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Scenari

Olio, raccolto 2017 in calo, ma qualità top: “Attenzione agli oli stranieri spacciati per italiani”

30 Ottobre 2017
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(ph Salvo Mancuso)

Sono in arrivo 320 milioni di chili di olio di oliva Made in Italy del nuovo raccolto che risulta in calo dell'11% rispetto alla media produttiva dell'ultimo decennio anche per effetto dell'andamento climatico anomalo. 

E' quanto afferma la Coldiretti sulla base delle stime dell'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) e del Consiglio oleicolo internazionale (Coi). “L'Italia – afferma la Coldiretti – mantiene tuttavia saldamente il primato europeo della qualità negli oli extravergini di oliva a denominazione di origine e indicazione geografica protetta (Dop/Igp) con il raccolto 2017 che sarà destinato a ben 46 marchi riconosciuti dall'Unione Europea”. Un olio extravergine di oliva (Evo) di qualità, spiega la Coldiretti, deve essere profumato all’esame olfattivo deve ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli Evo di qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la salute.

Secondo le stime del Coi, il primo produttore mondiale resta la Spagna con 1,15 miliardi di chili (-10% rispetto alla stagione precedente) mentre al terzo posto c'è la Grecia, con 300 milioni di chili. A livello mondiale la produzione di olio d'oliva sarà di circa 2,854 miliardi di chili nella campagna olearia 2017/18, con un incremento del 12% rispetto alla campagna 2016/2017, prosegue Coldiretti spiegando che questo andamento è dovuto alla produzione di alcuni Paesi come la Tunisia dove si prevedono 220 milioni di chili di olio di oliva più del doppio rispetto allo scorso anno (+120%), la Turchia, con una previsione di 180 milioni di chili (+2%), Marocco, con 120 milioni di chili (+9%), Algeria, con 80 milioni di chili (+27%), Argentina, con 37,5 milioni di chili (+74%) e Giordania ed Egitto, entrambe con 25 milioni di chili (+25%).

“In queste condizioni – avverte la Coldiretti – c'è il rischio evidente che olio straniero venga “spacciato” come italiano” visto che “sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere è quasi impossibile leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge”. Sono in arrivo 2,5 milioni di chili di olio di oliva Made in Marche del nuovo raccolto che risulta in calo del 30% rispetto alla media produttiva dell'ultimo decennio. Il problema principale della campagna olivicola 2017 sono le basse rese, spiega Coldiretti. Se in condizioni di normalità la media è del 15% (cioè da cento chili di olive si ricavano 15 chili di olio), quest'anno non si va oltre il 10%. La buona notizia è, invece, che il caldo ha di fatto cancellato gli attacchi della mosca olearia, e la qualità dell'olio piceno sarà dunque elevatissima. Il calo rilevato nelle Marche è superiore a quello stimato a livello nazionale, mentre crescono le produzioni dei paesi extra Ue.

In Puglia la produzione si attesterà sulle 225 mila tonnellate di olio, con un calo del 25% rispetto alla media annuale di 300 mila tonnellate, ma in crescita fino ad oltre il 35% rispetto all'anno scorso, quando la produzione non era andata oltre le 150 mila tonnellate. “Ciò nonostante – spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – l'Italia mantiene saldamente il primato europeo della qualità negli oli extravergini di oliva a denominazione di origine e indicazione geografica protetta (Dop/Igp) con il raccolto 2017”. “Con il marchio comunitario “Igp Puglia” – aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – intendiamo sopperire alla storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera che ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato. E' opinione diffusa che estendere i controlli alla tracciabilità significa ledere gli interessi delle lobby e delle multinazionali che grazie alle ormai note operazioni di 'chirurgia chimica' riescono a mantenere le loro quote di mercato disattendendo tutte le regole e le norme comunitarie in vigore. Queste situazioni hanno reso l'olio d'oliva uno dei prodotti più coinvolti nell'universo delle frodi alimentari”. Il rischio, conclude Coldiretti Puglia, è che “i minori quantitativi di olio pugliese facciano crescere ulteriormente le importazioni di olio dall'estero”.

C.d.G.