Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Cosa bevo

Monteraponi, il Chianti Classico che guarda al futuro

19 Novembre 2013
monteraponi monteraponi

di Andrea Gori

La storia di Michele Braganti e del borgo medioevale di Monteraponi è emblematica per un territorio intero anche se grande come è quello del Chianti Classico.

Emblematica perché racconta di come da serbatoio di uve di qualità per alcuni grandi nomi, alla stregua di alcune grandi Maison della Champagne, molte aziende familiari abbiano fatto il passo dei Recoltant Manipulant ovvero si siano messi, complice la crisi dei prezzi delle uve nel Classico, a produrre vino in proprio, vinificando, affinando e imbottigliando presso la propria cantina il frutto del lavoro nei loro campi.

Campi che nel caso di Michele sono tra i più vari geologicamente e strutturati che si possano trovare nella denominazione. Siamo tra Castellina e Radda, quasi a 500 mt slm e dall'alto si scorge la valle dell'Arbia che scorre in basso, il famoso fiume che fu colorato in rosso nella battaglia di Montaperti rievocata da Dante. Lo stesso Dante i cui versi campeggiano sull'etichetta più importante dell'azienda,  il Baron'Ugo, un cru di pochi ettari in posizione dominante arrampicati nella “Vigna Alta” su un pendio che si tramuta quasi in montagna e dove il suolo è un mosaico di ere geologiche fuse insieme.

La scritta sul vino recita “Ciascun che della bella insegna porta del gran barone, il cui nome e il cui pregio la festa di Tommaso riconforta, da esso ebbe milizia e privilegio” (Dante Alighieri – Paradiso XVI 127-130). Il Barone è appunto Ugo di Brandeburgo, marchese di Toscana nel X secolo, che usò il suo denaro per fondare sette abbazie sul territorio toscano dopo una misteriosa conversione che pose fine ad una vita godereccia tra donne e imprese di caccia. Caprioli, cinghiali, lepri e quant'altro sembrano in effetti molto congeniali a questo vino che li esalta in maniera impressionante. Per ora prodotto solo nel 2006, 2007, 2009 e 2010, ogni hanno ha saputo lasciare il segno con precisione e ritmo di grande vino toscano ingentilito da un animo borgognone.

Ma il caposaldo della produzione di casa è il Chianti Classico annata con la sua fiera etichetta bianca, efficace, storica e nobile nella sua schiettezza. Anticipa il vino che spesso risulta tra i migliori della sua annata nel Chianti Classico per le sue note rocciose e minerali in cui si incuneano un fruttato sempre maturo tra ciliegia e fragola in confettura, il tutto completato da lavanda e liquirizia e un accenno di tabacco. Un vino che si distingue per la capacità dei migliori Chianti Classico di sposarsi ai cibi e dare il suo meglio in un abbinamento carnivoro nel piatto, idealmente un arista al forno con le sue giuste speziature. 

Nella produzione aziendale trovano spazio la storica e sempre affidabile Riserva Il Campitello (una selezione di uve aziendali longeve e dal gusto fruttato ed elegante) un roccioso Rosato (quasi mai disponibile tanto che le poche bottiglie prodotte dal salasso delle uve destinate al Chianti Classico annata sono da prenotare ogni anno), un curioso Merlot tirato in 500 bottiglie (“un peccato di gioventù” lo definisce Michele) e un intrigante bianco a base Trebbiano cui la macerazione dona un carattere da Cote d'Or, note fruttate e sapide di pesca, lime e un sottofondo sassoso, quasi fosse un Première Cru di Chardonnay. Vale la pena assaggiarlo anche solo per riassaporare quella mineralità suggerita dai rossi ma sempre offuscata dal resto delle note aromatiche. Qui invece l'apparente neutralità dei profumi del Trebbiano esalta il terroir e ci restituisce quello che potrebbe essere il famoso Chianti Classico Bianco che tanti turisti chiedono nei ristoranti di zona.

Il Chianti Classico Bianco ovviamente non esiste, ma assaggi come quelli a Monteraponi ci dicono una cosa molto più importante ovvero che il Chianti Classico come espressione di un territorio unico al mondo non ha mai prodotto vini così originali e scintillanti come adesso. Se è una denominazione che avete in qualche modo trascurato fino ad oggi, è venuto il momento di correre ai ripari.

Monteraponi
53017 Radda in Chianti (Siena)
Tel.  0577 738 208 / Cel. 338 937 3465