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Cosa leggo

I segreti della cucina del “Regno delle due Sicilie” in un libro

25 Gennaio 2016
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Scoprire perché i palermitani prepararono l’arrosto panato per salutare gli ebrei cacciati nel 1492; e perché i napoletani chiamavano il riso sciacquapanza; conoscere la vera storia della cassata o dei cannoli, datare la nascita degli struffoli o scoprire perché è cambiata la forchetta. 

E i maccheroni? sono lunghi o corti? E il ragù? perché è legato alla regina Maria Carolina così come la pizza alla regina Margherita? E il caciocavallo, pegno d’amore tra Ferdinando I e la sua amante, donna Lucia Migliaccio? tra “munnezzaglia” e bruschette garibaldine, ecco srotolarsi la cucina del Sud, di quel Regno delle due Sicilie, di due regioni strettamente legate tra loro per temi, tempi, ricette, ingredienti. E se tutto questo diventasse alla portata dei più piccoli, magari spingendoli non solo a provare loro stessi le ricette, ma anche a scoprire una cucina sana che nasce dalla gente?

Ci prova un’insegnante e scrittrice palermitana, Lietta Valvo Grimaldi che, dopo aver già tentato di spiegare ai ragazzi la storia di Palermo e di Catania, della Villa del Casale e del Serpotta, prova ad instradarli sulla via della cucina. Il suo “Favoloso ricettario del Regno delle Due Sicilie per ragazzi molto golosi”, pubblicato da Pietro Vittorietti editore, sarà presentato venerdì 22 gennaio, alle 18 a Palazzo Forcella De Seta, sede dell’Ance, lungo il Foro Italico, a Palermo. Un libro leggero leggero, agevole e prelibato, zuccherino come la cassata e succulento come un pollo arrosto: a corredo dei racconti, delle ricette e delle favole – fav/oloso appunto, questo ricettario -, ci sono anche le illustrazioni ironiche e colorate di Bianca Martorana Tusa, al fianco della scrittrice come nelle guide precedenti.
 
Si sta perdendo il piacere del piatto e della sua preparazione, il gusto e il sapore della terra sono spazzati via da una vita sempre più frenetica. Lietta Valvo Grimaldi è invece convinta che sia possibile ancora educare i più giovani ad una cucina sana e legata al territorio. Se poi questa passa anche dalla storia del sud Italia, dall’antichità ai nostri giorni, attraverso favole storiche che riguardano i piatti della tradizione, meglio ancora. La guida è rappresentata da un godurioso e ben pasciuto Monsù che racconta piatti, storie e combinazioni alimentari.

C.d.G.