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Scenari

I bilanci delle cantine siciliane più importanti Chi e quanto guadagna e chi perde: tutte le cifre

19 Dicembre 2017
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Sebastiano Torcivia

Dicembre tempo di consuntivi. Ed anche quest'anno riceviamo e pubblichiamo l'analisi dedicata ai bilanci delle più importanti cantine siciliane elaborata del professore Sebastiano Torcivia, docente universitario al dipartimento di Scienze Economiche (Seas) e coordinatore del Master Universitario di 1^ livello Masv per manager delle aziende del settore vitivinicolo.

In estrema sintesi il 2016 è stato un anno molto positivo per buona parte delle 26 cantine prese in esame. Qualche società registra un buon incremento di reddito, altre superano la fatidica soglia dei quindici milioni. Il vino, insomma, se gestito con criteri imprenditoriali, tira. Complessivamente le aziende fanno registrare un più 15 milioni di fatturato portando il totale a 377,5 milioni. E tra queste 12 aziende migliorano il fatturato. Una tabella a metà del testo fornisce ulteriori elementi. Ecco il testo.

Anche quest’anno, riscontrato il deposito dei bilanci delle aziende vitivinicole –  società di capitali ed ottenute le ulteriori e necessarie informazioni dalle altre aziende, con diversa forma societaria,  con il presente contributo, vogliamo dare uno spaccato del settore vitivinicolo regionale, alle aziende “grandi”, quelle che cioè, con nostra classificazione, utilizzata da oltre dieci anni, raggiungono il milione di pezzi confezionati/imbottigliati, quale sia il packaging e formato utilizzato, quindi non solo alla bottiglie;  i valori sono riferiti all’unità di misura di 0,75 litri.
Sono trenta le aziende in Sicilia che soddisfano le condizioni metodologiche di cui sopra.
Di queste, ventiquattro hanno forma di società di capitali (diciotto tra srl e spa) e di società cooperativa (sei); sei sono società di persona  e similari (Planeta, Gorghi Tondi, Maremonti, Buccellato, Pollara, Intorcia) una è l’unità produttiva – Solsicano srl -, con autonomia giuridica dal 2013, di una società del gruppo Mezzacorona (già Feudo arancio).
Di tali aziende disponiamo dei dati necessari alle successive elaborazioni, ad eccezione delle aziende in forma di società di persone, senza obbligo di pubblicazione presso l’Ufficio Registro delle Imprese.

Il valore del fatturato complessivo raggiunge i 377,5 milioni di euro. Quindi ben trenta aziende, pari al 3,75% del totale delle aziende imbottigliatrici del settore in regione (circa 800), raggiungono valori, con una notevole concentrazione nel settore.
Quali i principali indicatori, valori e le principali dinamiche intervenute, soprattutto con riferimento all’esercizio 2016?
Vi è un miglioramento del fatturato complessivo, con 15,2 milioni circa di incremento, pari al 4,2%. Vi è, altresì, un miglioramento complessivo e rilevante del risultato reddituale di tutte le aziende, passato da un valore di € 3,1 milioni ad un valore sempre positivo di circa 5 milioni. (+60%)

Più in dettaglio, si evidenziano, con riferimento al fatturato:
1) due sole aziende con valori maggiori di € 40.000.000 e cioè Settesoli (€ 45.194.170) ed Ermes con € 52.019.510;
2) dieci aziende con fatturati superiori ai 10.000.000 di euro
3) cinque aziende con fatturato compreso tra 5 e 10 milioni di euro
4) otto aziende con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro.


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Con riferimento specifico al trend, rispetto ai valori dell’anno precedente ben dodici aziende migliorano il loro fatturato, mentre le restanti dodici peggiorano tale dato (delle altre non si hanno dati specifici).
Interessante notare come ben sei aziende siano tutte riuscite a consolidare il superamento del valore di circa 15 milioni di fatturato sul quale da tempo erano ancorate.
Risalta la brillante performance dell’azienda Sibiliana Vini  (+68,19%), delle Cantine Europa (+32,33%) di Tenimenti Zabù (+16,94%)  delle cantine Ermes (+ 13,59%),  di Conte Tasca d’Almerita (+9,85%), di Donnafugata (+ 9,20%).

Leggero decremento per il fatturato per l’azienda Rapitalà, facente capo al gruppo Giv (-1,2%), mentre Solsicano ha un decremento più rilevante (-11,9%).
Un‘analisi particolare meritano le sei società cooperative.
La prima azienda in regione, per valore del fatturato è Ermes,  le altre hanno avuto più che buone performance con rilevante incremento del fatturato (Colomba Bianca, Ermes e Cantine Europa), per via dello sviluppo dell’export e di una certa ripresa dei conferimenti mentre perdono fatturato cantine Birgi (-39,69%) e Paolini con -9,26%.
Sul piano dei risultati reddituali occorre svolgere alcune necessarie considerazioni, tenendo conto che solo due aziende – tra le grandi esaminate – hanno chiuso in perdita (Duca di Salaparuta e Carlo Pellegrino).
In primo luogo, il reddito netto dovrebbe essere letto come la capacità dell’azienda di far residuare, per la eventuale e necessaria distribuzione agli aventi diritto, dopo la copertura di tutti i costi sostenuti per l’acquisizione dei fattori produttivi; quindi, un valore significativo rappresenta una più che buona capacità di gestione, di poter remunerare congruamente l’opera dell’imprenditore.

Tali considerazioni trovano una lettura molto differente e particolare nel settore:
1) la presenza di quattro aziende con un più che significativo valore del reddito netto, con segno positivo e cioè Cusumano, (+ 3.185.154), Donnafugata (+ 1.216.577), Conte Tasca d'Almerita (+1.078.610) e Barone Montalto (+1.457.928). Si tratta, tra l’altro, di aziende che confermano tali brillanti performance, in particolare la prima, con valori che, da oltre otto anni, si attestano, sempre su tali medesimi elevati livelli.
2) Ben ventuno aziende con la sola eccezione della società Pellegrino Carlo (-238.450), hanno risultati reddituali positivi e tra queste, con valori più elevati IVAM (119.017) e Cantine Ermes (311.400).
3) Marginali le altre posizioni di risultato reddituale, con riferimento alle rimanenti aziende, sempre con utili d’esercizio.
4) in linea con i precedenti risultati netti, da parecchi anni, è quello dell’azienda Duca di Salaparuta con una perdita d’esercizio rilevante,  pari ad € -2.774.468. Tale risultato, come già precisato gli anni passati, oltre a scontare una politica di appartenenza ad un gruppo, con logiche di consolidato fiscale, risente del rilevante valore dell’ammortamento dei marchi ed altri beni immateriali, scaturenti dal disavanzo di fusione, iscritto anni fa, in sede di acquisizione da parte della controllante Illva di Saronno.

Le considerazioni complessive sulla reale capacità segnaletica del risultato reddituale sono molto complesse e non sempre sono rappresentative delle reali condizioni patrimoniali, finanziarie ed economiche dell’azienda, ma scontano, condizioni di convenienza fiscale, di mimetizzazione e, alle volte di remunerazioni aggiuntive che, poiché erogate a componenti della compagine sociale, risultano costi deducibili in capo all’azienda ed, ovviamente, redditi percepiti direttamente da tali soggetti.
Non secondaria è, altresì, la scelta effettuate di fare ricorso alla forma giuridica della società a r.l. agricola, con i connessi benefici fiscali.
In conclusione, l’anno 2016 è stato certamente un anno di ulteriore sviluppo, sia per il rilevante miglioramento complessivo del fatturato, ma soprattutto del risultato netto d’esercizio, a livello di sistema regionale.

È ulteriormente migliorato l’export delle aziende più grandi, sono emersi risultati positivi derivanti da scelte di fusione avviate in passato (Tasca d'Almerita) nonchè le scelte di  patrimonializzazione (Cusumano, Tasca e Donnafugata), per una gestione più efficace ed efficiente.