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La guida

I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2021: “Abbiamo puntato sulle buone pratiche”

29 Settembre 2020

di Michele Pizzillo

La guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2021” secondo Luciano Ferraro e Luca Gardini, pubblicata dal Corriere della Sera, sarà presenta oggi in diretta streaming sul sito corriere.it.

Mentre, in edicola, sarà disponibile da mercoledì 30, in abbinamento con il quotidiano. E, come ogni anno, è una pubblicazione che riserva sempre delle piacevoli sorprese, ma, questa volta, ancora di più rispetto al passato perché “lo sappiamo: incrinare l’equilibrio di un ambiente naturale modifica anche i profumi e il gusto del vino”. Per questo, la guida 2021 punta su uno spirito nuovo, anticipa Ferraro, e lo percepirà in diretta streaming chi si collegherà sul sito del giornale, seguendo i due autori che dialogheranno con i vignaioli premiati quest’anno, perché “assieme alla descrizione di cento personaggi del vino che si sono fatti notare nell’ultimo anno, ogni cantina ha indicato almeno un’azione verde, il proprio impegno per la sostenibilità. Il risultato è un piccolo catalogo di pratiche, alcune adottate ormai su larga scala altre più singolari, altre ancora basate sul recupero di tradizioni rispettose dell’ambiente”.

A questo punto è più che attuale ricordare quando un gruppo di saggi scopre il caos che regna nei campi sacri attorno ai templi di Atena e Dioniso vicino a Heraclea, l’attuale Policoro, in Basilicata, dettano regole precise e severe per restituire la terra alle divinità. Tutto scritto in greco arcaico, sulle tavole di Heraclea appunto, ora esposte a Napoli. “L’intento di quell’opera minuziosa, vigneto per vigneto, quasi una zonazione, visibile grazie ai ceppi che delimitavano ogni appezzamento, era di riportare vigne e frutteti nella dimensione sacra”, rammenta Ferraro, sottolineando il passaggio “quanti tra le viti invecchino, le ripianterà, si che ve ne sia sempre un numero di scheni uguale a quello che vi è adesso, ovvero 24 scheni; se no, sia condannato a una multa di due mine d’argento per ciascun scheno”. In pratica, i saggi sfrattano gli abusivi, intentano processi “di trenta giorni” (la giustizia era rapida), impongono canoni di affitto e stabiliscono come coltivare la vite, indicando il numero di piante. Ordinano di “lavorare nel miglior modo possibile le vigne esistenti”. Ventiquattro secoli dopo, nell’anno del Covid-19 e della quarantena, è arrivato il momento di recuperare quello spirito, di puntare prima di tutto al rispetto della terra. Sapendo, come ormai sappiamo, che incrinare l’equilibrio di un ambiente naturale modifica anche i profumi e il gusto del vino, si legge nell’introduzione della Guida 2021.

Ultimata in un 2020 tormentato al punto da sembrare senza fine, la guida di quest’anno asseconda la ricerca di uno spirito nuovo, più consapevole e meno interventista. Il risultato è un piccolo catalogo di buone pratiche nelle vigne o misure che racchiudono influenze steineriane e biodinamiche. Altri interventi riguardano la gestione dell’energia o dei rifiuti, altri ancora il recupero di tradizioni, come l’uso di legacci ricavati dalle piante, eliminando la plastica nei vigneti. In molti vignaioli c’è la consapevolezza che il cambiamento climatico richiede contromisure urgenti. La seconda novità è un elenco di produttori di vini naturali: un mondo controverso, a partire dalla stessa definizione. “Ma quello che accomuna il gruppo di vignaioli dei quali parliamo, con la valutazione delle bottiglie firmata da Luca Gardini, è la convivenza con i vigneti come parte di un
ambiente più vasto – sottolinea Ferraro -. Con la consapevolezza che esistono intricati collegamenti che governano la vita di un ecosistema: “modificare un fattore – come ha scritto Eric Asimov, critico del vino del “New York Times” – anche con un intervento all’apparenza banale come costruire una recinzione che ostacoli i percorsi degli animali, può avere conseguenze devastanti sul suolo, sull’aria e persino sul sapore del vino nel bicchiere”.

La vicenda di una cantina della Puglia che innalzava la bandiera del vino naturale ed è sospettata di sfruttare i migranti nei campi, non fa che rafforzare la necessita che in questo settore vengono introdotte certificazioni accurate, regole e sanzioni. La terza novità e l’inserimento dei QR Code, che permettono di raggiungere rapidamente i siti delle cantine utilizzando il proprio smartphone. Come dalla prima edizione, al centro di questa guida ci sono le persone, le loro idee, le loro storia, la loro filosofia produttiva. A differenza di quanti ritengono che un vino possa essere giudicato solo per quanto contenuto nella bottiglia, Ferraro e Gardini pensano che i dati tecnici, le referenze degustative, le tabelle comparative tra il liquido e i profumi, siano aspetti importanti ma non sufficienti a spiegare la grandezza o la mediocrità di un vino. E, poi, un vino è leale e sincero solo se anche chi lo produce lo e. Intanto nessuno può dire come l’ultima pandemia cambierà i consumi. Ma e chiaro che al mondo del vino servirà un rapporto sempre più rispettoso verso la natura. Come già avevano capito gli antichi viticoltori della Basilicata con vigne attorno al tempio di Dioniso. Basterà leggere la guida per rendersene conto.