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Vino della settimana

Vino della settimana: Manaar 2014 di PietraCava

13 Agosto 2016
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Nero d’Avola Terre Siciliane Igp

di Gianni Paternò

Antonino Ortoleva, famiglia di agricoltori, da Partinico in provincia di Palermo si trasferì, comprando nel 1977 una tenuta, in contrada Chiarchiaro a Butera nella parte meridionale della provincia di Caltanissetta. Erano 22 ettari di mandorleti, vigneti e pescheti; allora si vendevano le uve e si faceva il vino per la famiglia. Il figlio Domenico lo affiancava, memore dell’esperienza partinicese di quand’era ancora bambino e il vino si faceva pestando le uve con i piedi nei palmenti in muratura. Erano 6 ettari di vigneti e negli anni successivi se ne impiantarono altri fino ad arrivare oggi a 16 ettari in produzione a cui se ne aggiungeranno altri 6 l’anno venturo.


(Il baglio) 

Dal 2006 inizia per l’azienda una nuova vita. Si ristrutturano i fabbricati con un bel baglio, cominciando a realizzare la cantina che ancora oggi è in ampliamento. I primi anni si vendeva il vino sfuso, poi visti i complimenti ricevuti dagli acquirenti nel 2010 si intraprende l’avventura dell’imbottigliamento. Un’attività iniziata in sordina, che cresce anno dopo anno. Oggi sono 35 mila le bottiglie, che per metà vanno all’estero, ma l’aumento è costante.


(Mariella e Domenico Ortoleva)

Domenico si occupa della produzione, la sorella Mariella di marketing ed è l’artefice del nome dell’azienda che prende spunto dalla contrada, ricca di terreni pietrosi, nonchè della denominazione dei vini, enologo è Donato Lo Vecchio. Le referenze sono 7 suddivise in 3 bianchi, altrettanti rossi ed un rosé in due linee e della più pregiata fa parte il Manaar che degustiamo.


(Nero d'Avola) 

Il nome deriva dall’arabo e si ispira alle stelle, alla luce, significando che proviene da una zona inondata dal sole e quest’ispirazione abbraccia anche le altre etichette; le uve sono ricavate dalla vigna di Nero d’Avola più anziana, del 2003, potata a Guyot. Vendemmia a mano con selezione dei grappoli, subito nella vicina cantina dove, dopo la diraspatura, fermenta a temperatura controllata con lieviti selezionati per una decina di giorni. Svinato va in barrique dove sosta 10 mesi. Nessuna chiarifica e filtrazione prima dell’imbottigliamento e nel vetro sosta per almeno 3 mesi.

Versato nel calice il colore è rosso rubino fitto, scuro. All’olfatto immediate note di amarene sotto spirito e in confettura seguite da quelle terziarie di cioccolato, pepe, caffè, un pizzico di cuoio, qualcosa di balsamico; interessante, intenso, franco e complesso. Al palato dopo un ingresso fruttato cambia verso diventando intenso e di vigorosa struttura, sviluppando bei tannini e un’acidità nella corretta misura, equilibrato e di grande soddisfazione. Non per niente comincia ad ottenere premi.

 
Abbiniamolo a primi robusti, a carni grigliate, ad un formaggio ragusano e nonostante la sua giovinezza può affrontare la prova salotto, gustandolo a solo. Sono 3.500 le bottiglie che potete trovare a 14 euro.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

 
PietraCava
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S.P. 8, km 4,000
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