Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La guida

Guide 2012 a confronto: ecco i vini più premiati

13 Ottobre 2011
deg deg

di Giovanni Paternò

Questa è la tabella dei vini di eccellenza ricavata dalle più diffuse cinque guide del mondo enologico italiano. Ognuna segue criteri apparentemente o evidentemente diversi nell’attribuire i giudizi.

I risultati li vedete e li potete commentare.

Regione

Duemilavini AIS

Espresso

Slow Wine

Gambero Rosso

Veronelli

Piemonte

92

46

56

72

180

Valle d’Aosta

2

2

5

5

1

Lombardia

20

7

9

18

17

Trentino

10

7

7

9

5

Alto Adige

20

25

11

25

18

Veneto

24

15

19

35

33

Friuli-Venezia Giulia

32

15

15

26

19

Liguria

7

3

5

5

0

Emilia-Romagna

8

6

5

15

5

Toscana

88

45

40

69

163

Umbria

11

1

3

9

17

Marche

25

9

12

18

15

Lazio

12

2

3

4

1

Abruzzo

15

5

6

11

13

Molise

1

accorp. Abr.

accorp. Abr.

1

2

Campania

22

9

10

17

21

Puglia

8

7

8

10

10

Basilicata

6

4

2

3

4

Calabria

2

1

1

2

1

Sicilia

22

10

16

16

21

Sardegna

11

6

5

13

11

totale

438

225

238

383

557

Spicca il risultato del Friuli per l’AIS, dell’Alto Adige per l’Espresso, del Veneto per Slow Wine e Gambero Rosso. I big sono per tutti Piemonte e Toscana, nebbiolo e sangiovese che combattono all’ultimo sangue. I franciacorta tengono a galla la Lombardia mentre l’amarone sostiene il Veneto. I bianchi eleganti, fruttati e profumati premiano le regioni del nord-est. Meravigliano le Marche che grazie al verdicchio se la batte ad armi pari con la Trinacria. In tutte le guide sono penalizzate le regioni del sud; incapacità di raggiungere la grande qualità, pregiudizi o ignoranza nordica? Se si scende nel particolare si nota che i grandi rossi li sanno fare solamente in Piemonte, Toscana e Puglia mentre in genere sono i bianchi ad essere stranamente più apprezzati.
Un discorso a parte per la guida Veronelli: i curatori non apprezzano i vini liguri e del tutto  i vini bianchi, che tranne in Alto Adige e un poco in Friuli sono praticamente assenti. In compenso non si può dire che non amino i rossi piemontesi e toscani.
LaSicilia invece continua a non brillare, la guida che percentualmente la tratta meglio è la Slow, mentre le altre all’incirca si equivalgono. Sarà il fatto che i recensori della chiocciola dichiarino che il loro approccio per i giudizi è differente: “ Ricerchiamo piuttosto etichette dalla grande piacevolezza gustativa, ovvero prodotti che rispondano anche a criteri di territorialità chiari. Insomma, non siamo di fronte ai classici vini da concorso, quelli che hanno spadroneggiato incontrastati negli anni Novanta”.
I vini dolci e l’Etna non la fanno sprofondare nella vergogna enologica mentre il tanto lodato, a ragione od a torto, nero d’Avola non è capace di salire i gradini dell’eccellenza. Sarà colpa del vitigno o degli enologi o del territorio o …delle guide?
Ah, saperlo, saperlo.