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Vino della settimana

Il vino della settimana – Irpinia Bianco Doc Campanaro 2016 di Feudi San Gregorio

21 Aprile 2018
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di Federico Latteri

Non stiamo parlando di Campania, ma di Irpinia. Una precisazione che da queste parti vi sentirete ripetere spesso. Perché a Feudi San Gregorio la valorizzazione di questo particolare areale della Campania è stata da subito l'obiettivo della famiglia Ercolino prima, 30 anni fa, e poi, soprattutto dai Capaldo, che la rilevarono e la stanno rilanciando in maniera netta e decisa. 

Merito del giovane Antonio Capaldo e del bravissimo pierpaolo Sirch, uomo di vigna più che un amministratore delegato. Partiamo dal territorio. L'Irpinia è una regione storica dell'Appennino campano ed è un territorio vitivinicolo unico, in cui i vigneti coesistono da sempre con alberi da frutta, boschi, ulivi, erbe aromatiche. Territorio aspro e dolce insieme, dalle connotazioni forti e sensazioni intense. La giacitura dei suoli del territorio irpino è molto varia: un continuo succedersi di montagne, colline, pianure, intervallate da corsi d'acqua. In Campania la viticoltura è fatta di tante storie.


(Antonio Capaldo)

Qui si trovano popolazioni che hanno conservato le più antiche tradizioni, un mosaico composto da comunità, valli e colline, memorie e culture che la storia ha consolidato nel tempo. I vini di una terra non sono merce ma racconti di vita. Esprimono le colline da cui hanno tratto origine, narrano storie di uomini che li hanno, generazione dopo generazione, creati. Dalla voglia di raccontare un'altra storia nasce Feudi San Gregorio. Con scelte di vinificazione e di affinamento senza compromessi commerciali da parte di Pierpaolo Sirch. “Abbiamo scelto una bottiglia esclusiva, riedizione delle prime bordolesi del XVII secolo – spiega Capaldo – e abbiamo cominciato con due vigneti iconici di Fiano e negli anni seguenti sono stati individuati anche vigneti particolari di Greco e Aglianico”.

Oggi Feudi di San Gregorio è il marchio simbolo del rinascimento enologico del meridione d'Italia e di una cultura del bere volta a riscoprire l'identità dei sapori mediterranei. Sin da subito alcuni obiettivi: valorizzare i vitigni del Sud Italia come l'Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo, investire nella terra e nella tradizione secolare della viticoltura irpina, restituendo un futuro ad un patrimonio ambientale unico. Salita la collina verso Sorbo Serpico, ci si addentra in un mondo magico, tra luoghi d’acqua inaspettati, giardini di spezie e roseti in fiore.


(Antonio Capaldo e Pierpaolo Sirch)

La sorpresa più grande è però all’interno della cantina: la lunga bottaia che ospita i vini rossi. L'intento è di andare oltre il concetto di cantina, facendola diventare un forum, un luogo di incontro, di confronto, di conoscenza, di meditazione, un laboratorio di idee e cultura, un luogo di accoglienza e ristoro. Al progetto hanno partecipato professionisti di livello mondiale: l'architetto giapponese Hikaru Mori ha avuto il difficile compito di dare unità architettonica alle strutture preesistenti, sviluppatesi nel tempo. Massimo e Lella Vignelli, simboli del design italiano nel mondo e “autori” delle etichette dell’azienda, hanno disegnato gli arredi e gli interni.

In totale Feudi si estende per 250 ettari e le bottiglie prodotte annualmente sono 3 milioni e mezzo. La gamma di etichette si compone di numerose referenze tra cui spiccano i vini delle denominazioni irpine, poi il Patrimo, da uve merlot di un vigneto storico, il Sirica, un rosso fatto con l’omonima varietà ormai quasi scomparsa e la linea di spumanti da vitigni autoctoni Dubl, nata dalla collaborazione con Anselme Selosse, produttore di Champagne stimato dalla stampa specializzata e dagli appassionati di tutto il mondo. C’è inoltre un gruppo di vini denominati “Feudi Studi” che nasce da un progetto che ha lo scopo di raccontare le zone che esprimono un carattere di forte territorialità in determinate annate. Si tratta di vini prodotti in quantità molto limitate da singoli vigneti selezionati ogni anno tra i 700 di proprietà dell’azienda. Dunque terroir senza compromessi.

Oggi degustiamo uno dei bianchi di punta dell’azienda, l’Irpinia Bianco Doc Campanaro 2016. Da uve Fiano e Greco, fermenta in tonneau dove rimane a maturare per circa sei mesi. Versato nel calice, offre un colore giallo paglierino carico con tenui riflessi dorati. Al naso è fine e intenso, sono evidenti profumi di frutta esotica, sentori floreali e un cenno agrumato che ricorda il pompelmo. Segue un sorso pieno, ricco, strutturato, ma anche ben articolato grazie alla buona freschezza e al lungo finale salino. Pur essendo giovane, mostra un ottimo equilibrio. Andrà avanti nel tempo per diversi anni.

E’ un bianco che esprime le caratteristiche dei vitigni da cui deriva, la ricchezza aromatica del Fiano unita alla consistenza e ai toni minerali del Greco. Si abbina bene ai piatti della cucina di mare, anche a quelli più complessi o dal gusto più deciso. E’ottimo con i formaggi freschi e può accompagnare anche le carni bianche. Viene venduto sugli scaffali delle enoteche al prezzo di 22 euro.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Feudi di San Gregorio
Località Cerza Grossa – Sorbo Serpico (Av)
0825 986683
info@feudi.it
www.feudi.