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Scenari

Spendono di più, bevono con più frequenza e vini diversi: ecco i consumatori premium

01 Febbraio 2019
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Negli Stati Uniti sono al 7 per cento, in Cina al 12 per cento. E non disdegnano i prodotti italiani

di Maria Giulia Franco

La qualità al primo posto. Chi beve male pensa male, sembra essere il loro slogan. Spendono più della media, bevono in maniera più diversificata, e mostrano una maggiore propensione verso etichette europee e made in Italy. 

E' l'identikit dei consumatori premium secondo Wine Intelligence per il Consorzio di tutela vini Valpolicella, in occasione della seconda conferenza annuale della Valpolicella. Nel mirino una fetta di appassionati di “fine wine” che rappresenta rispettivamente il 7% e il 12% dei bevitori regolari di vino negli Stati Uniti e in Cina. Ma, se nel Paese del Dragone i vini di lusso vengono associati al prestigio dell'etichetta, a partire dal produttore, dalla regione di origine o dai punteggi della critica, negli Usa sono le considerazioni sulla qualità del prodotto (invecchiamento e riconosciuta costanza) a prevalere, accompagnate da un'emergente attenzione alla sostenibilità, indicata da 7 premium consumer americani su 10. Stando all'identikit tracciato, il consumatore premium a stelle e strisce è prevalentemente maschio (66%), più giovane della media dei bevitori di vino (under 35 nel 38% dei casi e solo nel 21% sopra i 54 anni) ed è disposto a spendere più di 20$ a bottiglia. Dopo i vini californiani, acquistati dal 70% negli ultimi 6 mesi, il premium drinker mette in cantina più vini italiani (59%, grazie a Valpolicella e Amarone, Chianti, Prosecco) che francesi (40%), e dimostra una conoscenza sopra la media anche delle denominazioni venete, con il Valpolicella che sale dal 2% dei bevitori regular al 7% dei premium e l'Amarone dall'1% al 4%.

I consumatori di alta gamma in Cina, invece, tendono ad essere trentenni (con solo il 12% under 29), leggermente più maturi di quelli regolari che si posizionano sotto i 30 in 3 casi su 10 (34%). Spendono oltre 500RMB (circa 65 euro) e scelgono prevalentemente vino cinese (47%) e francese (47%), simbolo di prestigio e status sociale, pur dimostrando più attenzione della media nei confronti del vino italiano (scelto dal 30% dei consumer premium cinesi contro il 19% di quelli regular), cileno (25% vs 20%) e spagnolo (22% vs 15%). Anche qui il Valpolicella vede migliorare la sua penetrazione (dal 3% dei bevitori di vino regolari al 6% di quelli premium), mentre l'Amarone registra risposte pressoché invariate in termini di acquisto (7% dei consumatori regolari e 6% di quelli premium). Nel Paese del Dragone buona anche la notorietà dei vini siciliani, toscani e Barolo. Cin cin alla cinese insomma.