Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Comincia l’era della strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi

03 Giugno 2019
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Valorizzare un territorio perfettamente vocato al Nero d’Avola, attirare turisti da tutto il mondo, con un’attenzione particolare per la Valle dei Templi e tutte le sue attrazioni enogastronomiche e culturali. 

Si è aperta ad Agrigento, a Casa SanFilippo, la prima edizione della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, con una grande partecipazione di giornalisti, esperti del settore e produttori locali. Molteplici gli obiettivi che si pone l’associazione, di cui è presidente Luigi Bonsignore, imprenditore dell’agrigentino e direttore Fabio Gulotta. Al loro intervento è seguito quello di Giuseppe Parello, direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Gregorio Sparacino, presidente della Federazione Strade del Vino Siciliane, Florinda Saieva del Farm cultural park, padre Giuseppe Pontillo della curia di Agrigento e Vincenzo Cusumano, direttore dell’Irvo, Istituto Regionale del Vino e dell’Olio.

“In Italia arrivano in media 17 milioni di turisti attratti dal settore enogastronomico, di cui il 90% per il vino, generando flussi economici di cinica cinque miliardi di euro – dice Bonsignore – Di questi 17 milioni, il Meridione percepisce meno del 7%, che dal Lazio in giù si spalma in altre otto regioni, tutto il resto rimane confinato tra Toscana, Piemonte e Trentino Alto Adige. La differenza non sta solo nei numeri ma nelle diverse strategie di marketing che hanno attuato queste regioni per fare incoming. Ecco perchè il primo vero obiettivo di questa associazione sarà  fare incoming”. L’olio, come il vino, farà la sua parte. “Queste terre sono molto vocate per la produzione del Nero d’Avola e non è un caso che i nostri vini rappresentino le migliori espressioni del varietale. La nostra missione – aggiunge Bonsignore – sarà non solo quella di portare in auge questo vitigno ma legarlo al brand Valle dei Templi e a tutte le bellezze monumentali e paesaggistiche che si trovano nei 250 chilometri di Strada”. 

Totale l’appoggio del direttore del parco Archeologico Giuseppe Parello. “Il paesaggio si può tutelare solo vivendolo, animandolo e, soprattutto, essendo un paesaggio agricolo, coltivandolo. La possibilità che il brand Valle dei Templi possa essere utile al territorio è per noi motivo ulteriore di orgoglio considerando il suo potenziale attrattivo (dai 550 mila nel 2012 a 950 mila visitatori registrati nel 2018) e ciò che contiene in termini culturali e archeologici legati alla produzione vitivinicola: ci sono almeno due strutture nel parco che erano deputate alla trasformazione dell’uva. Infine vorremmo rilanciare la reintroduzione della vite dei Normanni attraverso una borsa di studio”. 

Sull’unicità della Sicilia e sul vitigno come strumento di valorizzazione del territorio è intervenuto Vincenzo Cusumano direttore dell’Irvo, Istituto Regionale del Vino e dell’Olio. Sull’importanza della collaborazione e delle risorse umane ha insistito Florinda Saieva del Farm Cultural Park di Favara: “Siamo riusciti a far diventare la nostra città una delle tre attrazioni dopo la Valle dei Templi di Agrigento. Dobbiamo essere noi quella parte che inizia a costruire dei modi di stare insieme. Dobbiamo tradurre il desiderio di fare in fattibilità, sappiamo di avere potenzialità e ne dobbiamo prendere coscienza e attivare degli strumenti”. E, a proposito di strumenti, Francesca Tomasi, analista finanziario di Kresco, partner del progetto ha proposto soluzioni di mobilità a sostegno di un turismo ecosostenibile come ad esempio il car sharing.

C.d.G.