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Scenari

Le Colline del Prosecco sono patrimonio dell’Umanità Unesco

07 Luglio 2019
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E' un sogno che si realizza: le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene da oggi sono Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

La decisione è stata presa dalla commoissione della World heritage list in maniera unanime: le colline del Prosecco hanno ricevuto 21 voti favorevoli su 21 membri del Comitato, a conferma dell'alta qualità della candidatura italiana. Ora, in italia, i siti Unesco sono 55, quelli che si riferiscono alla viticoltura sono le Langhe Roero e Monferrato, la Val d'Orcia e la vite ad alberello dell'isola di Pantelleria. I 97 chilometri quadrati di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Conegliano e Valdobbiadene diventano così l’ottavo sito veneto e il 55° sito italiano sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per la cultura che tutela 1.092 (ora 1093) luoghi “unici” in 167 Paesi. L’Italia rafforza ulteriormente il proprio primato di Paese con il maggior numero di siti iscritti nel registro dei patrimoni dell’umanità. 

A Baku il comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, ha approvato a pieni voti l’iscrizione delle Colline delle Marca nel registro mondiale, facendo proprie le valutazioni consegnate dagli esperti di Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti) accompagnate da 14 raccomandazioni per il mantenimento dell’egida Unesco al sito: raccomandazioni che spaziano dalla mappa dettagliata dei manufatti di architettura rurale ad una migliore distinzione tra la “core zone” e la cosiddetta “buffer zone” (“zona cuscinetto”), per mitigare l’impatto ambientale degli insediamenti produttivi; dall’approfondimento del modello socio-economico in vigore alla pianificazione della sostenibilità a lungo termine del paesaggio culturale; dell’elaborazione di un piano strategico per lo sviluppo sostenibile e coerente del turismo e del ricorso alle energie rinnovabili ad un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del sito.

Il dossier presentato a Baku si  è incentrato sulla qualità del paesaggio, traendo spunto dall’iscrizione dell’area nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici del Ministero dell’Agricoltura e tenendo conto dei suggerimenti di Icomos. I consulenti scientifici del dossier della candidatura hanno messo in evidenza come i prodotti tipici abbiano una qualità non solo legata ai processi produttivi, ma trovano un valore aggiunto non riproducibile nel paesaggio. Nel caso del Prosecco, già dal Medioevo la struttura mezzadrile ha creato appezzamenti di piccole dimensioni che si sono mantenuti fino ai nostri giorni, creando un mosaico di piccole vigne che si inframezzano al bosco. Questa struttura, in abbinamento alle sistemazioni del terreno, in particolare ai ciglioni erbosi che si arrampicano sulle ripidissime pendici collinari, documentati almeno dal 1600, contribuisce all’unicità dell’area e alla bellezza dei luoghi. Alle forme del paesaggio si associano poi le architetture degli impianti viticoli e le tecniche di allevamento, le quali, come nel caso della Bellussera, inventata a Tezze di Piave a fine Ottocento, conferiscono ulteriori elementi di diversificazione ed unicità rispetto ai paesaggi viticoli già candidati nella World Heritage List. La candidatura del Prosecco appare, al momento, l’unica, fra i siti viticoli iscritti nel Worl Heritage, a puntare sul paesaggio. Altro elemento fondamentale per il successo della candidatura è stata la capacità della Regione Veneto di mettere in piedi una struttura organizzativa ed un gruppo di lavoro molto efficienti, che in un tempo limitatissimo hanno realizzato un dossier davvero convincente.

C.d.G.