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Storia, leggende e territorio: il Mamertino secondo Nino Cambria

02 Gennaio 2019
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(Nino Cambria)

“Nocera. Il gusto che fa Storia”. Con questo slogan, scritto a grandi lettere nello stand all’ultimo Vinitaly, l’azienda Cambria vuole far capire in modo chiaro la centralità nella propria filosofia produttiva del vitigno Nocera, l’interprete più importante e identitario di un territorio ricco di storia nel quale si produce un vino che è sempre stato apprezzato, sin dall’antichità. 

Ci troviamo a Furnari, in provincia di Messina, all’interno della Doc Mamertino, denominazione che prende il nome dagli antichi guerrieri che duemila anni fa vivevano in queste terre, coltivando la vite e ottenendone un pregevole nettare. In Epoca Romana ricordiamo le citazioni di Plinio Il Vecchio, di Marziale e di Giulio Cesare che offrì il Mamertino nel banchetto celebrativo del suo terzo consolato. E poi c’è la leggenda sulla nascita di Furnari, legata al re Ruggero II d’Altavilla e a un levriero che oggi compare nel logo di Cambria.

Il Mamertino rosso, come indicato nel disciplinare, è un blend in cui il Nero d’Avola rappresenta la quota prevalente, ma è sicuramente il Nocera il vitigno che conferisce la maggior tipicità e unicità. “Ho creduto fermamente in questa varietà e nelle sue potenzialità. Il Nocera mi ha cambiato, mi ha dato l’impulso più forte” dice Nino Cambria, direttore generale della cantina che racconta: “Nel 2005 dovevamo piantare vitigni internazionali nella tenuta di Mastronicola, ma poi, assaggiando le uve, non ho avuto dubbi, abbiamo innestato i nostri ceppi di Nocera. Anno dopo anno mi rendo conto del legame strettissimo tra il vitigno e il nostro territorio nel quale si esprime diversamente da altra aree, dando grandi risultati”.

Recentemente è nata l’associazione della Doc Mamertino che raggruppa una dozzina di aziende e ha uno scopo preciso, tutelare il Nocera, dandogli un giusto ruolo all’interno del disciplinare. E’ un fatto positivo poiché il lavoro di squadra è sicuramente più efficace per far conoscere una realtà e i suoi vini. Inoltre, potrebbe essere il punto di partenza per arrivare ad un consorzio di tutela che darebbe una forza ancora maggiore alle attività promozionali e di sviluppo. Nino mostra entusiasmo e soddisfazione nei confronti di questo nuovo sodalizio, convinto di poter portare avanti progetti importanti. Poi, in conclusione, spiega:”La mia idea di produrre vino è chiara, si può riassumere in tre T: Territorio, Tradizione e Tecnologia”.

Il Mamertino Giulio Cesare 2012 è la sintesi di tutto questo, un rosso potente e opulento, di grande impatto olfattivo e gustativo. Le uve, Nero d’Avola per il 60 per cento e Nocera per il 40 per cento provengono dalla Tenuta di Masseria, circa sette ettari di vigneto situati a 160 metri sul livello del mare nel comune di Furnari, dei quali solo una piccola parte è destinata alla produzione di questo vino. Per avere una maggiore concentrazione di profumi e aromi e uno sviluppo ottimale vengono effettuati diradamenti che arrivano al 40 % dei grappoli. Poi selezione attentissima, dalla vendemmia alla vinificazione.

La maturazione in legno ha la durata di 14 mesi e viene fatta in barrique, di cui la metà di secondo e terzo passaggio e in botte grande. L’annata 2012, calda in tutta la Sicilia, qui è stata molto ben sopportata dalle viti che non hanno sofferto molto grazie ad un microclima particolare caratterizzato dalla presenza di venti freschi e ad un suolo equilibrato che fa si che non ci siano stress idrici troppo intensi.

Il Giulio Cesare ha un colore rubino quasi impenetrabile e un naso intenso con profumi di confettura di prugna, piccoli frutti tra cui spiccano le fragoline di bosco e cenni di spezie dolci. In bocca è strutturato, ricco, persistente, ma anche morbido,  rotondo e provvisto di tannini ben smussati. Un vino generoso che esprime tutta la volontà di andare avanti e far conoscere sempre più nel mondo le tipicità di questa parte della Sicilia.

Federico Latteri