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Scenari

La battaglia di Fivi per i consorzi: più importanza ai “piccoli” e controlli indipendenti

20 Novembre 2018
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(Matilde Poggi)

Due saranno le richieste, già presentate al Ministro dell’agricoltura, di cui si discuterà nell’assemblea dei Vignaioli prevista per domenica mattina nell’ambito del Mercato Fivi di Piacenza: la revisione del sistema di voto nei consorzi e la necessità di avere organismi di controllo indipendenti.

Quella sui consorzi è una battaglia che Fivi sta portando avanti da almeno un paio di anni. La situazione attuale infatti, in alcune aree del Paese, vede il potere concentrato nelle mani di poche aziende che producono la maggior parte del vino, detengono maggioranze non scalabili e decidono da sole le scelte strategiche dei consorzi. Il voto in questo modo è di fatto nelle mani di pochi grandi gruppi e cooperative, forti del fatto che i voti siano attribuiti solo in funzione della produzione vitivinicola dell’anno precedente, senza alcun riguardo per le “teste”: contano solo chilogrammi, litri e bottiglie. A questo si aggiunge il fatto che la delega viene espressa dai viticoltori, soci delle cooperative, una volta per tutte al momento della loro adesione. Ciò non solo spoglia in modo definitivo questi viticoltori dal diritto di voto in Consorzio, ma implica che cooperative con migliaia di ettari partecipino ai lavori dei consorzi con un peso che rende di fatto inutile la partecipazione di altri attori.

“Quello che noi proponiamo per risolvere il problema e far tornare vivace la vita all'interno dei consorzi – dichiara Matilde Poggi – è che le votazioni nell’assemblea debbano continuare a contare sulla maggioranza della produzione, ma che, accanto a questa maggioranza, debba aggiungersi una coerente percentuale di attori della filiera, che noi abbiamo identificato nel 40% degli iscritti al Consorzio. Chiediamo anche che le deleghe vengano raccolte in occasione di ogni assemblea”.

Altro problema è quello degli organismi di vigilanza e certificazione. Capita spesso infatti che Presidenti e Direttori di consorzi siano nel Cda di questi ultimi, e che quindi governino anche il sistema dei controlli. “Quello che chiediamo è di creare una separazione netta fra gli organismi di amministrazione e quelli di controllo – continua Walter Massa – istituendo il divieto di cumulo di cariche. Per evitare ogni problema abbiamo anche chiesto l'istituzione di un intervallo minimo di 5 anni fra la cessazione del ruolo all'interno dei consorzi e la possibilità di diventare amministratore o dirigente di un organismo di controllo”.

C.d.G.