cibo cucinato bene, con le qualità dell’alta cucina può avere effetti terapeutici. Ci sono molte patologie, infatti, in cui l’approccio alimentare può avere ricadute positive dal punto di vista terapeutico”. Fondamentale il supporto della Facoltà D3A, che per eccellenza si occupa di alimentazione, il cui direttore Salvatore Cosentino, ha accolto il progetto ritenendo cruciale l’incremento degli ambiti di studi in materia, puntualizzando inoltre che percorsi di tale entità non possano concepirsi al di fuori del dipartimento: “L’Università è sempre più attenta al settore delle Scienze gastronomiche – ha detto Cosentino – tanto che è nata una nuova classe di laurea per il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania. I nostri docenti e ricercatori impegnati in questo corso, stanno trasferendo le nostre conoscenze in termini di caratteristiche dei prodotti agroalimentari, di conservazione dei principi nutritivi e terapeutici derivanti da cotture che le preservano e si sta realizzando un interessante scambio di know-how con i cuochi coinvolti”. 

Un punto di vista condiviso anche dagli chef iscritti al corso: Andrea Ali (Ristorante Andrea), Salvatore Calleri (Regina Lucia), Vincenzo Candiano (Locanda Don Serafino), Riccardo Cilia (Tocco D’Oro), Vincenzo Cinardo (Ariston Dolci), Pietro D’Agostino (La Capinera), Paolo Di Domenico (Ristorante Lo Scrigno dei Sapori), Roberta Gallo (Regina Lucia), Gianluigi Mangia (Gigi Mangia), Francesco Patti (Coria), Giuseppe Raciti (Zash), Concetto Rubbera (Ortea Palace Luxury Hotel), Sebastiano Sorbello (Sabir Gourmanderie), Angelo Treno (Al Fogher), Maurizio Urso (Eduardo – Hotel Parco delle Fontane), Salvatore Vicari (Ristorante Vicari), Nicola Zinna (Zenzero e Salvia). Molti di loro sono intervenuti alla presentazione del corso, per esprimere l’entusiasmo di un’esperienza di grande utilità.  

Entusiasmo che spinge curatori, docenti e chef coinvolti a costruire per il futuro. Nel progetto Healing Chef c’è infatti anche l’idea di avviare una Scuola di Alta Formazione, grazie al partenariato con l'Università di Catania, che potrà raccogliere le competenze di esperti di varia estrazione in un rapporto interazione-integrazione (medici, cuochi, tecnici dell’alimentazione) per la formazione di operatori della gastronomia che partono da diversi livelli di formazione di base, cioè laureati in Scienze e Tecnologie della Ristorazione, Scienze e Tecnologie Alimentari, diplomati presso gli Istituti Professionali in Servizi per l’Enogastronomia, Tecnici in Servizi Ristorativi, ovvero operatori del settore con esperienza pluriennale. La Scuola potrà rappresentare un riferimento massimo nel mondo della gastronomia moderna, costituendo anche un polo formativo e innovativo nell'ambito della formazione specialistica.