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Scenari

La sospensione dell’Irvo, Gagliano (Icqrf): “Ragionino come ente privato e ce la faranno”

02 Maggio 2019
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“L'Irvo ce la può fare. Hanno sei mesi per sistemare quanto richiesto dal ministero delle Politiche Agricole”. 

A parlare è Giacomo Gagliano, direttore dell'Icqrf Sicilia. Loro saranno incaricati dal Ministero di verificare che l'Irvo, l'istituto regionale vini e oli di Sicilia metta in pratica quanto richiesto dal Ministero qualche giorno fa dopo la sospensione dell'attività dell'istituto per sei mesi. “Ritengo che la questione più complesa riguardi le verifiche alle aziende che annualmente l'Irvo deve fare – spiega Gagliano – Sappiamo tutti delle difficoltà economiche che l'istituto ha avuto nei mesi scorsi ed è per questo che il Ministero ha richiesto un bilancio dettagliato che renda autonomo l'istituto e permetta di avere personale e tutto il necessario per affrontare i controlli”. 

L'Icqrf Sicilia farà verifiche mensili: “Mera attività di ufficio – spiega Gagliano – Cercheremo di capire come procedono le verifiche nelle cantine e se tutto funziona. Ma ci tengo a rassicurare tutti: per le cantine non cambia nulla. E' che il ministero ha chiesto all'Irvo, dandogli sei mesi di tempo, di mettersi in linea con quanto prevede la norma sui controlli”. Anzi, come spiega Gagliano, l'Irvo ha migliorato notevolmente la sua attività: “L'Irvo ha sempre condotto in maniera eccelente l'attività di certificazione – dice – Adesso ha anche abbassato i tempi passando a 14/15 giorni di tempo per ricevere una risposta, mettendosi diciamo in linea con gli altri enti certificatori. E sono certo che questo numero potrà calare ulteriormente”. Rilasciare un certificato non è semplice come appare: servono i prelievi dei campioni, o l'arrivo degli stessi in istituto, una commissione di degustazione, le analisi chimiche: “Insomma occorrono dei tempi tecnici sotto al quale non si può andare”, dice Gagliano. 

Secondo il direttore dell'Icqrf Sicilia, la sopravvivenza dell'Irvo non è messa in discussione: “Hanno dimostrato capacità, hanno personale competente e preparato – dice – Il loro difetto è quello che non hanno mai ragionato come un ente privato, ma si sono sempre cullati del fatto di essere un ente regionale. Ecco, adesso credo che la svolta dipenda anche dal fatto che comprendano bene questa cosa e pensino di essere più un ente privato, anche sotto il punto di vista organizzativo. Sono certo che ce la faranno”.

C.d.G.