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Scenari

Dove va il vino dell’Etna/8. Fabio Costantino: “Più valore ai terreni, ma niente corsa all’oro”

16 Maggio 2019
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(Fabio Costantino)

di Francesca Landolina

“Il futuro dell’Etna? Allargamento della Doc, costituzione di una Docg… si parla di troppe cose. Certo entreranno in produzione diversi nuovi ettari vitati, ma bisogna capirne l’impatto comunicativo, produttivo, economico e commerciale. La mia idea è questa: dopo che si stabilizzerà la produzione, si potrà ragionare sugli effettivi bisogni di nuovi impianti o meno e sulle zone realmente valide. Non parta una corsa all’oro. Sono d’accordo sul coltivare dentro la Doc, nei limiti produttivi. Si dia, tuttavia, più valore ai terreni, perché è più importante del valore della bottiglia”. 

Questo è il parere di Fabio Costantino, patron della cantina Terra Costantino, nel comune di Viagrande in provincia di Catania, che abbiamo intervistato in merito al dibattito aperto sul futuro dell’Etna del vino. “Al momento stiamo a guardare quello che accade. Ma dobbiamo fare crescere il valore dei terreni. Il pericolo da scongiurare è quello di bruciare l’Etna. Chi compra fuori dalla Doc è liberissimo di fare, ma tutto questo non sia una forzatura. Sì agli investimenti, no alle speculazioni. La differenza è sostanziale: chi investe crede in un territorio, chi specula vuole solo guadagni”. 

E la promozione? Altro tema da affrontare: “Per quanto riguarda l’evento Contrade dell’Etna, l’unico al momento, penso che l’ultima edizione sia in linea con le precedenti e credo che pagare un contributo spese sia stato giusto. Si paga per tutto, perché non per Contrade? Magari migliorerei qualcosa. Per esempio, dal punto di vista della logistica, non farei degustare su un prato umido. La pioggia quest’anno ha sprigionato troppe note vegetali che disturbano la degustazione. Si dovrebbe trovare un’alternativa, pensando alla possibilità che piova. Trovo anche che organizzare la manifestazione in due giornate sia stato un bene. Ma per il futuro proporrei di rendere Contrade un evento itinerante, per permettere di far conoscere più versanti dell’Etna. Contrade è un evento che ha la fisionomia della festa, vera e propria e secondo me deve rimanere tale”. 

“Penso – aggiunge Costantino – che il Consorzio potrebbe organizzare un secondo evento istituzionale. Lascerei Contrade dell’Etna così com’è: un po’ ruspante. L’evento istituzionale invece si potrebbe tenere in un periodo diverso e potrebbe assumere una veste più formale, con un taglio più professionale. Oggi il Consorzio ha la maturità per farlo. Novembre potrebbe essere un buon periodo”.  Ed ancora: “C’è tanto da fare per promuovere, ma comincerei con la realizzazione di mappe delle contrade e di plastici in rilievo che ci aiutino a comunicare al meglio cosa è l’Etna. Sono positivo, perché ne parliamo e ci stiamo attrezzando. Il futuro è roseo, solo se continuiamo ad avere forza e volontà, anche per organizzare la nostra partecipazione, tutti insieme, al Vinitaly ed anche a ProWein e a Vinexpo”.

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