Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vini e territori

Pepi Mongiardino (Moon Import): stop ai ricarichi di vino troppo alti nei ristoranti

16 Settembre 2013
pepimongiarbino pepimongiarbino

Il titolare della società di distribuzione: “Lo Champagne tira ancora per fortuna. A causa della crisi cancellato il 60 per cento di clienti”


Pepi Mongiardino

Tra i suoi clienti bei nomi della vitivinicoltura mondiale come Jacques Selosse o Madame Leroy, Philipponnat o Pierre Frick.

Insomma, uno che da trent'anni delizia in Italia i palati più esigenti in fatto di vino. Con Pepi Mongiardino, titolare dell'azienda Moon Import di Genova, leader nel settore delle importazioni, con un portfolio di oltre 40 cantine, per l'80 per cento estere, ci racconta le nuove tendenze del mercato in un momento difficile, la filosofia e i punti di forza dell'azienda da lui diretta.

Come va oggi il mercato del vino in Italia? 
“La situazione al momento è abbastanza confusa perchè oggi 'sopravvive' bene chi fa grossi numeri con l'export, mentre il mercato interno sembra essere in un momento di 'riflessione' o peggio di stasi. Noi ad esempio abbiamo un mercato Italia relativamente piccolo. L'85% dei nostri prodotti sono esteri e in particolare siamo specializzati negli champagne coi quali lavoriamo molto bene. E questo è un dato interessante perché chi continua a spendere per bere non rinuncia alle bollicine, predilige i vini provenienti dall'estero e quindi ci siamo rivolti a una fascia di clientela che sta reggendo bene la crisi. Mentre notiamo che il consumo di vini italiani sta subendo una forte accelerazione sul versante della 'regionalizzazione'. Si beve vino italiano ma ognuno beve i propri. I piemontesi Barolo e Barbaresco, i siciliani Nero d'Avola ed Etna, i toscani Chianti e Brunello e così via. Per cui la nostra scelta di lavorare per la maggior parte con prodotti esteri ci ha salvaguardato da questa tendenza. Ma i risvolti negativi della crisi comunque non mancano. Come una rigida selezione dei clienti che Moon Import ha avviato ormai da alcuni mesi”. 

Si riferisce ai ristoranti? 
“Purtroppo sì. Negli ultimi anni abbiamo ridotto del 60 per cento la nostra clientela. Era inevitabile. Calo di fatturato, è ovvio. Ma ci difendiamo”.

Nessuno va più al ristorante?
“Non saprei. Ma il problema secondo me è anche un altro. I rincari troppo elevati del vino proposto nei ristoranti. Siamo in media oltre il 150 per cento. Questo problema riguarda moltissimi locali in Italia, ci sono ristoranti che propongono vini a prezzi spesso troppo 'gonfiati'. Il rincaro deve essere applicato in proporzione al costo ex works (franco cantina) del vino, e questa regola, purtroppo, non viene quasi messa in pratica. Motivo per il quale abbiamo preferito ridurre il numero dei ristoranti prediligendo le enoteche. E questo sia per la garanzia di acquisto di prodotti di un certo livello, sia perché  le enoteche si comportano in modo più corretto nella proposta verso il consumatore finale”. 

A questo proposito, visto che ha citato le enoteche, pensa che quelle con cucina potrebbero rappresentare il futuro della ristorazione? 
“Secondo me sì purché non applichino gli stessi ricarichi di un ristorante”. 

Tra i vini distribuiti da Moon Import quali quelli di maggiore successo? Quali le regioni italiane in cui vendete di piú? 
“Prima di tutto gli champagne, ad esempio Philipponnat, ma anche altri vini francesi, come ad esempio Leroy in Borgogna, Didier Dagueneau nella Loira, e così via. E poi abbiamo qualche prodotto italiano, come l'azienda La Spinetta che è una garanzia. I mercati più importanti in Italia per Moon Import? La Lombardia, il Lazio, l'Emilia Romagna, il Piemonte e non ultima la Campania, dove stiamo lavorando bene grazie all'afflusso di stranieri che ricercano sempre più prodotti di fascia alta e quasi sempre non italiani”. 

M.A.P.