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Scenari

Caviro vende Cantina di Montalcino: tra gli acquirenti Marchesi Antinori e Mezzacorona

14 Gennaio 2020
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(Cantina di Montalcino)

di Emanuele Scarci

Caviro mette sul mercato la Cantina di Montalcino, controllata della Cantina di Leonardo da Vinci. Il prezzo di cessione della Cantina di Leonardo dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni.

Da Faenza il direttore generale SimonPietro Felice conferma la cessione. “Ma le motivazioni dovete chiederle ai nostri soci della Cantina di Leonardo da Vinci, di cui rispettiamo l'autonomia”. “La Cantina di Leonardo da Vinci – interviene il direttore della cantina fiorentina Gianni Zipoli – deve realizzare un progetto di sviluppo e internazionalizzazione del Chianti con Caviro per il quale sono necessarie ingenti risorse che possiamo ricavare dalla cantina di Montalcino. Tuttavia la nostra proposta va nella direzione sia di una partnership che di una cessione”.

Unica cooperativa

L’azienda è l’unica cooperativa vinicola di Montalcino e non dispone di vigneti di proprietà. Conta però su una cantina, inaugurata nel 2013, con attrezzature moderne: secondo l’azienda, sono stati investiti negli ultimi anni una quindicina di milioni. “La Cantina di Montalcino – commenta Lorenzo Tersi, titolare di alla guida di LT Wine & Food Advisory e negoziatore della cooperativa – dispone inoltre di un magazzino di 600 mila bottiglie tra Rosso e Brunello, relative alle annate 2015 e 2016 già imbottigliate; le altre sono vino sfuso. Il suo valore potrebbe oscillare intorno ai 4-5 milioni”. La Cantina di Montalcino produce circa 300 mila bottiglie l’anno grazie a una quarantina di conferitori. La tenuta confina con le proprietà di Angelini e di Gnudi.

Chi sono i potenziali acquirenti della Cantina di Montalcino? Secondo gli addetti ai lavori, sulla carta potrebbe, potenzialmente, fare comodo a Marchesi Antinori che con la tenuta Pian delle Vigne dispone di 65 ettari, ma non di infrastrutture adeguate oppure ad altre cooperative come Mezzacorona, qualora decidesse di investire in Toscana, o ancora a grandi imbottigliatori come Farnese, Botter e Martini o piccoli imbottigliatori toscani come Castellani, Piccini e Sensi. E senza escludere qualche investitore francese.