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L'intervista

L’estate di Ginevra Venerosi Pesciolini: “L’Elba, il mare e la testa alla vendemmia”

21 Luglio 2017
Ginevra_Venerosi_Pesciolini Ginevra_Venerosi_Pesciolini

Se vi trovate nei pressi di Pisa, dovete per forza fare un salto a Ghizzano, la storica tenuta della famiglia Venerosi Pesciolini, oggi gestita da Ginevra.

Non solo per la bellezza dei luoghi, ma anche per la simpatia della proprietaria che vi conquisterà in pochissimi minuti con la sua parlantina fluida e l'accento tipico dei luoghi. Continua la nostra rubrica dedicata all'estate di alcuni personaggi di spicco del panorama eno-gastronomico italiano. Dopo le Marche, con Ampelio Bucci (leggi qui), ci spostiamo in Toscana e facciamo due chiacchiere con Ginevra Venerosi Pesciolini.

Ginevra, la becchiamo nel pieno delle sue vacanze…
“Beh, direi all'ultimo giorno delle mie vacanze. Sono sull'Isola d'Elba, ma domani si torna a casa”. 

E non ci dica che la sua estate è finita…
“In realtà, quasi. Anche se farò qualche giorno in barca con gli amici magari a Ferragosto”.

Come sta la sua Toscana? Cresce? Si muove qualcosa?
“Devo dire che c'è fermento. E tanto. Soprattutto nella zona costiera. Tra Bolgheri e la Maremma e un via vai continuo. Di gente che guarda, osserva, magari compra o affitta. La parte centrale della regione, invece, rimane sempre lì, al suo posto. Più quieta. Confida nel suo nome, nella sua storia. Devo dire, comunque, che i miei colleghi produttori stanno mettendo in pratica alcuni cambiamenti epocali, come la scelta di convertire tutto chi al biologico e chi al biodinamico. Un modo per mostrarci “più veri” al mondo del vino. Credo sia la scelta giusta”.

E' tempo dunque di scommettere anche sull'enoturismo…
“Assolutamente. La cultura dell'accoglienza non può che farci bene. Credo che sia parte integrante di quel progetto di comunicazione necessario per far fare il salto di qualità al vino italiano. In cantina vengono persone esperte, certo. Ma noi puntiamo a quelli meno esperti, meno addetti ai lavori, per educarli al vino più buono e insegnare loro come distinguere un vino buono da uno meno buono. Non si tratta solo di fare business con l'enoturismo; si tratta anche di fare il bene del mondo enologico nostrano”.

Cosa si aspetta da questa vendemmia 2017?
“Le gelate fuori stagione ci hanno, per fortuna, solo sfiorato, con danni davvero minimi. Il problema rimane la pioggia. Di qua ai prossimi dieci giorni non dovrebbe cadere una sola goccia d'acqua. E per tutto l'inverno è caduta una quantità microscopica di pioggia. Prevedo una vendemmia anticipata. Difficile stabilire quando cominceremo. Andremo in vigna e capiremo. Il problema è che se non piove, l'ultlima parte della maturazione, quella fenolica, non avverrà. Avremo mi sa un'annata piatta, poco complessa. Poi qui abbiamo avuto anche qualche problema di oidio. Si vede che sarà un'annata “no”. Purtroppo, quelli che come me lavorano senza trucchi, dipendono da una forza più grande e non possono fare niente. Le mie vigne “anziane” stanno reggendo meglio questa situazione complessa. Soffrono, invece, la mancanza d'acqua le mie piante più giovani, ma devono abituarsi. Perché io non effettuo irrigazioni di soccorso”. 

Qual è il viaggio dei suoi sogni?
“L'Australia. Un luogo che mi sono ripromessa di visitare al più presto. Anche perché lì ho degli amici. E un importatore dei miei vini. Quindi potrei fare “con una fava due piccioni”: un viaggio di lavoro e uno di piacere, visitando davvero un paese dell'altro mondo”.

E la bevuta che ricorda con piacere?
“Ne ricordo due a dire il vero, ma non svelerò i produttori: un Erbaluce, un bianco davvero che mi ha lasciato senza parole. E un Borgogna, di una eleganza incredibile”.

Tra i suoi progetti, bolle qualcosa in pentola?
“Per ora mi sto concentrando sul presente. Ma in futuro vorrei fare dei vini con il Pinot Nero. Non qui ovviamente. E non adesso. Ma domani, chissà…”

G.V.