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L'intervista

“Bere lo Champagne è come leggere Voltaire”

09 Ottobre 2012
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Ama lo Champagne, che definisce espressione più alta della cultura francese e a cui ha trovato il corrispettivo letterario in Voltaire.

 E ama in generale il vino. Ne gode a tutto pasto, anzi “non c’è pranzo o cena che non debba essere accompagnato dal vino”,  tiene a precisare. Eric Biagi, direttore dell’Institut français di Palermo non mancherà all’appuntamento Panelle&Champagne che si terrà il 14 ottobre. Ci racconta, da francese nato in Provenza nella Côtes du Rhône, il suo punto di vista sul vino come bandiera della terra di Francia, la sua passione per le bollicine d’oltralpe e ci delucida sul concetto di terroir. 


Eric Biagi

Il suo rapporto con lo Champagne.
Ne sono un gran bevitore. Anche di vino. Penso che un bicchiere ci vuole sempre, ad ogni pasto. Diciamo che ho un rapporto intellettuale con lo Champagne. E’ l’icona della Francia. Riflette l’idea della leggerezza. Quando penso allo Champagne mi viene in mente Voltaire. L'associazione mi viene automatica. Non trovo associazione migliore”.
 
Cosa rappresenta per lei il vino?
“Il vino è territorio. E’ la geografia di un territorio. Io sono nato in Provenza e per noi il vino significa questo”.
 
Quindi è sinonimo di terroir. Ci spieghi per voi che significato ha questa parola?
“Tradurre la parola terroir è la cosa più complicata e rappresenta anche la cosa più preziosa. E’ una parola ambivalente. Può avere un significato positivo e uno negativo. Da un lato rappresenta l’espressione di un Paese, la sua storia, e non lo denota dal punto di vista geografico o climatico come erroneamente si pensa. Indica più l’anima di quel luogo. Ma può essere anche parola dispregiativa. Ha devianze negative. Come per voi siciliani può esserlo la parola “terrone”. Ma io la vedo più nella sua accezione positiva”.


François-Marie Arouet, Voltaire

Quanto il vino è messaggero della cultura francese?
“Che dire, è’ uno dei cliché della cultura francese. Come il cinema o i formaggi”.

Cosa pensa dell’accostamento Panelle-cibo di strada?
“E’ perfetto. Io sono una persona golosa e mi mette curiosità questo evento. Anzi, dovreste esportare questa formula in Francia. Lì questo tipo di unione non verrebbe in mente a nessuno. Per i francesi sarebbe una blasfemia. Eppure, il cibo povero ha la sua dignità. E a Palermo ne date una dimostrazione. Penso che in Francia funzionerebbe. Tra l’altro noi abbiamo anche delle specialità simili alle vostre panelle. A Nizza si prepara la Socca, una specie di farinata di ceci al forno e a Marsiglia la Panisse, una specie di crocchette di ceci. Si abbinerebbero perfettamente allo Champagne”. 

C.d.G.