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Scenari

Vino italiano, consumi in calo in Germania. “Ecco le cause, ma c’è qualche rimedio”

07 Settembre 2019
sorrentino sorrentino

Intervista a René Sorrentino, titolare di Ges Sorrentino, che traccia la situazione: “Le nuove generazioni sono attratte da vini più fruttati e più zuccherini, bisogna tenerne conto. Gli attriti politici, tra Roma e Berlino, degli ultimi mesi influiscono sulle vendite”. Lugana e Primitivo i vini più venduti.


(René Sorrentino)

di Veronica Laguardia

Gli attriti politi tra Italia e Germania non aiutano l’export del nostro vino. Oltre questo aspetto legato alle tensioni degli ultimi mesi, il consumo di vino in Germania è in calo e anche l’Italia ne sta soffrendo. 

Ma tra tante ombre, c’è un po’ di luce per il Lugana e il Primitivo, rispettivamente il bianco e il rosso italiani più bevuti tra Berlino e Monaco di Baviera. Non è poco se pensiamo che la Germania è tra i più importanti mercati per il vino italiano. In sintesi è il succo di una chiacchierata con René Sorrentino, titolare della Ges Sorrentino, uno dei principali importatori di vino italiano in Germania. Prossima ai 25 anni di attività, la Ges Sorrentino, in pieno spirito europeo, importa vino italiano destinato al canale horeca tedesco, rappresentando importanti cantine italiane, come Allegrini, Marchesi di Barolo, Librandi, Donnafugata, Torrevento, Guido Berlucchi e molte altre. Inoltre attraverso altre società rappresenta i vini italiani nella grande distribuzione e nel mondo del Duty Free.

“La Germania per l’Italia è da sempre stato uno dei principali mercati di sbocco – spiega Sorrentino – ma ci sono segni di stagnazione, il consumo pro capite del vino è in leggera diminuzione e l’Italia ne sta soffrendo (20,5 litri di vino fermo pro capite nel 2018). Sicuramente i tedeschi amano il “way of life” italiano, soprattutto la generazione dei baby boomer, cioè gli over 55 anni. Bere vino italiano o un cappuccino, mangiare mozzarella o andare a cena in un ritorante italiano sono punti fissi in Germania, nessun'altra nazione ha questo incredibile bonus. I nostri vini sono quindi percepiti in modo positivo vista la passione per l'Italia. Ma attenzione, per vari motivi sta cambiando qualcosa e purtroppo non in positivo. È in atto, tra le altre cose, un forte cambiamento del gusto. Il consumatore va sempre più verso vini più fruttati, con un residuo zuccherino più alto e di pronto consumo. Oggi non c'è più una grande affinità nel mettere il vino in cantina e berlo qualche anno dopo”.

Così emerge che il Barolo o il Brunello di Montalcino sono sicuramente percepiti come vini icona, ma questo per i consumatori tedeschi può non essere sufficiente: “In Germania – spiega Sorrentino – il consumatore è molto sensibile alla variazione dei prezzi: se un'annata viene glorificata con punteggi altissimi e altri mercati accettano grandi “salti” nei prezzi, questo qui non succede. Ed è un bene, perché le oscillazioni sui prezzi sono un grande pericolo. Paragono la Germania a un diesel, costante senza picchi verso l'alto o il basso, quindi costante anche sulle annate meno felici. Posso anche aggiungere che, attualmente, i vini più bevuti sono, per i bianchi, il Lugana e, per i rossi, il Primitivo”. Due tedeschi su dieci scelgono di bere italiano, seguono i vini francesi e spagnoli, ma chi sono i competitor principali? “Per i vini bianchi, i competitor principali sono gli stessi tedeschi. Negli ultimi 10 anni c'è stata una crescita esponenziale dei vini locali. Infatti, al di fuori del Lugana, il mercato tedesco è diventato per i bianchi italiani molto difficile. Sui rossi è sicuramente la Spagna la nazione che cresce di più. Anche se in difficoltà, i vini francesi hanno un'importante fetta di mercato. E comunque oggi  5 consumatori tedeschi su 10 scelgono vino tedesco”.

Rispetto alla situazione politica, e alla possibilità che le recenti tensioni incidano sul consumo di vino italiano in Germania, René Sorrentino racconta il suo punto di vista: “Purtroppo la situazione politica in Italia non ci aiuta. Personalmente non voglio entrare nemmeno in un dibattito politico. Diciamo che i continui commenti negativi verso la Germania, la situazione non proprio rosea che, almeno a parole, trasmette la politica italiana viene poi ripresa dai media tedeschi e quindi ci si ritrova davanti ad un telegiornale che ripete questi argomenti. Se torniamo al punto iniziale che il tedesco ama l'Italia e il suo “way of life”, rimane quindi “scioccato” da queste nuove tendenze – dice Sorrentino – Mi trovo spesso a discutere con clienti e a dover spiegare il motivo di tanta avversione. Una follia, se si pensa quanto sia importante la Germania per l'enogastronomia italiana. Quantificare non è possibile, ma se perdiamo la passione dei giovani e non trasportiamo l'amore dei loro genitori verso l'Italia avremo tra qualche anno sempre più problemi”.

Sorrentino evidenzia un aspetto fondamentale sulle scelte del consumatore e da un consiglio alle cantine italiane: ”Il consumatore tedesco quando deve acquistare, prima guarda il prezzo e poi tutto il resto. Quindi, se per esempio, acquista un Primitivo per 5,99 euro a scaffale e questo vino aumenta a 6,99 euro o 7,99 euro, il tedesco troverà un altro vino “preferito” che costa nuovamente 5,99 euro. Così funziona questo mercato, non solo sul vino”. Cosa fare allora? Il patron della Ges ha un suggerimento: “Bisogna offrire una piramide completa di prodotti: vini da consumo, vini intermedi e i top di gamma. Allo stesso tempo bisogna essere però realisti: anche se la punta della piramide si è allargata, e ci sono più persone disposte a spendere di più, rimane una piccola parte e non c'è posto per tutti. Qui entrano in gioco la storia, la qualità percepita, la stampa con punteggi importanti e tutto il resto”.