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Scenari

Asti Secco lancia la sfida al Prosecco: dal 2019 investimenti per “invadere” il mercato

29 Novembre 2018
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(Giorgio Bosticco e Walter Speller)

di Federico Latteri, Asti

Le sfide ai nuovi mercati, la “battaglia” al Prosecco, un territorio bellissimo che vuole emergere ancora di più.

Oggi al Castello Gancia di Canelli in provincia di Asti la prima giornata della “Moscato and Barbera Experience”, un evento organizzato e voluto dal Consorzio dell’Asti Docg e dal Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato con la partecipazione del Consorzio del Brachetto d’Acqui. Nel territorio delle tre Docg gli ospiti potranno apprezzare in anteprima la nuova annata di Moscato d’Asti e di Asti Docg (nell'emisfero nord del mondo è il primo vino in assoluto che viene presentato per la vendemmia 2018), nonché tutto il gusto della Barbera d’Asti e l'effervescenza del Brachetto d’Acqui. All'evento, solo per addetti ai lavori, sono stati invitati circa cento giornalisti, il 70 per cento di questi provenienti da varie parti del mondo, soprattutto da Stati Uniti ed Estremo Oriente. A fare gli onori di casa, Giorgio Bosticco direttore del consorzio Asti, Romano Dogliotti presidente consorzio Asti e Filippo Mobrici, direttore consorzio Barbera d'Asti. Molto interessante la masterclass presentata da Walter Speller referente per l'Italia di Jancis Robinson che ha parlato di Asti a 360 gradi, soffermandosi su territorio, vitigno e denominazione Docg. 


(Romano Dogliotti)

La particolarità di questo vitigno, il Moscato Bianco, è che riesce a dare tre diverse varietà di vino: il Moscato d'Asti, l'Asti secco e l'Asti Spumante. L'Asti Spumante viene prodotto con metodo Martinotti da base spumante a bassa gradazione. Lo stesso avviene per l'Asti Secco che, però, effettua una spumantizzazione su una base di vino secco. Il Moscato d'Asti, invece, ha un lieve residuo di anidride carbonica, ma non viene ottenuto per spumantizzazione. Viene bloccata la fermentazione e per questo il vino presenta un residuo zuccherino, un lieve residuo di anidride carbonica e una bassa gradazione alcolica (generalmente di 7 gradi). Il Moscato d'Asti è il più dolce dei tre, segue l'Asti spumante e l'Asti secco. Proprio sull'Asti Secco si è concentrata la giornata di oggi. La nuova sfida, per questi produttori, infatti, è quella di fare uno spumante che mantenga l'aromaticità del moscato, ma senza residuo zuccherino. Nel 2019 il consorzio ha fatto sapere che farà grandi investimenti per far diventare l'Asti Secco uno spumante di assoluta qualità, non solo da aperitivo, ma anche a tutto pasto. Un prodotto, secondo alcuni studi commissionati dallo stesso consorzio, che non andrà a sostituire nesun vino già in circolazione, ma che avrà una nuova fetta di mercato da aggredire e conquistare. 


(Castello Gancia)

Il consorzio è stato costituito nel 1932 e riconosciuto ufficialmente nel 1934. Nel 1965 la sede del consorzio diventa Palazza Gastaldi, oggi conosciuto come la “Casa dell'Asti”. Nel 1967, viene approvato il disciplinare della Doc per Asti e Moscato d'Asti che diventa Docg nel 1993. Interessanti i dati di vendita del 2017. Il 76 per cento dell'Asti Dolce Docg si beve in Europa. Il resto tra America (17 per cento), Asia (5 per cento) e Oceania (2 per cento). Russia, Italia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Austria, Canada, Danimarca, Polonia e Ucraina sono le dieci nazioni che consumano più Asti Dolce Docg. Per quanto riguarda il Moscato d'Asti Docg, America al top con il 68 per cento dei consumi, seguito da Europa (25 per cento) e Asia (7 per cento). Stati Uniti, Italia, Corea del Sud, Grecia, Danimarcia e Svizzera i paesi dove si consuma più Moscato d'Asti Docg. 


(Le tre tipologie di Asti)

Il consozio comprende circa 10 mila ettari di vigneto che si estendono su 52 comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Oltre 1.400 ettari hanno pendenze superiori al 40 per cento e di questi, alcuni superano anche il 50 pee cento di pendenza. Si tratta di vigneti storicamente soprannominati “Sorì”, dove non si possono utilizzare macchinari, ma viene fatto tutto a mano. All'Asti spumante è dedicata una delle cinque cosiddette “core zone” dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero-Monferrato, patrimonio mondiale dell'umanità Unesco. Le aziende consorziate sono 1.109 divise tra 53 case spumantiere, 1.023 aziende viticole, di cui 116 vitivinicole, 17 aziende vinificatrici, 16 cantine cooperative. La produzione annuale è di 88 milioni di bottiglie, di cui 55 milioni di Asti e 33 milioni di Moscato d'Ati. L'85 per cento viene esportata all'estero.