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Scenari

Anastasia De Luca (Slow Food Catania): “Il nostro impegno per i giovani che restano”

30 Agosto 2019
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(Il cavolo trunzu, uno dei presìdi di Slow Food Catania)

Dinamici, propositivi, pronti alle nuove sfide: con un duplice obiettivo.

Da un lato la tutela dei prodotti enogastronomici della tradizione a rischio estinzione e dall'altro lato quello di aiutare i giovani che hanno deciso di investire sulla loro terra e di scommettere su queste produzioni così a rischio. Anastasia Le Luca è la fiduciaria della condotta di Catania di Slow Food. Una sezione che annovera tra le sue fila tre presìdi molto importanti: le antiche mele dell'Etna, il cavolo trunzu e la masculina da magghia. “In cantiere ci sono tantissimi progetti – spiega De Luca – In primis quello di far riconoscere altri prodotti interessanti che rischiano di sparire per sempre”. Tra questi, c'è il cavolo vecchio, coltivato da pochissimi produttori, ma per uso familiare, nella zona di Milo. Insieme all'università di Catania, poi, l'Ente Parco delle Madonie sta iniziando delle sperimentazioni per la coltivazione di un particolare tipo di segale che si coltiva in alcuni campi sparsi per la zona del Vulcano: “Da Nicolosi e fino a Trecastagni – dice – con dei parametri ben precisi da rispettare, soprattutto sulle altitudini di questi campi. Noi abbiamo già avviato le sperimentazioni sulla panificazione con questo tipo di segale e i risultati sono stati ottimi. Per il momento panifica questo tipo di segale un solo fornaio che si trova a Nicolosi, per mancanza di prodotto (di segale non ce n'è abbastanza) e perché questo tipo di pane non è ancora molto conosciuto dalle persone”. 


(Anastasia De Luca)

Slow Food Catania, insomma è una condotta molto attiva e può vantare l'età media dei soci più giovane di tutta la Sicilia. “Abbiamo tanta voglia di fare – spiega Anastasia – e abbiamo cambiato prospettiva nel nostro modi di pensare. Abbiamo spostato la nostra attenzione verso quei giovani che scelgono di rimanere e custodire le tradizioni che sono a rischio estinzione. Non solo quelli che vantano una chiocciola, ma anche coloro che sposano la filosofia di Slow Food e che presto potranno fregiarsi del marchio. Il nostro obiettivo è aiutare a far crescere questi giovani”. La chiocciola di Slow Food viene data a quelle produzioni che rischiano di sparire per sempre: “Anche qui nel corso della rassegna ViniMilo abbiamo ribadito il nostro impegno – dice De Luca – Avremo un forum con tre rappresentanti dei vini Slow sull'Etna che racconteranno le loro esperienza, e poi l'azienda Giardina (premiata con il Best in Sicily) che farà assaggiare una vera chicca: il prosciutto cotto di pecora. Oltre alla mortadella di maialino bio. La Sicilia è davvero un continente enogastronomico, ma io faccio fare sempre una riflessione ai soci: è vero che la nostra regione può vantare il maggior numero di presìdi in Italia. Ma è anche vero, dunque, che in Sicilia abbiamo oltre 50 “perle” della nostra enogastronomia che rischiano di sparire per sempre, un grande patrimonio culturale e di tradizione che stiamo perdendo. Occorre dunque correre ai ripari per recuperarlo”. 

C.d.G.