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Scenari

Pomodorino di Manduria, i produttori creano un marchio. E nascono anche i trasformati

04 Agosto 2019
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Il Pomodorino di Manduria ha una resa bassissima rispetto agli ibridi commerciali e richiede molto lavoro. 

Per questa ragione, nonostante le ottime caratteristiche organolettiche (sia fresco sia trasformato), è stato via via abbandonato e sostituito da coltivazioni intensive. Il seme è stato rintracciato dalla condotta Slow Food Manduria – Terre del Primitivo grazie ad alcuni agricoltori anziani che lo avevano gelosamente custodito, e ora il Presidio coinvolge tre produttori del territorio che hanno accettato di rispettare un rigido disciplinare di produzione e trasformazione: D’Adamo Chiara, Damiano Spina Srl, Terra di Patuli.

Il Presidio è nato nell’ambito del progetto Cap Salento, finanziato da Fondazione per il Sud. L’obiettivo prefissato inizialmente era salvare questa varietà, coinvolgendo nuovi produttori e stimolando soprattutto il mercato locale, attraverso il coinvolgimento della ristorazione. A distanza di un anno da quando il Pomodorino di Manduria ha avuto il prestigioso riconoscimento di Presidio Slow Food si può dire che siamo sulla strada giusta e per la prima volta il Pomodorino di Manduria Presidio Slow Food sarà reperibile anche in varie tipologie di trasformati. I tre produttori hanno inoltre creato un marchio “Produttori Pomodorino di Manduria Presidio Slow Food” a tutela e garanzia dei consumatori. Nei prossimi giorni saranno impegnati nella promozione del Pomodorino di Manduria Presidio Slow Food ai Mercati della Terra e del Mare organizzati da Slow Food Puglia presso la riserva naturale di Torre Guaceto dal 9 all’11 Agosto.

Il Pomodorino di Manduria Presidio Slow Food sarà inoltre presente nel ciclo di incontri “Tra le Torri del Primitivo” (25 luglio Torre Colimena, 8 agosto Torre Moline e 23 Agosto Torre Palombara) organizzato dal Consorzio di Tutela Del Primitivo di Manduria Dop e Docg e Slow Food Puglia e a Lizzano per l’evento Agritur (11-13 agosto). I Presìdi Slow Food sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. Ad oggi 577 Presìdi Slow Food in tutto il mondo coinvolgono più di 13.000 produttori.

C.d.G.