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Scenari

L’arresto dello chef Carmelo Chiaramonte, il legale: “Notizie destituite di fondamento”

28 Settembre 2019
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(Carmelo Chiaramonte)

Due piante di marijuana alte due metri e mezzo, mezzo chilo di infiorescenze di canapa indiana, vino e barattoli di olive, caffè e tonno aromatizzati alla cannabis: è il bottino trovato in possesso di Carmelo Chiaramonte, chef 50enne, arrestato a Trecastagni, nel Catanese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 

L'uomo si è giustificato dicendo di essere un “consulente agroalimentare della cucina mediterranea del terzo millennio”. In dispensa sono stati trovati barattoli di olive con l'etichetta “Santa Caterina SballOlives” e una bottiglia di vino con l'etichetta “Kannamang”, oltre ad altre quantità di marijuana. Ma per lo chef non si tratta di nessun reato: ha infatti detto ai carabinieri di operare nel settore gastronomico alla ricerca di nuovi gusti e aromi. Inizialmente posto ai domiciliari, dopo la convalida dell'arresto è tornato in libertà in attesa del processo.

Nel primo pomeriggio, è arrivata la nota di rettifica da parte del legale dello chef, Rita Faro, che pubblichiamo integralmente di seguito: 

“Io sottoscritto avvocato Rita Faro, in qualità di difensore dello chef Carmelo Chiaramonte, in riferimento alle recenti notizie di cronaca che lo hanno coinvolto, intendo precisare che il mio assistito si dichiara estraneo alle accuse mosse nei suoi confronti. Lo chef ha infatti svolto in questi anni – con l'approccio sperimentale e innovativo a tutti noto e ampiamente documentato dalla rassegna stampa che copre tutta la sua carriera – importanti studi sull'origine e sulle proprietà degli alimenti, approfondendo anche le loro proprietà benefiche e terapeutiche: lo dimostra nell'ultimo anno la partecipazione a numerosi convegni nazionali e internazionali sul tema, con specifico riferimento ai regimi alimentari dei malati oncologici. Proprio in questo contesto lo chef Chiaramonte ha approfondito – in linea con un filone di ricerca internazionale non certo sconosciuto al dibattito pubblico, medico, sociale e politico – gli aspetti relativi all'effetto terapeutico della cannabis come terapia del dolore e in particolare gli aspetti legati agli effetti della sostanza tramite la somministrazione alimentare. Viene così spiegata la coltivazione della cannabis e la preparazione di alimenti con la sostanza suddetta, destinati unicamente all'utilizzo e alla sperimentazione personale ma non alla cessione a terzi. Evidenziamo infatti che il giudice ha immediatamente rimesso in libertà lo chef Carmelo Chiaramonte in sede di convalida dell'arresto e che ha ritenuto non sussistenti gli indizi di colpevolezza in riferimento alla commercializzazione degli alimenti “addizionati” in quanto destinati per l'appunto a tutt'altra finalità. Pertanto si ritengono destituite di fondamento le notizie distorte che, così come sono state diffuse, sono piuttosto atte a minare la nota professionalità e serietà dello chef Carmelo Chiaramonte”. 

C.d.G.