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Scenari

Al Cibus di Parma grande presenza di buyer dall’India

11 Maggio 2012

Al Cibus di Parma, conclusosi ieri, grande affluenza dei buyer indiani.

Proprio all’India la fiera dell’agroalimentare aveva aperto in questa edizione le porte dedicando un desk per favorire gli incontri con i buyer. Massima attenzione riservata ad uno dei più forti mercati emergenti anche da parte dell’Ice che ha supportato l’evento con azioni di incoming.

 
E i risultati visti tra i corridoi della fiera in termini di presenze ha confermato il successo che gode il made in Italy presso i consumatori indiani. Tanto che al tradizionale conusmo del tè si sta cominciando a diffondersi una passione per il caffè italiano. Ad esserne gli estimatori sarebbero soprattutto i giovani.
 
Verrebbe vissuto come un consumo di tendenza. C’è quindi una nicchia ad alto potenziale e gli operatori stimano poi una crescita del 20%-30%nei prossimi anni.
 
Le caratteristiche del mercato indiano e dei consumi sono stati  illustrati al convegno tenutosi ieri al Cibus da Savita Suri, direttrice di Octagona India, società di Carpi (Modena) di consulenza aziendale. Sono circa 260 milioni, questi i dati che ha mostrato, e saranno 300 milioni nel 2015, gli indiani con potere d’acquisto medio-alto, e attenti a nuove forme di consumo alimentare.
 
Carne e cioccolato i prodotti che potrebbero avere grandi margini di sviluppo alla luce del cambiamento dei gusti. Nel Paese a maggioranza  vegetariano, circa il 70% della popolazione, il pollame starebbe facendo da apripista al consumo della carne. Oggi, secondo quanto illustrato da Suri, mediamente fermo a 5,6 kg apersona nel 2011. La crescita dei consumi di carne si stima al 4,4% ogni anno, insieme al pesce che aumenta del 17% ogni anno grazie ai medici che stanno incoraggiando i consumi di carne bianca e pesce. Vi sarebbe però un  freno allo sviluppo: la regolamentazione dell’import e glialti costi dei prodottiimportati a base di carne.
 
Un piccolo boom si registra invece nei pasti pronti. Il mercato era di 24 milioni di dollari nel 2009 e si prevede un raddoppio delle vendite entro il 2014.
 
La cucina italiana sarebbe poi percepita come una curiosità dal consumatore medio. Molte catene locali di pizzaioli combatterebbero il gigante Usa, Pizza Hut comprando pizza surgelata Made in Italy.

Dal convegno emerge poi un trend già convalidato da molte statistiche e dalle cantine stesse: l’aumento della domanda di vino. Anche se attualmente soddisfatta principalmente da produttori locali che negli ultimi dieci anni avrebbero aumentato la vendemmia del 300%.

Sono invece la birra italiana e i distillati ad avere più chance di successo in un Paese che per i consumi di alcolici rimane ancora a impronta inglese.

C.d.G.